‘Le parole ritrovate’ di Terzani
Le parole ritrovate. Nel mondo, dentro l’anima
a cura di Mario Bertini
9788835040262
Editrice La Scuola
€ 9,50 anno 2015 e-book disponibile € 5,99
Ragione, amore, equilibrio, cuore: parole semplici e complesse allo stesso tempo, quelle lasciate da Tiziano Terzani nel suo ‘pellegrinaggio di pace’, il ciclo d’incontri che volle portare nel 2002, già malato, due anni prima di morire, fra i ragazzi delle scuole, fra la gente.
Parole semplici al suono, ma complesse da testimoniare in una società votata al Pil, alle ‘guerre necessarie’, al consumismo tanto che, a detta dello scrittore, un intervento della proprietà del Cor-sera chiese che quelle sue parole, che poi divennero sostanza del libro Lettere contro la guerra, Longanesi, non apparissero oltre sulle pagine del quotidiano. Era passato poco tempo dall’ormai ‘famoso’ articolo di Oriana Fallaci, uscito il 29 settembre del 2001, pochi giorni dopo i fatti dell’11 settembre, a cui Terzani rispose su quelle stesse colonne con ragioni diverse l’8 ottobre. Il ciclo d’incontri proseguì quella sua risposta articolata all’amica e collega. Terzani, forte anch’egli del mestiere di corrispondente di guerra, condotto per molti anni per il tedesco Der Spiegel, raccontò le ragioni degli altri popoli, senza sdoganare alcun atto terroristico, s’intende, ma dicendo:«Ci sono milioni e milioni di persone che oggi, nel mondo, non vogliono vivere come noi, che non vogliono guardare la nostra televisione, che non si vogliono vestire come noi, che non vogliono mangiare come noi, che non vogliono la nostra libertà (…) E queste persone sono anche tra di noi. Sarà bene ascoltarle, forse». Il curatore del titolo, Mario Bertini, collaboratore delle suore di madre Teresa di Calcutta e scrittore (Sulle strade di madre Teresa, Paoline Editoriale Libri e Francesco e Teresa, ed. Biblioteca Francescana), riporta nel volumetto, quasi integralmente, quattro interventi pubblici che completandosi vicendevolmente espongono i contenuti di quei mesi di ‘pellegrinaggi’. Terzani usa tutta la sua esperienza di viaggiatore ‘non per caso’ per esortare, soprattutto i ragazzi, a guardare la realtà senza ingoiarla omogeneizzata da altri (compresi i giornali), alla formazione continua, a vivere i propri sogni nel mondo, concetti che a più di dieci anni di distanza meriterebbero di tornare nelle aule scolastiche, e non solo. Un folto pubblico seguì le conferenze, assetato di risposte, nota il curatore: all’argomentazione di queste, e di proposte, Terzani si prestò più che ai propri interventi d’apertura ritenendo gli incontri un dialogo/laboratorio per aumentare la coscienza attorno ad una società multiculturale che riteneva cosa fatta per quanto difficile da comprendere fino in fondo. Ne scaturisce a posteriori, la forza d’un testamento morale, molto poco retorico (aiutava la lingua fiorentina, lo spirito gagliardo del nostro); il desiderio di lasciare una propria verità sui luoghi, l’Asia nello specifico, in cui ben pochi Europei hanno la ventura di potersi intrattenere per tanto tempo. Vi si ritrova la trama dei valori dello scrittore che da ‘pensionato del giornalismo’ intrattenne un forte rapporto col suo pubblico attraverso titoli molto apprezzati tra cui Un indovino mi disse, Un altro giro di giostra, Tea – Longanesi. Valori per il recupero dei quali, forse, lottò anche contro se stesso, alla ricerca, col passare degli anni, di una spiritualità in evoluzione, inseguita, soprattutto, attraverso il contatto con la natura. Si ricordi, a questo proposito, il bel film di Jo Baier del 2011, La fine è il mio inizio con Elio Germano (il figlio Folco) e un intenso Bruno Ganz (Terzani), coprotagonista la natura di Orsigna, sull’appennino pistoiese. In postfazione un invito alla lettura dell’autore, con inserto fotografico, un’intervista a Folco Terzani. (Serena Grizi)
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