Lettera di minacce contro Berlusconi: sembra proprio un bluff
“Lasciate la politica e il primo (Berlusconi) si consegni alla giustizia comune perché in quella comunista la sentenza sarà inevitabile”, si conclude il messaggio consegnato alla Digos di Roma. Vi sono elementi, nella lettera, che non convincono e inducono a sospettare che essa sia stata scritta ad arte per gettare un salvagente a un annaspante Silvio Berlusconi, inducendo i suoi alleati a temere una “minaccia rossa” quanto mai anacronistica e magari al fine di sollevare il consueto “allarme sicurezza” già alla base di avventati provvedimenti di urgenza. Innanzitutto, non vi è traccia in rete, neanche nei blog frequentati dalla sinistra rivoluzionaria di un gruppo denominato “Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente”, che sembra rievocare ad arte lo spettro delle Brigate Rosse: il Partito Comunista Combattente e le Unità Comuniste Combattenti erano cellule distaccatesi durante gli anni di piombo dalle Brigate. Ma anche ipotizzando l’esistenza di un nucleo rivoluzionario e di una milizia segreta in grado di attuare “una vera e propria rivoluzione armata come a Cuba”, rimasto fino ad oggi congelato come in un film di spionaggio, è impossibile non notare quanto il linguaggio usato nella lettera sia lontanissimo da quello riconducibile all’estrema sinistra. Quale rivoluzionario scriverebbe, in una missiva di minacce: “Dimettetevi entro le 23:59” (questa sì pare un’espressione tratta dalla sceneggiatura di un film d’azione con Bruce Willis!) oppure, elencando i tre avversari presi di mira, definirebbe, dopo i nomi di Berlusconi e Fini, il leader dela Lega Umberto Bossi con la reboante qualifica di “nuovo capo delle camicie nere”? Una definizione tanto celebrativa quanto irreale, tanto più dopo il fallimento del progetto-ronde! Quale sia il proposito con cui un “lumbard” abbia scritto, verosimilmente, la lettera possiamo solo intuirlo, ma di certo ci troviamo di fronte a un tentativo – piuttosto goffo, quasi comico – di mettere l’ennesima aureola – quella del martire – intorno al capo di Silvio Berlusconi.
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