Letture a gennaio: i saggi ”Da Dio a Trump” e “L’Europa che non è stata”. A Genova le presentazioni del giallo “I segreti della nebbia”
Da Dio a Trump Crisi cattolica e politica americana
Accompagna l’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump il nuovo libro pubblicato, Scholé dell’Editrice Morcelliana, in libreria dal 20 gennaio: Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana è il nuovo saggio di Massimo Faggioli, professore ordinario nel Dipartimento di Teologia e Scienze religiose della Villanova University (Philadelphia) e collaboratore di numerose riviste italiane e internazionali, columnist per «Commonweal» e «La Croix International». Massimo Faggioli è autore di numerosi testi e analisi su chiesa e politica e ha pubblicato per lo stesso editore nel 2021 il testo Joe Biden e il cattolicesimo negli Stati Uniti (Scholé, anche in traduzione francese e inglese).
Il nuovo libro, collana Orso blu, racconta la profonda crisi, anche religiosa, che sta sconvolgendo gli Stati Uniti e in particolare approfondisce che cosa sta accadendo nel mondo cattolico e nell’America che ha portato Trump a essere nuovamente eletto il 5 novembre 2024. Faggioli descrive il cattolicesimo made in USA, il tramonto del cattolicesimo liberal e democratico, la conclusione della presidenza Biden e l’affermazione di un populismo trumpiano che ha fatto emergere all’interno della Chiesa spaccature che non sono solo politiche o teologiche, ma anche di civiltà. In America c’è ancora un bisogno di spiritualità, di comunità e di Dio che viene nutrito in modi nuovi anche sulla scena politica. Il movimento populista di Trump è una risposta – semplicista, violenta e vendicativa quanto si vuole – alle incertezze economiche e sociali dell’America e un riscontro a quella ricerca di senso che emerge da un ordine del mondo novecentesco visibilmente alle corde.
L’Europa che non è stata. Intervista a Alexander Dubček di Renzo Foa, pubblicato da Succedeoggi Libri.
Quest’opera raccoglie l’intervista storica a Alexander Dubček, realizzata da Foa alla fine del 1987, durante il fermento della Perestrojka. Si tratta di un documento di grande rilevanza storica e politica, in cui Dubček, figura simbolo della Primavera di Praga, riflette sulla possibilità di riformare il socialismo in chiave democratica. Il volume, impreziosito da un’introduzione di Stefano Folli e da una postfazione di Andrea Graziosi, esplora anche il ruolo dell’Occidente nel fallimento di quel progetto.
L’Europa che non è stata rappresenta sicuramente un contributo significativo per riflettere su uno dei momenti cruciali del Novecento e sulle sue implicazioni ancora attuali. Alla fine del 1987 Renzo Foa – all’epoca firma di punta del quotidiano l’Unità di cui avrebbe assunto la direzione tre anni dopo – ottenne una clamorosa intervista da Alexander Dubček che vent’anni prima, era stato protagonista e vittima della Primavera di Praga, ossia quella grande rivoluzione che aveva tentato di emendare democraticamente il socialismo prima di essere spazzata via dai carri armati di Mosca. Si era nel pieno della Perestrojka, vale a dire quel convulso processo riformatore tramite il quale Michail Gorbaciov stava cercando di trasformare la morente Unione Sovietica. L’intervista a Dubček, che per vent’anni era stato segretato nel più totale silenzio dal regime comunista, suscitò immediatamente enorme attenzione in tutto il mondo, proprio perché il padre della Primavera di Praga poteva legittimamente essere considerato il primo – e più attendibile – uomo di Stato che aveva cercato di far evolvere il modello “comunista” in chiave democratica. Proprio la “riformabilità del comunismo” è il tema di fondo dell’intervista. La storia ha dimostrato – come in questo volume testimoniano sia l’introduzione di Stefano Folli sia la postfazione di Andrea Graziosi – che il fallimento di quel processo non è solo insito nell’idea socialista della società ma anche nell’indisponibilità reale dell’Occidente, all’epoca, di sostenere il progetto di Gorbaciov.
