Lettera aperta al Comune di Rocca Priora
Lettera aperta al Comune di Rocca Priora: la disperata ricerca di finanziamento. Che le casse dei comuni italiani siano disastrate non è una novità. Ciò che differenzia i comuni è il virtuosismo nel risanamento finanziario e del bilancio. Si possono fare programmi nelle entrate e ridurre le spese; rivalutare il patrimonio comunale; incentivare le attività commerciali; potenziare le strutture turistiche (considerata la natura territoriale); qualsivoglia forme di sviluppo di indirizzo sociale. Si può più semplicemente aumentare le tasse, o ricorrere alla ricerca di vecchi tributi ricorrendo ad interessi e mora da applicare ai cittadini. Semplice sanare i dissesti economici, e portare in attivo il bilancio comunale, tanto paga Pantalone. È su quest’ultimo indirizzo che l’amministrazione del nostro comune ha instradato la pianificazione economica. Sono state inoltrate multe inerenti un facinoroso abbandono dei rifiuti solidi urbani, identificati ancor prima che il servizio di raccolta giornaliero avvenisse. Da oltre un anno l’orientamento si è sviluppato sul recupero della più amata delle tassazioni: la TARI. Questo tributo ha subito negli anni molte modifiche di legge, dove l’onere primario dei comuni è da definire nella conoscenza delle eventuali variazioni abitative che si verificano. La legge prevede, per i comuni, l’invio di questionari ai cittadini, e la verifica della reale superfice e residenza degli stessi. Potrebbe essere semplice, gli uffici comunali dispongono di tutti i dati catastali e di residenza. O almeno dovrebbero! Ci sarebbe un altro sistema più sociale per equilibrare i bilanci, cercare gli evasori totali. Esiste un’anagrafe, figli che sono iscritti nelle scuole con rimborsi scolastici, richieste di agevolazioni fiscali. Si chiede: è mai stato fatto un censimento anagrafico e di locazione? Come mai le cantine di Rocca Priora (grotti comprese) sono diventati appartamenti? Sono accatastate e come si è proceduto all’abitabilità? Per gli uffici tributari di Rocca Priora non è così. Non hanno dialogo con gli altri uffici dove sono registrati i dati dei cittadini, è più semplice supporre dati catastali e non perdere tempo in lavori stressanti inviando questionari ai cittadini. Per il catasto è semplice: se disponi di cinque vani sono 100 mq. Per il resto si inviano cartelle di omesse dichiarazioni o tardati pagamenti. Sono i cittadini chiamati ad effettuare il ricorso. Il Comune di Rocca Priora ha redatto un “Regolamento per la disciplina della TARI”. Riporto alcuni passaggi che ritengo fondamentali. All’articolo 30 – Verifiche ed accertamenti sono riportati i seguenti commi: 1. Il Comune svolge le attività necessarie al controllo dei dati contenuti nelle dichiarazioni presentate dai soggetti passivi e le attività di controllo per la corretta applicazione del tributo. A tal fine può: – inviare al contribuente questionari da restituire debitamente compilati entro il termine di 60 giorni dalla notifica; (è prevista una sanzione economica per la mancata restituzione del questionario art. 21 comma 4) – omissis – accedere ai locali ed alle aree assoggettati al tributo, mediante personale debitamente autorizzato dal funzionario Responsabile, dando preavviso al contribuente di almeno 7 giorni, … omissis
3. Per le finalità del presente articolo, tutti gli uffici comunali sono obbligati a trasmettere all’ufficio tributi, nel rispetto delle vigenti normative in materia di trattamento dei dati personali, periodicamente copia o elenchi: – omissis – di ogni variazione anagrafica relativa alla nascita, decesso, variazione di residenza e domicilio della popolazione residente.
I cittadini si sono visti arrivare cartelle di accertamento astronomiche con richieste di mora ed interessi calcolati sugli anni regressi. Nulla di quanto previsto nel regolamento è stato effettuato L’inefficienza di dialogo degli uffici amministrativi, nell’espletare il proprio lavoro al fine di adeguare la vecchia IMU alla nuova legge del 2011 rendendo adeguato servizio ai cittadini, si pone come azione repressiva ed estorsiva nei confronti dei cittadini stessi. Presentandosi all’ufficio tributi per revisionare o promuovere ricorso, ci si imbatte nella presunzione arrogante degli operatori che alla richiesta di chiarimenti e presentazione di documenti concernenti l’abitazione rifiutano la revisione degli atti, dichiarando che se si vuole bisogna fare ricorso alla “Segreteria della Commissione Tributaria”, aggiungendo (in modo sarcastico) che bisogna andare al centro di Roma, GRAZIE. Alcune illazioni si basano sul fatto che i cittadini debbano comunicare agli uffici eventuali modifiche o ciò che la legge modifica. Il cittadino comunica all’anagrafe variazioni di indirizzo che i vigili provvedono a certificare; nel caso di decessi avviene la stessa comunicazione agli uffici preposti. Se gli uffici comunali non sono in grado di comunicare tra loro, la domanda sorge spontanea: “per quale motivo teniamo in piedi uffici e stipendi di dipendenti se le operazioni sono demandate ai cittadini”? Si ritiene che una corretta amministrazione sia in grado di elaborare servizi per i cittadini, tenendo conto che la richiesta di mora è stata inviata a persone che pagavano i tributi, inviati dallo stesso ufficio. La mancata azione di coordinamento degli uffici ha generato la disfunzione di calcolo inerente la TARI. Scaricare sui cittadini l’onere di interessi e more per un servizio non eseguito dagli organi predisposti non può non considerarsi che vessatorio. Effettuare un ricorso significa rivolgersi ad un avvocato un costo per il cittadino, un paradosso poiché un eventuale avvocato di parte amministrativa è sempre pagato con i tributi dei cittadini. È compito della politica riequilibrare il conflitto uffici amministrativi – cittadini, sia nel rispetto del regolamento comunale, quanto nella funzionalità degli uffici competenti. Sindaco e Consiglieri sono eletti dai cittadini affinché diritti e doveri abbiano un equo peso sulla bilancia sociale.
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