L’elezione del Presidente Mattarella
L’elezione del Presidente Mattarella
Adesso sono tutti (o quasi) entusiasti della elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica. Ed il bello è che ciascuna ‘forza’ politica si arroga il diritto non solo di esultare ma anche di atteggiarsi a salvatrice della Patria! Nonostante abbia ottenuto un’altissima percentuale di voti il ‘Mattarella bis’ non navigherà in buone acque perché gli attuali ‘partiti’ non sono in grado di grandi strategie politiche e anche nelle tattiche sono alquanto scarsi, mentre in questa lunga situazione di emergenza il governo Draghi è assediato sempre più -nonostante la dirittura e la fermezza del presidente del consiglio – da un coacervo di egoismi che si sono accentuati man mano che si sta cercando di attuare il PNRR(Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) nel Patto europeo di stabilità e crescita.
Ma tornando all’elezione del presidente, Mattarella certamente non farà la mossa che forse qualcuno si aspetterebbe di sciogliere le camere. A che pro? Innanzitutto c’è già un governo in carica che non è stato sfiduciato dalle camere, in secondo luogo se questa assurda ipotesi fosse messa in atto, si svolgerebbero elezioni al buio anche perché nessuno dei partiti ha finora espresso una qual lungimiranza politica di rilievo né interna né internazionale, tanto più che le figure di Draghi e Mattarella sono ancora quelle che in Europa e non solo, godono di una grande fiducia, rivalutando quella Italia che, solo qualche anno fa con un satrapo gaudente ed ora decrepito (che tra l’altro qualche residuale affezionato voleva far riemergere proponendolo addirittura come salvatore d’Italia), era finita in un baratro di…’barzellette’.
Il problema che resta oggi per l’Italia è quello di una classe politica impreparata e insignificante in gran parte. Non per niente l’elezione del presidente della Repubblica è avvenuta senza che i ‘partiti’ abbiano messo in campo figure politiche che fossero di un certo spessore. Ed ancora, per alcuni giorni sono volate per l’aria proposte su personaggi cercati col lanternino tra coloro per lo più che non erano o sono state implicate direttamente in politica. E’ stato questo un chiaro segno che – come con Draghi – si volessero far togliere da un terzo ‘super partes’ le castagne dal fuoco. Cioè far risolvere da altri i problemi che costoro (gli eletti in parlamento e i partiti) non sono stati in grado di risolvere.
Che la classe politica italiana non goda di grande fiducia, a partire dalla base, a livello locale, del resto lo si è constatato nelle recenti elezioni amministrative regionali e locali. E proprio a livello locale i partiti sono ridotti al lumicino e gestiti da un leader (si fa per dire) cui si affida una gestione politica senza un effettivo rapporto con la società e naturalmente senza una formazione e la conseguente selezione di figure che siano all’altezza di compiti oggi certamente non facili. E se poco tempo fa il leader era il ‘padrone’ del partito (si ripensi al berlusconismo), oggi il leader soprattutto locale in sostanza viene a porsi come indiscusso ‘sovrano’ con i suoi pochi obbedienti e se in amministrazione c’è lo stesso colore politico, tale partito non ha più niente da dire ma si limita ad osannare i propri ‘eletti’.
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