Lettere del Gruppo EveryOne ad Antonio Di Pietro e Debora Serracchiani
Da un lodo a un decreto legge, da un provvedimento (centrale o locale) a un’esternazione, da una dichiarazione pubblica alla risposta a una critica proveniente dall’estero: ormai è chiaro che la malattia del nostro Paese non è incarnata dal solo Berlusconi, con le sue amicizie pericolose, i suoi conflitti di ogni genere, la sua lussuria sadomasochistica. No. L’orgia del potere – in cui su altari osceni si bruciano le conquiste della civiltà, i valori morali e le pagine della Costituzione – vede partecipare ai vari “trenini” quasi tutta la classe politica che possiede ruoli decisionali e conduce lo “stivale” verso il baratro dell’inciviltà, della perversione, della crudeltà verso i deboli e gli indifesi, dell’apartheid, della dittatura. E’ “satanismo di Stato” e il Presidente della Repubblica regala un beneplacito – che in apparenza sembra provenire da un pulpito di saggezza e autorevolezza – all’abominio. Presidenti..! sembra che la collettività non impari mai la lezione della Storia, che ha visto così spesso in cima alla piramide del potere uomini senza grandezza morale, senza coraggio civile, senza una grande anima. Se fossimo privi anche della la tua “scimitarra”, carissimo Antonio Di Pietro, non ci sarebbero solo “piume” e indifferenza, ma armi e strumenti di tortura ben più atroci: quelli che già dilaniano le carni scure di rifugiati e Rom, che colpiscono chi ha il coraggio di ribellarsi e fanno a pezzi gli innocenti. Noi abbiamo fede in un futuro diverso. Non accettiamo la fine dei valori civili e umanitari né la metamorfosi kafkiana del diritto e dei principi morali. Viviamo in un Paese dove show televisivi e politici sostituiscono la crescita culturale e civile, dove i ragazzi imparano solo a essere ligi e disciplinati, ad aver paura di un mondo che vive (perché i movimenti migratori non sono che questo), mentre all’Italia di oggi occorrono ribelli e idealisti. I nostri attivisti resistono e resisteranno, fino a vedere quell’alba di un nuovo giorno in cui neanche tu hai rinunciato a credere, con le armi della ragione, della nonviolenza, della tradizione democratica e di testi illuminati come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Convenzione di Ginevra, il Vangelo, le parole sagge di Gandhi, quelle sognanti di Martin Luther King, quelle piene di innocente speranza del Diario di Anne Frank. Queste parole, questi ideali brandiremo anche noi, come “scimitarre”, caro Antonio Di Pietro, contro i fantasmi di una regressione civile che prendono corpo e si moltiplicano ogni giorno. Con solidarietà, ammirazione e fiducia. Il Gruppo EveryOne
Milano, 24 luglio 2009
Cara Debora Serracchiani,
innanzitutto, complimenti per le tue idee e per come le porti avanti: è qualcosa di nuovo, di accessibile a tutti, di chiaro, di onesto e democratico, in un momento di caos e crisi dei valori. La nostra organizzazione per i Diritti Umani, il Gruppo EveryOne, vive quotidianamente la tragedia delle politiche xenofobe, razziste e vessatorie nei confronti delle minoranze condotte sia dalla destra che, purtroppo, da una parte consistente della “sinistra” italiana (le atrocità contro Rom e migranti commesse da Veltroni, Cofferati, Domenici, Chiamparino, Ceriscioli e molti altri sindaci-sceriffi sono documentate e orribilmente evidenti, come le posizioni di altre personalità politiche sedicenti “democratiche”). La tua politica, riassunta con semplicità e freschezza nel tuo blog, è lontana dalla demagogia imperante. Chi ama la democrazia, non può non apprezzare le poche parole intelligenti, civili, democratiche e umane con cui proponi le tue idee alla gente. Gli altri, nel tuo partito e più in generale nel “centro-sinistra”, purtroppo, non amano tali caratteristiche e non sembrano apprezzare le idee chiare, come dimostra la “purga” effettuata durante la scelta delle candidature europee, quando gli artefici di Direttive e Risoluzioni di enorme valore per l’Unione europea dei Diritti Umani sono stati potati come rami inutili di un albero omogeneo, a partire da Pannella e Cappato (eletti nel Pd alle precedenti europee). Al loro posto, ora abbiamo all’interno del Parlamento europeo persone lontane ani luce dalla cultura della civiltà e dell’accoglienza, da Cofferati a Domenici, due politici lodati più volte da Lega Nord, Forza Nuova e anche da movimenti xenofobi e neonazisti come Storm Front o White Pride. Contemporaneamente, anche