Legambiente, sulla proposta di legge regionale che prevede l’abolizione di RomaNatura, oltre alla ulteriore frammentazione delle competenze sul Tevere e un Comune di Roma Capitale controllante e controllato in chiave urbanistica.
Legambiente “Giù le mani da RomaNatura e giù le mani dall’ambiente!”
La Giunta regionale in queste ore discute la proposta di legge “Promozione di procedure di semplificazione e reingegnerizzazione dei processi amministrativi. Attribuzione di funzioni amministrative a Roma Capitale e ai comuni capoluogo di provincia della Regione” che vede una dura contestazione da parte di Legambiente perchè prevede l’abolizione di RomaNatura e delle sue tutele su oltre 16.000 ettari di parchi romani insieme a una serie di provvedimenti con i quali, su urbanistica e governance del Tevere, il Comune di Roma diventa plenipotenziario, controllante e controllato, il tutto in palese contrasto con le scelte necessarie verso la transizione ecologica.
Durissima Legambiente: “Giù le mani di RomaNatura e dall’ambiente – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – oggi minacciati da una proposta di legge regionale che arriva dalla giunta e con la quale si vuole abolire RomaNatura, un’atto di gravità enorme pensando al valore di quello che è il più importante sistema di Parchi del Lazio, con riserve, monumenti naturali e un’area marina protetta nazionale come le Secche di Tor Paterno, unica in Italia per la bellezza e la biodiversità che custodisce. Ci chiediamo come possa pensare il presidente Zingaretti di dare la competenza sul vincolo e sulle tutela ambientale al Comune di Roma, amministrativamente e strutturalmente, non in grado di gestire la cura di oltre ottantamila ettari di verde che già gli competono; il tutto tra l’altro, con una partecipazione totalmente assente, concordata col solo Comune, il cui Sindaco Gualtieri avrebbe dovuto respingere la proposta e chiedere di valorizzare RomaNatura come affermato in campagna elettorale; senza sentire ministero, associazioni e l’ente stesso. Il provvedimento, senza precedenti, è un attacco anche al modello virtuoso di RomaNatura, direzione che contemporaneamente il Lazio sembra aver imboccato nella riforma della legge sui parchi, grazie alla quale si spinge al contrario, perché le aree protette finora gestite dai comuni, vadano sotto l’ala degli enti parco esistenti. La proposta di legge poi, rappresenta un attacco all’ambiente a tutto tondo e a tante certezze di tutela, salvaguardia e sviluppo sostenibile, garantite oggi dalle norme regionali: oltre all’abolizione del più importante degli enti parco regionali, in tema urbanistico si determina una deregulation, con la quale il comune di Roma diventa plenipotenziario, controllante e controllato per varianti al PRG, Valutazioni Ambientali Strategiche, autorizzazioni a Cave e addirittura aumenti di volumetria dell’edificato. E non solo, si cede a Roma la competenza sul Tevere, e a Rieti sul Velino con un distinguo totalmente illogico anche rispetto a tutti gli altri Comuni, tralasciando impietosamente la logica scientifica della continuità biologica fluviale che chiederebbe invece un rafforzamento delle competenze regionali, e la creazione di un grande Parco Interregionale del Tevere”.
Legambiente Lazio, ha scritto nei giorni scorsi al presidente Zingaretti, al vicepresidente Leonori, agli assessori competenti Lombardi, Corrado, Alessandri, Orneli, Valeriani, al sindaco Gualtieri e agli assessori comunali Alfonsi e Veloccia, chiedendo a tutti di spingere per un netto passo indietro rispetto alla proposta, e ora la Giunta apre a questa legge, e l’associazione ambientalista torna a chiedere un necessario dietrofront. “Chiediamo uno stop a questa proposta di legge che eviti al Lazio di assumere un provvedimento così tanto anti-ambientale. La transizione ecologica passa imprescindibilmente dallo stop al consumo di suolo, sul quale Roma continua da anni a detenere il record negativo nazionale, dalla creazione del Parco Interregionale del Tevere e dall’aumento di superfici protette, e non dal loro azzeramento. Chiediamo alla Giunta di fermare questa legge e se così non fosse, faremo una dura battaglia contrastandola in tutto il percorso che la potrebbe portare in aula di Consiglio, valutandone anche tutti i profili di illegittimità che ne fanno una legge sgrammaticata istituzionalmente oltre che gravemente anti-ambientalista”.
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