L’ENEA ha avviato le attività di monitoraggio dell’alga tossica nel Golfo di La Spezia
A partire dal 1998, nel Golfo di La Spezia si è verificata una grande fioritura di Ostreopsis ovata e il fenomeno si è verificato anche lungo altri litorali italiani creando talvolta problemi per la salute pubblica. I ricercatori del Centro ENEA di Santa Teresa hanno avviato, in questi giorni delle attività di monitoraggio delle acque del litorale di Lerici per difendere il mare e i bagnanti dall’alga tossica Ostreopsis, un’alga tropicale presente ormai ovunque nel Mediterraneo.
Si tratta di uno studio mirato che prevede controlli frequenti e capillari nello specchio d’acqua tra Tellaro e Santa Teresa e che consentirà al Comune di Lerici di avere un maggiore controllo sulle acque di balneazione di questa zona.
I fattori che favoriscono la proliferazione rapida dell’alga, sembrano essere fortemente influenzati dalle condizioni marine locali in cui l’alga si trova e in particolare dalla temperatura dell’acqua. Per questo in almeno due punti strategici, Baia Blu e Lerici, sono stati collocati dei sensori che misurano di continuo la temperatura.
Dal 2006 i ricercatori dell’ENEA di Santa Teresa sono impegnati a individuare i fattori critici che favoriscono la proliferazione di Ostreopsis ovata in modo da poterne prevedere lo sviluppo e verificare una eventuale correlazione fra densità di Ostreopsis ovata e possibili effetti tossici.
I prelievi, effettuati con cadenza bisettimanale permetteranno di predisporre un’azione preventiva e intervenire tempestivamente, qualora si verificassero situazioni di pericolo. L’alga, che solitamente prolifera e fiorisce nei mari caldi, produce infatti una tossina, velenosa ma non letale se a diretto contatto con l’uomo ma che può diventare pericolosa se presente in molluschi e pesci che vengono mangiati provocando una tossinfezione alimentare con sintomatologia classica di vomito e diarrea, trascorse 6 ore dall’ingestione. Finora nell’uomo gli effetti da contatto si sono limitati a bruciori agli occhi, alle prime vie respiratorie e febbre.
La modalità di esposizione per il manifestarsi dei sintomi non è l’ingestione, ma l’inalazione di aerosol marino e cioè di microparticelle acquose in sospensione contenenti l’alga. Questo giustifica i sintomi anche in soggetti che non praticano attività acquatiche e rende il divieto di balneazione inappropriato per limitare l’esposizione.
L’ENEA, con la sua azione di monitoraggio e di studio ancora una volta si rileva preziosa nell’affiancare e supportare i servizi regionali già forniti dall’Arpal.
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