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L’estate sulle montagne…russe

L’estate sulle montagne…russe
Giugno 26
15:10 2019

Non è bastato l’inverno, e prima il cosiddetto autunno caldo (che non è più autunno senza il suo attributo ormai da anni): alle prese con un governare che ora sì che ci fa sentire ‘responsabili’ dei destini di tanta gente che non può nemmeno più attraversare il territorio italiano, col risultato che se c’era chi faceva finta di non saperne niente di questo problema o di questa risorsa, dipende da come la si vede, ora non può più ignorare. La tragedia sembra riverberare nella tragedia con genitori, anche immigrati dalle ultime cronache, che oltre alla compagna di vita tentano di uccidere, e a volte ci riescono, anche i figli, portandoseli dietro o mandandoli in un altrove che credono migliore, senza farli arrivare a decidere da sé cosa fare della propria esistenza. La miseria prende il posto della povertà e mentre questa è una condizione contingente, quella è una condizione di impotenza che divora ogni altra considerazione o creatività nel trovare soluzioni che magari esistono. Se ne vanno così anche alcune coppie d’anziani, soli, forse malati, di certo stanchi e disperati seppure alloggiati in appartamenti con l’aria condizionata in quartieri una volta distanti dai margini e il caldo insopportabile di queste ultime estati, fra le più calde del secolo, pare esaltare ogni insana decisione.

Anche chi vorrebbe restare, convinto che si possano trovare soluzioni, sembra che il cielo sia ansioso di riprenderselo come accaduto, tragicamente, al sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini (le esequie in forma pubblica avranno luogo giovedì 27) ed al suo delegato Vincenzo Eleuteri, due persone adulte seppure giovani, due esempi umani per fortuna, ‘condannati’ dal pensare più agli altri che alle proprie ustioni, al gas trasparente che li andava avvelenando… Anche una donna che tentava di rimettere nel suo nido un uccellino piccolo caduto giù è scivolata dalla scala nel suo intento di bontà e non c’è più. Nella tristezza di questa estate che porta le nostre emozioni sulle montagne russe di alti e bassi che s’alternano vertiginosamente, viene da pensare che fra qualche tempo, quando ci saremo allontanati dal dolore più immediato, quando non ci verrà più da piangere al pensiero di tanti lutti privati e pubblici, sentendoci vicini, davvero, alle famiglie che ricorderanno sempre….abbozzeremo un sorriso di serenità. Ché il male si passa il testimone, lo vediamo tutti i giorni nelle cronache, ma anche il bene lo fa: continuano ad esserci persone che credono nel bene, che lo esercitano, credono che si possa donare al di là dell’uso che ne facciano i riceventi, perchè chi dona lo fa senza giudicare. Ché esiste l’innocenza di gesti più o meno calcolati, spesso pericolosi, come ciò a cui ha pensato a lungo Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch che alla fine ha forzato il blocco ai porti per far sbarcare i suoi ‘naufraghi’ della povertà, della persecuzione.

Esistono addirittura programmi televisivi, in questa estate appena cominciata, come Che ci faccio qui del giornalista Domenico Iannacone o Il corpo dell’amore, raccontato dalla bravissima Enrica Bonaccorti, che ci suggeriscono di guardarci attorno perchè quelle storie, punte d‘iceberg d’una quotidianità più che complessa, ne richiamano decine di migliaia d’altre da ascoltare tutti i giorni per strada, o vissute…(la televisione in questo caso è megafono e per quanto questi siano programmi ‘scritti’ e decisi a tavolino, prendono  ispirazione dalle storie e non il contrario). Certo è chiaro: Per stare bene, per sentirsi utili, non occorre avere per forza una storia speciale, essersi arrampicati sugli specchi, soffrire come cani; chi diventa ‘eroe al contrario’ di questa umanità ipocritamente così poco riconosciuta, e oggi foraggio d’una tv che vuole dirsi diversa, ne farebbe volentieri a meno di essere fenomeno del dolore….Però è buona cosa non restare ignoranti. Gli esseri umani si alzano tutti i giorni o iniziano in qualche modo la giornata ed una parte, per i motivi più svariati, lavora per rendere la vita difficile ai propri simili, per umiliarli, distruggerli, sfruttarli. L’altra parte lavora per migliorare la vita propria e quella degli altri, riconoscendosi a volte in un unico gesto di altruismo, di coraggio, che rivela lo scopo d’una intera esistenza. Questo tutti i giorni, da quando sulla faccia di questa terra abbiamo imparato a dire ‘da sempre’. (Serena Grizi)

Immagine web: Myosotis o nontiscordardimé, piccolo fiore legato a miti e racconti d’amore, di tendenza all’infinito…

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