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Letture di Natale: la poesia di Wanda Lombardi in “Tempi inquieti” e “La ballerina senza memoria” di M. Sofia Palmieri

Letture di Natale: la poesia di Wanda Lombardi in “Tempi inquieti” e “La ballerina senza memoria” di M. Sofia Palmieri
Dicembre 23
08:19 2024

Tempi inqueti di Wanda Lombardi

Wanda Lombardi torna a far sentire la sua voce poetica con una breve ma intensa raccolta, Tempi inquieti, per Guido Miano Editore: venticinque nuove poesie, seguite dalla riproposizione di altre quattordici già pubblicate e raccolte sotto il significativo titolo Perché nulla vada perduto. Il tutto conferma quanto la poetessa sia ‘presente’ al nostro tempo, pur così travagliato; e la sua ricca bibliografia a chiusura del libro lo attesta senza ombra di dubbio.

Nell’accostare i versi di questa raccolta di Wanda Lombardi, non si può prescindere dall’osservazione di Maria Rizzi nella Prefazione all’opera, laddove, riportando i versi che alludono all’«… immane dolore / che stretto ho serrato nel cuore / dinanzi a muri di ferro …» (da Nell’andare), afferma proprio tale esperienza permette all’Autrice “di calarsi nel sociale con sguardo caldo di pietas, valutando i pericoli del male, schegge di guerra in periodi bui come quello che attraversiamo”. Il “coraggio delle ferite” (citando ancora la Rizzi) permette alla Lombardi di affrontare ogni argomento con spirito al tempo stesso umile e combattivo – come testimoniano poesie come Rialzarsi per continuare.

Come le rondini che fuggono dai consueti posti, perché dall’alto vedono «i risultati dell’odio,/ devastazioni, strade insanguinate,/ infanzia violata, crudo dolore/ per rancore tra genti mai sopito,/ per un diritto mai ottenuto» (da Rondini addio), così lo scoramento può prendere anche le persone capaci di pensare con la propria testa, perché «…in ogni angolo della Terra si soffre,/ si langue, si muore/ per contrasti a volte minimi/ che dialogando si potrebbero evitare» (da Abitudini). E poi, «In un mondo che corre vorticosamente,/ in un’epoca in cui sempre più veloci andiamo,/ spesso dimentichiamo la necessità/ di pensare, di usare il cervello/ che tempi più lenti ha per lavorare» (inizio de Il tempo della velocità). Non per nulla Tra ombre e dubbi finisce così: «È vero o falso il mondo in cui viviamo?/ Forse è da preferire questo a quello di domani». In ogni caso, «Malgrado gli alti e bassi,/ meravigliosa è la vita/ ché anche i momenti bui/ forza ridanno, la volontà nutrono/ e trasformarsi possono/ in coralli luminosi/ sì come le stelle dal caos/ si distinguono» (da La collana della vita). Ciò conforta anche di fronte alle perdite di affetti e di persone, come testimoniano le poesie dedicate al fratello Ubaldo e A un ragazzo prematuramente scomparso.

Una poetessa capace di scrivere «qualcosa di grande avverto/ nella profondità dell’essere» (da La musica della vita) è senza dubbio persona aperta sempre alla novità, ma nello stesso tempo critica – giustamente critica sul senso di tale novità. Ci sono, infatti, novità che sconvolgono («Spaurita, dall’alto mi par di osservare/ un mondo lacerato che sembra crollare/ …/ rapidi cambiamenti epocali/ con diritti raggiunti, imprese spaziali,/ progressi nei paesi musulmani,/ robot, intelligenza artificiale,/ e accanto guerre, genocidi, povertà,/ dignità calpestata» – da Contrasti) e novità che confortano come la presenza di un amico (amico evocato con queste parole in chiusura della prima parte della raccolta: «Con viso aperto/ e trasparenza negli occhi,/ è un vento benefico/ che un equilibro restituisce,/ è una brezza marina/ che adagio ti sprona a ripartire,/ a riprendere in mano/ le redini della vita» – da L’amico vero). Sta all’uomo avvertire la direzione alla ‘piena umanità’ cui ogni persona è chiamata, rendersi conto che occorre «la capacità di meditare sulla vita,/ sui cambiamenti repentini,/ le cose irrisolte, i problemi accantonati/ e guerre… guerre nate con l’uomo/ e che con l’uomo periranno» (da Silenzio amico). È però inutile rifugiarsi «nel ricordo di tempi lontani/ quando tutto affascinava/ e un niente appagava», perché «Vivere in pace con tutti è un sogno/ che morirà con l’uomo» (da Sguardo sul mondo).

Così Wanda Lombardi ci sprona ad essere consapevoli del nostro tempo nel nostro tempo, cioè ad essere ‘presenti’ e non ‘assenti’ col cuore e con l’anima: il mondo in cui viviamo è il nostro mondo, non ce n’è un altro. Un richiamo da non sottovalutare, mai. Marco Zelioli

 

La ballerina senza memoria di Maria Sofia Palmieri

Dopo il successo del racconto La notte Bianca, da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale, Maria Sofia Palmieri torna con il romanzo La ballerina senza memoria, edito come il primo da AG Book Publishing.

La protagonista è Bianca, che lavora duramente per realizzare il suo sogno di diventare una Prima Ballerina, in una prestigiosa Accademia di danza nella campagna inglese. Sacrifici, impegni e tenacia riempiono le sue giornate. Ma qualcosa va storto e la ragazza si ritrova al punto di partenza. Attraverso un viaggio fantastico, durante il quale farà incredibili incontri e vivrà straordinarie avventure, la giovane danzatrice comprenderà chi è davvero e scoprirà che l’amore e la passione possono portare ognuno di noi a un nuovo livello della propria esistenza e identità, per continuare a rinascere sempre.

Maria Sofia Palmieri è nata a Roma nel 1992. È attrice teatrale, televisiva e cinematografica, ballerina e psicologa attiva nell’ambito della ricerca sulla danzaterapia. Ha iniziato il suo percorso artistico a diciannove anni, spaziando dal teatro classico al metodo Stanislavskij-Strasberg.
Ha studiato all’accademia di Yvonne D’Abbraccio e alla scuola di Gisella Burinato. Ha scritto il soggetto del film I Love You, Maria (2022) e vari adattamenti per il palcoscenico. Nel 2023, ha pubblicato per AG Book Publishing La notte Bianca, che ha ispirato l’omonimo spettacolo teatrale.

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