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 L’eresia di un raggio ultravioletto come fonte dell’immagine della Sacra Sindone

Ottobre 18
17:08 2024

           Sull’enigma della formazione dell’immagine presente sulla Sacra Sindone ed a prescindere dal fatto di aver la presunzione di aver sufficientemente dimostrato, in questo blog , l’impossibilità che detta impressione possa essere avvenuta, al di fuori di qualsiasi intervento soprannaturale, secondo le  leggi fisiche oggi conosciute, mi sembra lecito formulare le seguenti considerazione dato che parecchi sindonologi, anche di fama internazionale, continuano a ritenere che l’immagine sindonica possa essere stata prodotta da un raggio ultravioletto, scaturito dal corpo di Gesù, al momento della sua Resurrezione.

          Il ricorso ad un raggio ultravioletto è giustificato dalla considerazione che solo un raggio di questo tipo possiede quelle particolari caratteristiche direzionali ( verticalmente verso l’alto, dalla parte anteriore del corpo di Gesù – resosi, tra l’altro, invisibile al momento della sua Resurrezione – e verso il basso, da quella posteriore) ritenute necessarie per poter avanzare, almeno in via di ipotesi, la possibilità di detta impressione di immagine; le suddette due proiezioni devono, comunque, ritenersi irrealizzabili, come già qui fatto presente, per la mancanza di quel necessario minimo distacco tra le due parti del telo sindonico: trattasi, infatti, di un unico telo dal quale emerge una distanza tra le immagini delle due teste contrapposte di soli pochi centimetri, assolutamente insufficiente, in quanto inferiore allo spessore del corpo di Gesù. Tale raggio, però, è producibile solo artificialmente, facendo ricorso a specifiche apparecchiature la cui presenza, nel sepolcro di Gesù, deve necessariamente escludersi.

         Il superamento della suddetta difficoltà venne proposto qualche anno addietro dal Prof. Giuseppe Baldacchini, noto e molto stimato fisico del centro ENEA di Frascati che, già da diversi anni, aveva cercato di risolvere, con massimo impegno, l’enigma della formazione dell’immagine sindonica.

        Il Prof. Baldacchini partendo, infatti, dalla considerazione che raggi ultravioletti vengono prodotti naturalmente anche in un solo caso, quello di un esplosione nucleare, determinata dall’incontro della materia con l’antimateria, proponeva la seguente sua ipotesi, precisando, comunque, che si trattava solo di un suo studio da sottoporre, comunque, a tutte le verifiche del caso.

        In un articolo dell’aprile 2022 dal titolo: “Ed io fisico vi dico come il corpo di Gesù si è smaterializzato”, il Prof. Baldacchini – “lasciando stare i miracoli fuori da questa discussine” e, quindi, credendo fermamente che qualsiasi evento, anche se apparentemente straordinario, possa e debba trovare la sua soluzione solo con esclusivo riferimento alle normali leggi fisiche oggi conosciute –spiegava come l’immagine sindonica sarebbe stata prodotta dal forte lampo scaturito dalla reazione nucleare che sarebbe avvenuta nel sepolcro di Gesù per l’incontro della materia (corpo di Gesù) con antimateria che avrebbe provocato l’annichilazione del Suo corpo con l’esplosione di energia, tramutatasi “in luce, calore e suono”: nulla veniva, comunque, precisato su come detta antimateria ( che in natura non esiste ed attualmente può essere generata solo in laboratorio) si sarebbe, casualmente, trovata nel sepolcro di Gesù.

        Va, al riguardo, rilevato come la previsione, nell’ipotesi formulata dal Prof. Baldacchini, dell’annichilazione del corpo di Gesù con la conseguente sua smaterializzazione e sparizione, in quanto trasformatosi  in energia, dalla quale sarebbe scaturito il lampo ultravioletto che avrebbe consentito l’impressione dell’immagine sindonica, costituisce una chiara ed inequivocabile negazione della Sua Resurrezione, in evidente contrasto con quanto, da sempre, insegnatoci dalla teologia dogmatica della chiesa cattolica.

        Va, comunque, aggiunto che, a seguito delle conseguenti sperimentazioni eseguite presso i laboratori dell’ENEA, il Prof. Baldacchini non ha potuto fare altro che prendere atto degli assai deludenti risultati ottenuti (ampiamente descritti in questo blog), tanto che il suo noto collega, Prof. Paolo Di Lazzaro, esplicitamente dichiarò che l’enigma della formazione dell’immagine sindonica rimaneva irrisolto, aggiungerei, in via definitiva.

         Purtroppo assistiamo, ancora oggi, alla caparbietà, da parte di alcuni sindonologi, nel ribadire il loro convincimento, ormai privo di qualsiasi valido supporto, nel ritenere l’immagine sindonica quale effetto di un raggio ultravioletto, con ciò assumendo, di fatto e per quanto sopra detto sull’esclusiva origine di detto raggio, un comportamento chiaramente eretico.

    Risposta ad alcune critiche all’articolo: “L’eresia di un raggio ultravioletto, come fonte dell’immagine della Sacra Sindone”

          Con riferimento all’articolo indicato nel titolo, che ha fatto seguito a tutti quelli precedenti pubblicati fino al 30 agosto 2024, nel quale sostengo che è da ritenersi eretico chi sostiene che l’immagine impressa sulla Sacra Sindone abbia avuto origine da un raggio ultravioletto, dato che –  sulla base di quanto affermato da valenti fisici, come il Prof. Giuseppe Baldacchini, che esplicitamente hanno sempre negato l’ipotesi di qualsiasi intervento sovrannaturale – detto raggio, sulla base delle leggi fisiche oggi conosciute, era da ritenersi prodotto esclusivamente, nell’incontro tra materia ed antimateria, dall’annichilamento del corpo di Gesù, seguito dalla sua trasformazione in energia, mi è stato da alcuni fatto notare che il riferimento a tale raggio non necessariamente dovesse significare adesione alla suddetta ipotesi di annichilimento: poteva, benissimo, infatti, essere stato lo stesso Gesù, all’atto della Sua Resurrezione (così come insegnata dalla teologia dogmatica cattolica) ad aver prodotto quel noto “lampo di luce” con le particolari caratteristiche di un raggio ultravioletto, al di fuori dell’ipotesi dell’ incontro della materia con l’antimateria, previsto dalle naturali leggi fisiche.

