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Lettera Aperta – Mentre il sisma imperversa il gasdotto SNAM avanza nelle aree terremotate

Lettera Aperta – Mentre il sisma imperversa il gasdotto SNAM avanza nelle aree terremotate
Aprile 10
12:26 2018

Treia. La mattina del 10 aprile 2018 sono stato svegliato da una scossa di terremoto di magnitudo 4.7, la casa ballava “allegramente” come sta succedendo da ormai due anni, a scadenze quasi regolari. Ho subito ripensato all’incontro svoltosi a Passo Treia, l’8 aprile scorso, dal titolo “Amara, dolce terra mia: sindaci a confronto sul dopo sisma” a cui hanno partecipato alcuni sindaci del “cratere” maceratese assieme all’on. Tullio Patassini di Treia (da poco eletto per la Lega). I sindaci ed il Patassini hanno parlato di un “dopo sisma” che in realtà è di là da venire… anzi, la terra trema ancora, a Muccia ed a Pieve Torina ci sono stati nuovi crolli.

Questa persistenza sismica mi fa molto temere sui rischi per il nostro territorio dell’avanzata del gasdotto Snam Rete Adriatica Brindisi-Minerbio, del diametro di ben 120 cm, un’infrastruttura di quasi 700 km di lunghezza (collegata a sua volta al TAP dell’Azerbaigian), che sta attraversando tutte le aree a più elevato rischio terremoti dell’Italia centrale, compresi ben tre crateri sismici tra Umbria, Marche ed Abruzzo, nonché le zone di alto pregio naturalistico dell’Appennino (considerando -inoltre- che a lato, come non bastasse, insiste il fracking delle trivelle nell’Adriatico).

Queste opere servono esclusivamente al progetto di trasformare il nostro paese in un HUB DEL GAS, per l’import/export di metano, riservato al profitto del proponente. Sono scelte imposte dall’alto, non giustificate da finalità di pubblica utilità, perché il gas che attraverserà il metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi.

Con una vera e propria beffa, si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi sulle comunità locali, che dovranno pagarne i pesanti effetti sul turismo, sull’agricoltura, su un’economia locale già messa gravemente in ginocchio.

La decisione di trasformare l’Italia in un HUB DEL GAS è stata presa senza alcun dibattito pubblico e senza Valutazione Ambientale Strategica, in un paese che è tra i più vulnerabili in Europa per il rischio sismico e quello idrogeologico.

Intanto la popolazione si sta attivando: a Sulmona, in Abruzzo, per il 21 aprile 2018 si terrà una manifestazione di protesta contro il pericoloso gasdotto (per adesioni: Sulmona21aprile@gmail.com). Speriamo che anche nelle Marche qualcosa in tal senso si muova (ditelo all’on. Patassini)…

 

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