Lettera aperta dello scrittore Enzo Randazzo al Presidente della Repubblica
Lettera aperta dello scrittore Enzo Randazzo al Presidente della Repubblica On.le Sergio Mattarella
Grazie Presidente!
La sua presenza aggregante e qualificante alla Cerimonia inaugurale, in sintonia con il Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè. il Ministro ai Beni culturali, Alessandro Giuli e ad altre autorità, tra cui il Governatore Renato Schifani e il Presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. ha elevato il livello internazionale dell’evento, dandogli lustro e spessore politico-culturale.
Nel suo appassionato, pregevole, encomiabile e largamente condiviso intervento ha sottolineato l’importanza odierna della “… cultura … sorgente di umanità cui attingere per dotarci di nuovo dinamismo. ‘nonché” . .. la connessione tra cultura e natura … al centro del … programma di Agrigento Capitale della Cultura 2025 … quanto mai attuale e incalzante. “
La Sicilia è un’isola fortunata, una terra baciata dal Signore perché è al centro del Mediterraneo e per questo nel passato, nella storia, è stata protagonista di scontri ed incontri di tante civiltà. La Sicilia ha conosciuto la cultura greca, romana, ma anche araba, spagnola, francese, catalana e aragonese. Un’eredità culturale che abbiamo ricevuto e poi abbracciato, riconoscibile in quelle tracce significative che caratterizzano l’essere siciliano. Mi riferisco a quella capacità di sintesi, quella capacità di aprirsi al nuovo, al diverso. La Sicilianità si è consolidata negli anni perché la mia isola è stata terra di emigrazione per poi diventare terra di immigrazione ed accoglienza. I Siciliani sono andati a lavorare in Sud America, in Nord America, in Nord Europa, in tutti i paesi del Mediterraneo e della Terra.
Dovunque sono emigrati, i Siciliani hanno portato il segno della loro forza, della loro energia, della loro laboriosità, della loro onestà e della loro capacità di sacrificio. Pur conservando lingua, cultura e valori, rispettosamente si sono ben integrati con le leggi, le tradizioni, i modi di vivere dei popoli che li hanno accolti. Visitando New York o altre importanti Capitali, si scoprono tanti lavori di costruzione, urbanizzazione, restauro, eseguiti da italiani e, in particolare, da Siciliani. Nelle Capitali del mondo i migliori ristoranti del centro sono Siciliani. Ti guardi intorno e vedi i grattacieli; e chi li ha costruiti? Architetti italiani e siciliani. E così anche per il nord Europa. Gli straordinari ponti che collegano alcune città europee sono spesso opera di Italiani e Siciliani.
Questa grande voglia di crescere ed integrarsi è una caratteristica che ho ritrovato anche in tanti amici italiani emigrati in Argentina, in un mio recente ciclo di Conferenze, in occasione della Settimana della Lingua e della Cultura Italiana nel mondo.
Se i Siciliani sono famosi ed apprezzati nel mondo è per la loro capacità di fare due o tre lavori. Ricordo che un mio compaesano, emigrante, la mattina lavorava in fabbrica, il pomeriggio faceva il servizio cadetto e la notte faceva il fornaio.
Soffermandosi sulle «maschere eterne» del Premio Nobel Luigi Pirandello, Mattarella ha evidenziato il rischio che oggi la Cultura si conformi in un’unità indifferenziata, trascurando il paesaggio, il clima e l’ambiente: « Mai come adesso comprendiamo l’esigenza di un riequilibrio, la sua urgenza, quella di un nuovo sviluppo, che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini … Viviamo un tempo … in cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza», mentre «la Cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà … Mai come adesso comprendiamo l’esigenza di un riequilibrio, la sua urgenza, quella di un nuovo sviluppo, che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini”.
La Cultura deve andare nel profondo delle cose e non restare nelle apparenze. Ricordando Empedocle, il Presidente Mattarella ha evidenziato che «l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte».
Agrigento Capitale della Cultura 2025 può ancora e deve mettersi alla ricerca per sviluppare l’angolazione del mondo possibile con la presunzione e il desiderio di saper scoprire valori positivi da offrire alla contemporaneità.
Fuoco, terra, aria e acqua dovranno divenire «un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, rigenerare coesione, di procedere insieme».
Bisogna andare oltre, girare l’angolo e penetrare la realtà con l’umiltà di scoprire qualcosa di diverso, propositivo e profondo. Come ci ha insegnato il Maestro Sciascia, la verità è difficile da oggettivare e mantenere come valore assoluto poiché un dettaglio cambia tutto.
Un treno irripetibile “ da non perdere” secondo il Presidente della Regione Siciliana Schifani “non solo per il rilancio ed il riscatto di Agrigento, e dell’intera Sicilia.. “ ma anche per concretizzare “ .. sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali ed imprenditoriali sorrette dall’impegno di realizzazioni concrete ,,, in Agrigento,… come la Sicilia intera, … culla della cultura, della civiltà, della filosofia, della letteratura e del diritto“.
“È un giorno importante per Agrigento e tutto il territorio agrigentino e Lampedusa”, ha ribadito, confortato ed ottimista il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè “ … Il 2025 deve essere un punto di partenza affinché poi Agrigento possa godere di quanto si è fatto in questi anni … Io vado oltre, vado avanti … non conosco polemiche”.
Anche per questa miracolistica scommessa della classe politica siciliana, carissimo Presidente Mattarella, La ringraziamo, augurandoci che si mettano da parte tutti i particolarismi politici e che il suo seme di speranze per Agrigento Capitale della Cultura 2025 fecondi una Sicilia punto di aggregazione del nord Europa con il sud del mondo. che garantisca scambi commerciali, amicizia, solidarietà e aiuto, nell’ideale della fratellanza, dell’amicizia, della solidarietà e, soprattutto, nello spirito della libertà democratica. Una Cultura che stimoli la capacità di riflettere e maturare valori idonei a costruire una società più giusta, più libera e più sviluppata in cui tutti hanno il diritto di vivere. Un mondo in cui tutti abbiano il diritto di sperare, in cui tutti abbiano il diritto di sognare.
Enzo Randazzo
Enzo Randazzo
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