nei comuni “di sinistra”, le azioni di persecuzione contro i Rom, gli sgomberi-pogrom, gli arresti, gli allontanamenti ed espulsioni di migranti e la repressione dei senzatetto continuano, sgranandosi un interminabile rosario di dolore, disperazione e morte. E mentre le autorità e le forze dell’ordine braccano per le città famiglie Rom in condizioni tragiche, bimbetti a piedi nudi, poveracci e profughi, la criminalità organizzata segna un record dietro l’altro e si diffonde inarrestabile da sud a nord. E’ di oggi la divulgazione dei dati dell’ennesimo rapporto sulla droga in Italia, a cura di Prevo.lab e riguardante la Lombardia: i consumi salgono senza freno. Secondo i criminologi, lo spaccio di sostanze stupefacenti è la cartina al tornasole che rivela la forza e la presenza della criminalità organizzata, che in Italia ha ormai raggiunto i massimi livelli di potere e impunità. La commemorazione del 17° anniversario del martirio di Paolo Borsellino non ha visto alcun politico partecipare, accanto ai familiari e a un manipolo di giovani, perché Borsellino rappresenta il coraggio di chi, per combattere il cancro della Mafia, scavò nella vera materia in cui essa cresce e si diffonde: materia di cui si nutre il potere costituito (potere senza colore, se non quello dei soldi), ancora oggi. Basta pensare, cara Debora, a quante pagine hanno speso i giornali di “sinistra” per gli scandali berlusconiani e a quante poche righe siano state invece dedicate alla notizia dell’indagine per coinvolgimento in attività mafiose di alcuni senatori della Repubblica, uno dei quali – e anche questo fatto è stato trascurato dai media e nelle dichiarazioni dei politici – era presente alla “cena delle beffe” fra Berlusconi, Alfano, Letta e il giudice costituzionale Mazzella. A proposito dei sospetti riguardanti collegamenti fra Mafia e politica, ti copio in fondo alla lettera il pensiero che espresse Paolo Borsellino, offrendo alle Istituzioni consigli regolarmente ignorati dalle stesse. Si parla e si scrive tanti di protezione dei giovani. Ma da cosa li si vuole proteggere? Dalla verità? Il crimine organizzato porta rovina fra i giovani italiani, con le seduzioni della droga e del denaro facile, con la cultura della paura, con la corruzione in ogni comparto sociale. La reazione delle Istituzioni è di indifferenza, anche verso la tragedia della droga: nessun programma di educazione contro le tossicodipendenze, nessuna campagna mediatica, nessun progetto per combattere la piaga del nostro tempo. Per quanto riguarda i “diritti civili”, che un tempo erano un punto focale nelle politiche di “sinistra”, oggi sono stati dimenticati. Il nostro gruppo – talora appoggiato dai Radicali, sostenuto da Di Pietro, tenuto in considerazione da Fini – ha contribuito all’approvazione di Risoluzioni Ue e delle Nazioni Unite contro le politiche razziali in Italia; attualmente è impegnato per dimostrare l’illegittimità e l’aberrazione che permeano l’intero corpus della Legge 733 B sulla “sicurezza”. Consiglio d’Europa e Commissione europea hanno già emanato pareri contrari al testo e presto si pronunceranno altre Istituzioni: dalla Corte Europea dei Diritti Umani alle Nazioni Unite. Se fossimo meno soli! Che svolta si potrebbe imprimere, a questo nostro Paese sprofondato nell’intolleranza, nella corruzione, nella perversione e nella barbarie. Attualmente, ci sentiamo molto più vicini alla “scimitarra” (una scimitarra civile e nonviolenta) di Di Pietro (un vero amico e un vero patriota, in questo frangente) che non all’inconsistenza, all’opportunismo e alla mancanza di ideali dei candidati alla segreteria del Pd. Che delusione, il
loro impegno profuso soltanto per i propri interessi e la propria vanagloria, a bordo delle varie carrozze del “trenino dei privilegi”! C’è bisogno di persone come te, cara Debora, per sperare che la triste realtà della politica italiana assuma una svolta virtuosa e ritrovi la via dei Diritti Umani e dei valori democratici. Non arrenderti. Non ridimensionare i tuoi obiettivi. Se vuoi conoscerci meglio, visita il nostro sito e consulta la documentazione sullo “scandalo-Italia” che raccogliamo da anni. Un abbraccio da tutti noi. Il Gruppo EveryOne
Mafia e politica
di Paolo Borsellino
L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati. Dalla lezione del 26 gennaio 1989 all’Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa.
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