LECTIO MAGISTRALIS
Si è tenuta giovedì 31 0ttobre 2019, dalle ore 10:30, presso l’aula Leonardo-Macroarea di Ingegneria Edificio Didattica, la LEZIONE MAGISTRALE <<I DIRITTI SOCIALI FONDAMENTALI “PRESI SUL SERIO”>>. Organizzata da TOR VERGATA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA Dipartimento di Giurisprudenza Dottorato di Ricerca in Diritto Pubblico, presenti il Giudice della Corte Costituzionale Proff.ssa Silvana Sciarra, il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Prof. Roberto Fiori, il Coordinatore del Dottorato Prof. Luigi Daniele, docenti, ricercatori, dottorandi e studenti, alcune domande sono emerse: Il deficit democratico come retorica dei diritti umani non soddisfacenti? C’è troppa invadenza della Corte di Lussemburgo? Il rinvio pregiudiziale come strumento per risolvere le “controversie nazionali”? I giudici hanno occupato lo spazio di “altri attori”? Mancanza di “sistematicità” di fondo? Crisi di sfiducia per mancata approvazione della Carta Costituzionale UE? LA doppia pregiudizialità come risorsa? L’attivismo della Corte necessario dove la politica lascia dei vuoti? La mancanza di armonizzazione tra Stati UE, il mancato bilancio comune, la mancanza di tutela dei salari rischia di creare corto circuito tra Stato UE e Corte di Giustizia? Fondamentale l’intervento delle Corti nazionali? Il principio di non discriminazione fa troppa breccia? Il ruolo della giurisdizione (Corte di Giustizia UE): ampliarla a spazi di appartenenza degli Stati membri, le cui decisioni come veicolo per intervenire nel processo d’integrazione dell’Unione Europea. Il rinvio per sanare contraddizioni e in certi casi colmare le lacune, l’integrazione indotta dalla Corte di Giustizia tramite disapplicazione della norma nazionale in contrasto con quella europea può non bastare per ordinare il sistema e allora deve intervenire il legislatore. Corte Costituzionale, caso Taricco, pregiudiziali, effetto diretto, primato come triangolo. I diritti sociali come “centrali nel dibattito contemporaneo”, perché le persone sono al centro dell’esperienza della Corte di Giustizia. Centralità del lavoro, dignità, non discriminazione… L’art. 21 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea stabilisce la non discriminazione “in ragione dell’età”, diritto che si è consolidato tramite consenso sociale e politico. Pertanto aiutare il consenso sociale e politico all’emersione dei diritti sociali che “sono dentro la società” e che devono essere accettati da tutti. L’efficacia diretta dei diritti sanciti dalla Corte, “se il diritto è invocabile in quanto tale”, L’art. 47 CDFUE e Corte Costituzionale, “tutela effettiva”, dove tale articolo è “sufficiente di per sé”, non deve essere specificato dal diritto UE. Colmare i grandi vuoti di tutela, come per esempio nell’ambito del diritto del lavoro. “Qualcosa si muove”. Il pluralismo come modo di mettere assieme sistemi diversi degli Stati, no contrasto di Corte nazionale e Corte di Giustizia come veicolo per operare e visioni un po’ più sistematiche. I diritti sociali quindi protetti dal diritto UE. Il problema si sostanzia in che misura la Corte di Giustizia deve aprire nuove strade e quale quella affidata dal legislatore. Sensibilità prese sul serio in “maniera massiccia”, il divieto di non discriminazione come strumento che fa “breccia”, autocoscienza collettiva, gli ostacoli sulla strada del completamento, la parità del trattamento sociale, i pericoli che corrono i diritti sociali… Molte misure comunque sono state introdotte, come es. nelle politiche attive la formazione del lavoro e c’è una proceduralizzazione di obblighi anche in quest’ambito. Riflessioni… La Corte di Giustizia che vuole recuperare spazio in ambito dei diritti sociali. Importante la sinergia tra Corti nazionali e Corte europea. I diritti “che si sono fermati per un po’ (diritti limitati, compressi, tagliati) vanno ristabiliti”. Diritti sociali, coscienza sociale.
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