Libano: più della metà delle famiglie in alcune aree del paese non riescono a far fronte ai bisogni essenziali
Libano: Save the Children, più della metà delle famiglie in alcune aree del paese non riescono più a far fronte ai bisogni essenziali dei propri figli
Dal 2020 i prezzi del cibo sono aumentati in tutto il paese fino al 570%, mentre la moneta libanese ha perso il 90% del suo valore in 2 anni. L’Organizzazione – che sta distribuendo aiuti economici alle famiglie – si appella al governo, ai grandi donatori e alle altre organizzazioni umanitarie per una risposta coordinata che garantisca ai bambini l’accesso a cure sanitarie di qualità, all’istruzione e ai sussidi sociali, prevenendo così la malnutrizione
La salute e il benessere dei bambini delle famiglie indigenti in Libano sono messi in grave pericolo dalla riduzione drastica delle spese per il cibo, le medicine e l’istruzione, a cui sono costrette. Come evidenziato nell’indagine diffusa oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e per garantire loro un futuro, realizzata in collaborazione con il Consorzio Inmaa nei governatorati di Akkar e Baabel-Hermel, più della metà delle famiglie libanesi intervistate vivono in povertà, e sono in grave difficoltà per mantenere i loro figli. Le condizioni di vita si sono deteriorate rapidamente rispetto al 2020, quando tutte le famiglie intervistate erano ancora in grado di sostenere i bisogni quotidiani essenziali.
Dall’autunno 2019, il Libano è sprofondato in una delle peggiori crisi finanziarie della storia moderna[1]. Negli ultimi due anni la sua moneta ha perso più del 90% del suo valore, e la povertà è salita alle stelle con più di tre quarti della popolazione libanese che vive sotto la soglia di povertà[2].
Hiba*, 53 anni, vive con suo marito e i suoi sei figli ad Akkar, dove sono costretti ad affrontare una battaglia quotidiana per sopravvivere, non potendo neanche procurarsi l’acqua o andare da un medico quando uno di loro si ammala.
“Cerchiamo di limitarci al minimo indispensabile”, ha detto Hiba*. “Abbiamo già sperimentato la povertà in passato, ma questa è un’altra cosa. I miei figli mangiano a malapena un pasto al giorno. I loro voti scolastici sono molto peggiorati, ma l’unica cosa a cui riusciamo a pensare è come riuscire a proteggerci dal freddo e non ammalarci durante questo inverno”.
Sua figlia Salam*, 21 anni, si sveglia ogni mattina con l’ansia di cosa potrà succedere durante la giornata “Sembra che le nostre vite siano passate dal male al peggio nel giro di pochi secondi. Prima potevamo ancora permetterci la carne, avevamo l’elettricità. Ora, ci sono giorni in cui mi chiedo come faremo a sopravvivere. Temo soprattutto per la nostra salute. Se continuiamo a mangiare solo una volta al giorno, ho paura che entro il mese prossimo cominceremo a vedere le conseguenze della malnutrizione”.
Dal 2020 i prezzi del cibo sono aumentati in tutto il paese fino al 570%[3], costringendo famiglie come quella di Hiba* a cambiare drasticamente l’alimentazione per far fronte all’aumento dei costi.
Secondo l’Household Economy Analysis, i bambini più vulnerabili nei governatorati di Akkar e Baalbek-Hermel stanno saltando interi pasti. Viene data la priorità a cibo più economico e meno nutriente, e le porzioni sono più piccole, mettendo i bambini a grave rischio di malnutrizione. A Baalbek, la situazione è particolarmente preoccupante, perché i bambini delle famiglie vulnerabili ricevono a malapena le calorie minime di cui hanno bisogno per sopravvivere[4].
Malakeh*, 61 anni, vive a Baalbek con suo figlio e suo nipote di 12 anni. Gli ultimi tre anni sono stati particolarmente difficili, suo figlio è l’unico a mantenere la famiglia e guadagna circa 1.000 dollari al mese, che coprono a malapena l’affitto e le bollette, mentre l’inflazione continua a salire.
“Solo la nostra bolletta dell’elettricità è di 400 dollari”, ha detto Malakeh*. “Alcune notti sto sveglio nel mio letto e mi chiedo con timore che cosa succederà il giorno dopo. Cosa mangeremo, come ci difenderemo dal freddo? Come sopravvivremo con questi costi alle stelle? Sono preoccupato al pensiero che mio nipote debba lasciare la scuola per cominciare a lavorare”.
“Il crollo economico del Libano sta lasciando le famiglie nell’indigenza e con enormi difficoltà nel provvedere ai loro bambini. Siamo di fronte al pericolo reale che l’impennata dei costi porti ad un aumento della malnutrizione e all’arresto della crescita, e a casi di mortalità infantile prevenibili,” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttrice di Save the Children in Libano.
“Stiamo constatando un deterioramento rapido della situazione, in particolare nei governatorati di Akkar e Baalbek-Hermel. Se si confrontano i redditi delle famiglie dal 2020 ad oggi, è evidente come le famiglie vulnerabili non abbiano più le risorse indispensabili per tirare avanti, e i bambini delle famiglie a basso reddito in queste regioni non hanno il cibo necessario per arrivare a fine giornata. Migliaia di bambini rischiano di subire danni irreversibili se le famiglie continuano ad essere costrette a ridurre la spesa per la loro salute e il loro benessere”.
Per poter rispondere alla crisi su più livelli che colpisce le comunità in tutto il Libano, in particolare i bambini, Save the Children e i partner del Consorzio Inmaa fanno appello ai governi, ai donatori e alle organizzazioni umanitarie affinché lavorino insieme per coordinare una risposta efficace e responsabile per soddisfare i crescenti bisogni in tutto il paese, e garantire che i bambini e le famiglie abbiano accesso a cure sanitarie di qualità, all’istruzione e ai sussidi sociali, e che si possa prevenire l’aumento della fame e della malnutrizione. L’Organizzazione sostiene famiglie come quelle di Hiba* e Malakeh* attraverso un aiuto economico e il supporto necessario per garantire la crescita dei loro bambini, proteggendoli dall’impatto crescente della povertà in Libano.
Per ulteriori informazioni:
Tel. 06-48070063/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
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