L’editoria italiana alla Buchmesse di Francoforte
La 66a Buchmesse, la Fiera internazionale del libro di Francoforte, si è conclusa pochi giorni fa presentando un mercato del libro che oggi si è progressivamente trasformato «in un quadro di allargamento a livello esponenziale della competizione internazionale e con un pubblico che accede a servizi e prodotti sempre più in mobilità».
Oltre duecento sono stati gli editori italiani rappresentati da un Punto Italia inaugurato dal Ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini.
Il dato positivo, che emerge dal Rapporto sullo stato dell’editoria realizzato dall’Associazione Italiana Editori (Aie), è che continua la crescita del mercato digitale: in termini di titoli disponibili e di peso sul mercato (3% nel 2013). Tanti ebook scaricati e letti, che però producono fatturati ancora modesti: non si arriva a 40 milioni di euro e con un’Iva al 22% che limita le potenzialità di crescita del settore digitale. Altro segnale positivo è che crescono il peso e il ruolo dell’editoria italiana nello scenario internazionale: aumenta del 7,3% la vendita di titoli all’estero.
Le buone notizie finiscono qui: per il resto una serie di segni ‘meno’ che dimostrano lo stato di criticità in cui versa l’editoria italiana. I dati negativi vengono confermati dal presidente dell’Aie Marco Polillo: «Nel 2013 registriamo una flessione del 6,8% e in tre anni il settore ha perso circa il 20% del suo valore, arrivando al livello davvero critico di 2,7 miliardi euro. Nei primi otto mesi del 2014 i dati Nielsen rilevano un -4,7% rispetto all’anno scorso. Lo vediamo, d’altro canto, dal quotidiano stillicidio di notizie di chiusure di librerie, di colleghi editori sempre più in difficoltà». È dalle opportunità offerte dal digitale che si dovrà ripartire: «Il libro elettronico è il prodotto simbolo della possibilità di combinare cultura, innovazione, sviluppo economico e inclusione sociale. Continuare a considerare il libro elettronico al pari di un servizio digitale è una scelta che penalizza la diffusione della cultura e lo sviluppo della lettura, negando l’obiettivo di cambiare l’Europa». Tema centrale, la volontà di parificare l’aliquota Iva tra cartaceo e digitale, per favorire la crescita del segmento degli ebook e la riduzione dei prezzi con benefici diretti per i consumatori, e promuovere l’obiettivo della campagna #unlibroèunlibro: coinvolgere l’opinione pubblica e invitare autori, bibliotecari, professionisti del settore e soprattutto i lettori a condividere questa battaglia culturale, perché queste dichiarazioni «non restino lettera morta».
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