          A tale osservazione è facile replicare come la stessa presupponga necessariamente – escludendo, appunto, la naturale produzione di un raggio ultravioletto a seguito del suddetto incontro tra materia ed antimateria – un intervento sovrannaturale nella formazione dell’immagine sindonica che è proprio ciò che non si vuole ammettere.

            Tale ipotesi risulta, però, davvero inaccettabile: non si capirebbe, infatti, come la divina onnipotenza di Gesù Cristo – al fine di lasciare un segno tangibile della Sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione, impresso sul telo sindonico – dovesse ritenersi limitata, nel perseguimento di tale diretto risultato, in quanto condizionata a predisporre preventivamente un idoneo mezzo (lampo luminoso con caratteristiche ultraviolette)  che, comunque, sperimentalmente, si è rivelato inadeguato, come ampiamente dimostrato. E’ evidente, quindi, come una simile ipotesi sia tanto irragionevole e priva di senso da rendere superfluo ogni ulteriore commento.

            Quanto sopra dimostra, ancora una volta, l’inadeguatezza di un vero e proprio delirio di onnipotenza che spinge quanti si trovino a cercare soluzioni a situazioni obbiettivamente irrisolvibili a convincersi che tutto possa e debba, prima o poi, trovare una spiegazione sulla base delle conoscenze scientifiche, per, poi, vedersi costretti (come accaduto anche al suddetto Prof. Baldacchini) ad ammettere la necessità del ricorso ad un intervento miracoloso.

          Mi sembra lecito, allora, pervenire alla seguente conclusione sull’enigma della formazione dell’immagine sindonica.

          Avendo, ormai, acquisito la certezza che non si tratta di un falso e che detta immagine non sia, comunque,  in alcun modo, riproducibile, il mondo scientifico, per circa un secolo, si è impegnato, con tutti i mezzi a sua disposizione, a trovare una soluzione al suddetto enigma soprattutto ipotizzando che l’immagine si fosse impressa sul sacro telo, come effetto naturale secondo le leggi della fisica, a seguito del lampo avvenuto al momento della Resurrezione  (ovvero annichilimento, nell’ipotesi  avanzata dal Prof. Baldacchini) di Gesù, senza pervenire ad alcun risultato, dichiarando esplicitamente che tale enigma rimaneva irrisolto.

         Va, inoltre, rilevato che, con  l’espandersi sempre di più il campo delle ricerche, sono addirittura aumentate le difficoltà di pervenire al suddetto risultato. Solo a titolo esemplificativo mi riferisco alla scoperta della tridimensionalità dell’immagine sindonica, cosa ritenuta da tutti assolutamente inspiegabile e che nessuno mai si sia fatto carico di avanzarne una benché minima giustificazione: risulta che siano state effettuate centinaia di fotografie, usando tutte le possibili modalità offerte dalle migliori apparecchiature oggi esistenti,  senza ottenere alcuna fotografia che contenesse quella suddetta particolarità.

          Per concludere, tante sono, inoltre, le obbiettive situazioni di fatto  assolutamente incompatibili con la suddetta ipotesi, come quella che, al momento del lampo di luce che avrebbe illuminato il corpo di Gesù per rifletterne la sua immagine sul telo sindonico, quel corpo non era più visibile (v. il mio precedente articolo: “La Sacra Sindone: una immagine impossibile”) mai prese in seria considerazione. Inoltre numerose sono le incongruenze ed incompatibilità riscontrate nell’immagine sindonica, come quella, sempre a titolo esemplificativo, dell’impossibilità di sovrapposizione dell’immagine del corpo di Gesù (unanimemente riconosciuta realizzata per proiezione verticale) con quella delle macchie di sangue realizzata, invece, per contatto, comprendendo le macchie laterali del corpo che non risultano presenti sul telo sindonico, che aveva “avvolto”  il corpo di Gesù, mentre sarebbero necessariamente finite, una volta disteso, al di fuori del contorno del corpo stesso, quasi da sembrare che fossero state volutamente, da Qualcuno, predisposte al fine di confondere le menti dei ricercatori  per determinarli ad escludere che detta immagine potesse considerarsi effetto naturale di quello straordinario evento della Resurrezione di Gesù,  mettendo, così, invece, in evidenza  l’unica possibile alternativa rimasta : quella dell’intervento sovrannaturale  di Gesù.

          Appare, infine, davvero incomprensibile come l’ipotesi che l’immagine sindonica possa essere stata l’effetto di un intervento soprannaturale non sia mai stata presa in seria considerazione, nemmeno dalla Chiesa cattolica dopo che il mondo scientifico aveva più volte dichiarato, dopo un secolo di studi, che l’enigma della formazione dell’immagine sindonica rimaneva irrisolto, trattandosi di qualcosa la cui stessa esistenza, per la scienza, sarebbe stata addirittura da ritenersi “impossibile”, come se non fosse stato Gesù ad annunciare esplicitamente che avrebbe, Lui stesso, lasciato un “segno” tangibile della Sua Passione, Crocifissione, Morte e  Resurrezione (Lc. 11, 29).   

 

 

 

 

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