L’esplosione delle fioriture L’aria delle campagne del Treja
La primavera è nell’aria. Profumi, suoni, odori, colori ci parlano del risveglio della natura. Boschi e campagne si scaldano dopo il gelo e le nevicate dell’inverno. Nell’aria frizzante e sempre più tiepida, sciamano api e volteggiano bombi. Nei prati c’è una specie di sinfonia che cala solo al tramonto.
Nel tramestio del sottobosco si indovina l’attivismo di insetti e uccelli. Le punte degli alberi mostrano i primi germogli. Il verde lucente delle chiome si riverbera nell’esplosione di colori dei prati, o lungo i corsi d’acqua.
Quella del Treja è una campagna primitiva, flessuosa, con banchi di tufo levigati dall’acqua, superlativa nella sua “normalità”, spopolata e a tratti quasi impervia, che si chiude verso le forre in cui scorrono i torrenti. Una terra antica fatta di borghi medievali, come quelli di Mazzano e Calcata, dove l’aria non sa più di legna dell’inverno. Ora è leggera e vivace, dolce e ancora umida.
Quando si arriva nella valle del Treja la prima cosa che si percepisce è proprio la sua atmosfera. E anche se ancora non abbiamo visto nulla, già si sente il sapore di terra, di tufo bagnato che insieme al muschio mantiene una fine rugiada. L’aria ci presenta la carta d’identità dei luoghi, e di questo posto in particolare. Mette a nudo le componenti del paesaggio, o, per i più attenti, la sua anima. Fresca e briosa nelle forre; tiepida, ondeggiante, densa, protettiva e appena profumata, lungo i valloni fioriti più soleggiati.
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