Legge per il recupero dei sottotetti
All’elaborazione della legge, proposta dal consigliere Antonio Zanon in qualità di vicepresidente, hanno collaborato tutti i componenti della Commissione, come dimostrato dal voto unanime che l’ha licenziata. «Quella dei sottotetti è una materia a cui il legislatore ha rivolto attenzione solo dal 1996 e non in tutte le Regioni italiane c’è una normativa di riferimento – spiega Zanon -. Tra queste, fino ad oggi, il Lazio. La n.269 quindi, colma un vuoto legislativo, attenuando le difficoltà di coprire un fabbisogno abitativo rimasto insoddisfatto, che oggi sul nostro territorio è emergenza sociale». I sottotetti costituirebbero in questo senso un’importante valvola di sfogo per un problema cruciale: «Nel caso degli edifici monofamiliari, tanto per fare un esempio, i vantaggi potrebbero essere la sostituzione, l’ampliamento, per realizzare mansarde, sale per lo studio o per il tempo libero», ha commentato il Vicepresidente.
«La norma riguarda i sottotetti esistenti in data della sua entrata in vigore. Quindi non c’è spazio per la sopraelevazione – continua – ed il recupero dovrà avvenire nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e morfologiche degli immobili e nella piena osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti la normativa sull’abitabilità. Per ciò che concerne le altezze necessarie, si è optato per un’altezza media utile di m. 2,40 per i locali destinati ad abitazione, riducibile a 2,20 per gli spazi accessori o di servizio».
«Abbiamo rivolto uno sguardo particolare anche alla promozione di quegli accorgimenti che permettono di ridurre l’inquinamento, i consumi e le spese senza intaccare le comodità del vivere moderno – conclude Zanon -. Come si legge nel testo, i progetti di recupero devono prevedere interventi di risparmio idrico, di ricorso a fonti energetiche rinnovabili e di recupero delle tradizioni costruttive biosostenibili, in conformità alle disposizioni in materia di architettura sostenibile e di bioedilizia».
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