L’enigma della Sacra Sindone
L’enigma della Sacra Sindone: l’avvilente storia infinita di un delirio di umana onnipotenza.
L’uomo, per sua natura, ha sempre desiderato conoscere, sapere tutto, rendersi conto della realtà che lo circonda, in altre parole è sempre stato alla ricerca della verità: con il progresso scientifico ed il conseguente accrescimento delle proprie conoscenze in tutti i campi, l’uomo ha sempre più ridotto i margini di ciò che gli era ignoto, pervenendo, a poco a poco, alla convinzione che, prima o dopo, riuscirà a scoprire tutto ciò che ancora non è oggetto di conoscenza: a volte, anche quando si viene a trovare difronte al mistero e, con la ragione cerca di raggiungere la verità senza riuscire a raggiungerla, non si rende conto di tale obbiettiva impossibilità, e testardamente continua ad insistere, in questo delirio di onnipotenza, nella sua affannosa ed inconcludente ricerca, fino ad arrivare ad escludere l’esistenza di ciò che è sottratto all’umana comprensione.
In tale obbiettiva situazione, Giovanni Paolo II, nella sua monumentale enciclica “Fides et ratio”, avvertiva che “la ragione deve rispettare alcune regole di fondo per poter esprimere al meglio la propria natura. Una prima regola consiste nel tener conto del fatto che la conoscenza dell’uomo è un cammino che non ha sosta; la seconda nasce dalla consapevolezza che su tale strada non ci si può porre con l’orgoglio di chi pensa che tutto sia frutto di personale conquista; una terza si fonda nel ‘timore di Dio’, del quale la ragione deve riconoscere la sovrana trascendenza ed insieme il provvido amore nel governo del mondo. Quando s’allontana da queste regole, l’uomo s’espone al rischio del fallimento e finisce per trovarsi nella condizione dello stolto”.
Quanto come sopra descritto si addice pienamente a quanto accaduto nell’affannosa ricerca della soluzione dell’enigma della Sacra Sindone, con particolare riferimento al problema relativo alla formazione dell’immagine sindonica; infatti, scartata l’ipotesi di un falso medievale, dopo che risulta accettata, quasi universalmente, l’impossibilità di una sua riproduzione, anche sfruttando tutte le possibilità offerte dalle attuali tecniche, i ricercatori (scienziati e sindonologi) si sono impegnati, per oltre un secolo, a cercare di provare che l’immagine sindonica si fosse prodotta sul sacro telo, al momento della resurrezione di Gesù, come effetto naturale di tale evento, producendosi in una mole enorme di sofisticatissime formule matematiche ed una valanga di pubblicazioni che, obbiettivamente, nessuno può dubitare sulla loro dimostrata e, molte volte apertamente riconosciuta, assoluta inconsistenza, senza, mai, neanche lontanamente, ipotizzare che l’impressione di quell’immagine potesse essere stata opera sovrannaturale voluta ed attuata da Nostro Signore Gesù Cristo, come, per altro, dallo stesso preannunciato.
E’, inoltre, da osservare che la ricerca affannosa della soluzione dell’enigma della formazione dell’immagine ha comportato l’emergere di numerose altre particolarità (il prof. Paolo Di Lazzaro ne ha elencate una cinquantina circa), tutte assolutamente irriproducibili che hanno, di fatto, solo accresciuto le difficoltà nella ricerca di una soluzione all’enigma in oggetto: a solo titolo esemplificativo, mi riferisco alla riscontrata tridimensionalità dell’immagine sindonica, impossibile a trasmettersi per “proiezione”, come dimostrato da centinaia di fotografie fatte, usando apparecchiature fotografiche di alta precisione, nessuna delle quali ha prodotto risultati che possano paragonarsi all’effetto riscontrato nell’immagine sindonica.
Non è qui il caso di ripetere come, da parte di noti personaggi, che la Chiesa Cattolica davvero inspiegabilmente continua anche ad osannare pubblicamente per il loro impegno, sempre al fine di dimostrare l’indimostrabile (cioè, il nesso causale tra la produzione dell’immagine e la Resurrezione di Gesù), non si è esitato anche a travisare i sacri testi evangelici: mi riferisco alle modalità della sepoltura di Gesù, laddove, per superare l’ostacolo rappresentato dal fatto che il corpo di Gesù fosse abbondantemente già macchiato sangue che avrebbe impedito qualsiasi sovrapposizione di un ulteriore immagine, si è sostenuto che Gesù fosse stato trasportato, completamente nudo, dal Golgota al sepolcro e qui, dopo essere stato lavato, fosse stato ricoperto dalla Sindone, solo “adagiata” sul suo corpo.