Renzo Foa (1946-2009) è stato il primo direttore de l’Unità non espresso dalla gerarchia del Pci. In seguito, è stato prima editorialista de Il Giornale e poi direttore di Cronache di liberal. Dopo i volumi Il decennio sprecato. Ma è davvero impossibile cambiare l’Italia?, Liberal libri, 2005, In cattiva compagnia. Viaggio tra i ribelli al conformismo, Liberal libri, 2007 e Noi europei. Un dialogo tra padre e figlio, con Vittorio Foa, Liberal, 2008, una vasta raccolta di suoi articoli è uscita per Marsilio con il titolo Ho visto morire il comunismo, 2010.
Giovedì 30 gennaio e giovedì 20 febbraio 2025: due appuntamenti a Genova per scoprire l’ultimo giallo dalle tinte noir ambientato nell’entroterra ligure.
Genova – Matteo Monforte torna con un nuovo romanzo, I segreti della nebbia, disponibile in libreria a partire da lunedì 27 gennaio 2025, pubblicato dalla casa editrice Fratelli Frilli Editori.
Il libro sarà presentato
giovedì 30 gennaio, alle ore 18, alla Feltrinelli di Genova (Via Ceccardo Roccatagliata Ceccardi 16-24)
e giovedì 20 febbraio, alle ore 18:30, alla libreria sociale Bla Bla Book (Salita del Prione 34).
Ambientato nell’autunno del 1988, il giallo dalle tinte noir si svolge nel piccolo borgo di Crocefieschi (Genova), dove la morte misteriosa di Billo Bianchi, un diciottenne amato dalla comunità, scuote la tranquillità del paese. Il giovane viene trovato nudo sotto il cartello di benvenuto del paese, un ritrovamento che spinge Oscar De Ferrari, ex bassista punk e giornalista musicale, a investigare su un segreto oscuro che da anni incombe sul paese dell’entroterra ligure. Matteo Monforte si ispira a un caso di cronaca nera realmente accaduto nel 1988 a Goro nel ferrarese, dove il cadavere di un giovane con problemi cognitivi venne ritrovato nudo e martoriato sotto il cartello del paese. A distanza di decenni, il caso resta irrisolto ed è tutt’oggi considerato uno dei primi grandi cold case italiani, senza che siano stati individuati i responsabili.
«Ho preso ispirazione – spiega Matteo Monforte, autore del romanzo – da questo fatto reale, ma ho inventato completamente lo sviluppo e l’epilogo, trasportando l’omicidio nelle mie valli, nel borgo di Crocefieschi, luogo della mia infanzia e delle estati più belle della mia vita».
Il romanzo intreccia le suggestive atmosfere degli anni ’80 con temi sociali e una colonna sonora che accompagna il lettore lungo tutto il racconto. Il protagonista, Oscar, un antieroe segnato da un passato travagliato, si trova a collaborare con Nina Valfiori, una giornalista di cronaca, e il capitano del Nucleo Operativo Giulio Scandale. Insieme, i tre affrontano un’indagine ricca di colpi di scena che porterà Oscar a confrontarsi con i propri demoni interiori, intraprendendo un percorso di crescita e scoperta personale. «Ho voluto riportare, sia nella scrittura che nella narrazione, le atmosfere degli anni ’80 – aggiunge l’autore del romanzo – un periodo in cui il modo di vivere era ancora semplice e genuino, ma che iniziava a confrontarsi con un’Italia in pieno cambiamento, segnata dal caos degli anni di piombo e dalla piaga dell’eroina. Questo romanzo è un omaggio a Crocefieschi, all’Italia di quegli anni e alla musica punk, che proprio in quel decennio ha raggiunto il suo apice e ha assistito alla sua fine».
Matteo Monforte nasce a Genova nel 1976. Nella vita scrive per la tv e per il teatro. Ha collaborato per dieci anni come autore con Zelig e scritto testi per alcuni tra i più importanti comici del panorama italiano, come Maurizio Lastrico, Antonio Ornano, Beppe Braida, Teresa Mannino, i Turbolenti, Enzo Paci, Baz, Beppe Grillo e Pierpaolo Spollon. Ha pubblicato tre romanzi: La vanità dei pesci pulitori (2019, premio della critica Gualco Felici), Dodici lumache e una banana split (2020) e Quanto bevono gli avvocati (2021).
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