Le iene del Circeo
L’autore del Fasciocomunista, Antonio Pennacchi, nelle Iene del Circeo racconta ancora una volta una storia che lo ha coinvolto più che personalmente e ci trascina nei luoghi in cui è nato e vissuto per ripercorrere insieme momenti avvincenti che sconfinano nella comicità. Il linguaggio d’impatto, impreziosito da uno stile colloquiale, rende questo saggio a carattere scientifico un racconto a metà tra storia e mito in cui il corso degli eventi è determinato unicamente dall’ostinazione dell’autore e dalla casualità che lo vuole protagonista, testimone e narratore. Il monte Circeo (meno poeticamente una conferenza a Sabaudia nel 1989) fa da sfondo all’incontro tra Pennacchi e l’uomo di Neandertal, intralciato da un americano, Tim. D. White di Berkeley, che nega quanto sostenuto da decenni sul ritrovamento del teschio del Circeo ad opera di Alberto Carlo Blanc. Secondo lo studioso americano i meriti vanno ad una iena non meglio identificata cosicché all’uomo di Neandertal vengono contestati il cannibalismo rituale e l’antropofagismo magico-religioso. Da quel momento Pennacchi prenderà le sue difese, non tanto per un innato affetto quanto per le incongruenze e le questioni irrisolte di una teoria fumosa e discutibile.
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