Sempre con riferimento alle modalità della sepoltura di Gesù (v. n. 1 del mio blog: https://lenigmadellasacrasindone.it ,“Cosa vide Giovanni nel sepolcro vuoto”), va tenuto ben presente che la stessa era avvenuta, come specificamente riportato dai Vangeli, nel dichiarato rispetto della normativa giudaica, (“com’è usanza seppellire per i Giudei” , v. Gv. 19, 40), per i cadaveri di morti per cause violente e che, come quello di Gesù, presentavano ferite sanguinanti, per i quali era previsto che fossero avvolti da un lenzuolo con sovrastanti bende che lo tenevano ben aderente al corpo per evitare dispersione di sangue. Orbene, avendo rilevato, in una delle tante relazioni del centro Enea di Frascati, che l’immagine sindonica, relativa al corpo di Gesù, non potesse essersi formata per contatto, in assenza delle inevitabili distorsioni di immagine che si sarebbero prodotte, in caso di contatto, sul telo una volta steso ed in assenza anche di immagini delle due parti laterali del corpo di Gesù, i ricercatori (tralascio i nomi degli illustri fisici autori del documento, risalente al 2015), anziché prendere atto della suddetta incompatibilità tra l’immagine impressa sul telo sindonico e l’obbiettiva situazione di fatto, come sopra descritta, hanno ritenuto – con una argomentazione, obbiettivamente contraria ad ogni elementare logica, che non esito ad affermare assolutamente insostenibile e, comunque, offensiva dell’intelligenza di chi l’avesse letta – di poter sostenere che detta incompatibilità costituiva, invece, la prova che il telo sindonico non fosse in posizione di “avvolgimento” del corpo di Gesù, bensì solo “adagiato” su detto corpo, dimenticandosi, inoltre, delle bende afflosciate “per terra” (dato che non avvolgevano più il corpo di Gesù, al di sopra della Sindone), travisando, così, come già fatto presente nel caso precedente, la contraria situazione di fatto, assolutamente immodificabile, dettagliatamente decritta nei suddetti Vangeli.
Inoltre, si è anche sostenuto, sempre a solo titolo esemplificativo, che l’episodio della Trasfigurazione costituisca prova del richiamato e presunto nesso di casualità, quando, invece, appare evidente che detto episodio affermi esattamente il contrario (“le Sue vesti divennero bianche che nessun lavandaio sulla terra sarebbe riuscito a farle”) senza, poi, tenere nel debito conto che, al momento della Resurrezione di Gesù, il noto “lampo” avvenne contemporaneamente alla sparizione di Gesù, diventato a tutti invisibile, tranne a chi avesse voluto apparire, cosa che, inevitabilmente, avrebbe reso impossibile la riproduzione dell’immagine di un corpo che era, appunto, divenuto invisibile.
Che dire, poi, delle ricerche effettuate dal Prof. Giuseppe Baldacchini (v. n. 9 del mio blog, su citato ) sulla posizione del sudario, nel sepolcro di Gesù, che sarebbe stato lasciato, al di fuori della Sindone ad una distanza, calcolata sorprendentemente “con un semplice calcolo fisico e matematico” (sono parole del Prof. Baldacchini) in 15 centimetri, laddove, invece, sulla base dell’originale testo in lingua greca del Vangelo di Giovanni (v. articolo n. 1 sopra richiamato del mio blog), chiaramente risulta che detto sudario, posto intorno al “capo di Gesù”, con funzione di mentoniera, era a stretta aderenza con il corpo di Gesù e, comunque, addirittura all’interno della Sindone.
Analogamente appare incomprensibile la richiesta di nuove indagini per dimostrare il preteso errore nella datazione del telo sindonico con il metodo C 14, dato che (quandanche fosse provata, cosa, invero, assai difficile, una sua datazione risalente a 2000 anni fa) a nulla servirebbe detto risultato, dato che è di tutta evidenza come la suddetta datazione in nulla rileverebbe al fine di risolvere l’enigma della formazione dell’immagine.
Quanto come sopra sinteticamente ricordato induce ad una attenta riflessione sul comportamento molto discutibile degli scienziati e sindonologi che, caparbiamente, dichiarano di essere ancora fiduciosi su di un esito favorevole delle loro ricerche.
Invero, con riferimento agli assai incontestabili deludenti risultati ottenuti in un oltre un secolo di ricerche, sembrerebbe sia ormai giunto il momento, per tutti i ricercatori (scienziati e sindonologi), di prendere atto dell’assoluta impossibilità, sia ora che per sempre, di pervenire ad una qualsiasi soluzione dell’enigma in questione basata su basi scientifiche, accettando, con la necessaria umiltà, che tale soluzione debba essere ricercata solo ricorrendo a strade diverse.
Tale avvilente storia, come sopra sinteticamente descritta, si sta, invece, protraendo a tempo indeterminato, sotto i malevoli occhi dei detrattori della Sacra Sindone che, non a torto, possono tranquillamente deridere, per i continui loro insuccessi, quanti inutilmente insistono nella ricerca, su basi scientifiche, della soluzione dell’enigma in questione, ostinatamente seguendo una strada sbagliata che, per ripetere le parole di Giovanni Paolo II sopra richiamate, li espone solo al rischio di fallimento e di essere ritenuti “stolti”, alimentando, inoltre, anche tra i credenti, il discredito del Sacro Telo che, purtroppo, sembra condannato, così, ad essere, per sempre, considerato oggetto misterioso con impressa una tenue immagine, di ignoto autore, destinata a svanire con il trascorrere del tempo.
Non può sottacersi, per concludere, che risulta difficilmente comprensibile il persistente silenzio della Chiesa Cattolica nei confronti dell’insostenibile ed ostinata posizione di scienziati e sindonologi che potrebbe, di fatto, apparire come un inammissibile disconoscimento di uno stupefacente dono che Gesù ha voluto concederci con l’immagine sindonica, mirabilmente impressa sul Sacro Telo presente a Torino, raffigurante la Sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento