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Le donne, l’amore, le lettere e l’arte: match all’ultima parola tra Frida Kahlo e Marguerite Yourcenar

Le donne, l’amore, le lettere e l’arte: match all’ultima parola tra Frida Kahlo e Marguerite Yourcenar
Aprile 09
14:01 2018

Le donne, l’amore, le lettere e l’arte: match all’ultima parola tra Frida Kahlo e Marguerite Yourcenar nel primo appuntamento con Artè
«Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori», cantava Ludovico Ariosto nel Proemio del Furioso. «Le donne, l’amore, le lettere e l’arte», invece, potrebbe essere l’incipit (o la sintesi) del primo appuntamento della neo-costituita Associazione Artè, che nel pomeriggio di sabato ha “debuttato” nella splendida location di Paganico. Un format, quello proposto da Carla Petrella – nota attrice e regista – inedito e accattivante, se non altro perché esce dai canoni dei “confronti d’autore” più tipici e ricerca accostamenti all’apparenza difficili da immaginare. Dopo una breve introduzione di Giorgio Montegiorgi, che dando il benvenuto agli oltre cinquanta spettatori ha sottolineato lo spirito di Artè, “una realtà nata per fare eventi grandi o piccoli con lo stimolo di incentivare l’arte, la cultura e la curiosità”, spazio ai cinque interpreti che hanno raccontato a modo loro Frida Kahlo e Marguerite Yourcenar. Con Antonello Grillo alla chitarra, Carla Petrella al leggio per la parte letteraria e Helenia Brunetti, Alessandra Mattoccia e Gloria Abbafati alle letture, il percorso è iniziato da Marguerite Yourcenar, una donna d’altri tempi per piglio, carisma e precocità. Sin da bambina, infatti, si interessò alla filosofia, alla poesia greca e a quella latina. Pubblicò con il nome di Marg Yourcenar, come a voler alimentare un’ambiguità anagrammando il cognome del padre. Nel 1924, la visita a Villa Adriana, è una specie di folgorazione: inizia a scrivere dei taccuini che poi costituiranno la base del futuro capolavoro, Memorie di Adriano. L’incontro con Grace Frick, insegnante, sarà invece la svolta sul piano sentimentale: le due resteranno insieme, praticamente, per tutta la vita. Le lettrici hanno dato un “piccolo assaggio”, come sottolineato da Carla Petrella, di alcuni passi della Yourcenar, accompagnati dalla musica magistralmente eseguita da Grillo alla chitarra. Alexis o il trattato della lotta vana è stato il primo romanzo toccato, non solo perché è quello di esordio, ma soprattutto per ragioni biografiche in quanto emerge il tema dell’omosessualità vissuta come dramma. Secondo romanzo di cui si è parlato è L’opera al nero, un libro rivoluzionario definito dalla critica come l’emblema della “modernità del passato”. Non si poteva concludere la parte di “match” dedicata all’autrice francese, prima donna eletta all’Academie francaise, con le Memorie di Adriano, il più celebre capolavoro. Tra musica e suggestioni, Carla Petrella ha accompagnato gli spettatori nel mondo di Frida Kahlo. Una vicenda, quella dell’artista messicana, più d’impatto per le tante disgrazie che l’hanno colpita sin da giovane (malanni, incidenti, operazioni chirurgiche complesse) e soprattutto un amore, quello per Diego, contrastato e allo stesso tempo accettato per come è arrivato (“ricorda molto quello di catulliana memoria, con l’Odi et amo”, ha sottolineato la stessa Petrella). Frida, costretta a letto, con un cavalletto e uno specchio ha cominciato i suoi ritratti, esaltando la sua origine latino-americana a partire dalla fisionomia. Un modus artistico che si rispecchia anche nella politica, visto il suo impegno nel socialismo messicano, contro l’avanzata dei fascismi (emblematici due episodi, l’incontro con Trotskij e le lettere contro il governo franchista). Le poesie d’amore, alcune delle quali sono state lette con un’ottima interpretazione dalle tre attrici, andavano di pari passo con le esposizioni artistiche. L’ultima, la più sofferta, a pochi mesi dalla morte: nel 1953, quasi portata in trionfo a Città del Messico, una mostra partecipatissima consacrò la sua fama e la sua influenza culturale per le generazioni artistiche successive. Ma le tante malattie e una situazione fisico-clinica sempre più precaria la portarono alla morte, a soli 47 anni. Scrisse a Diego la sera prima del trapasso: «Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più». Tanti applausi al termine di questo match, cui è seguito un’apericena. Vi saranno altri tre appuntamenti, già in calendario, su questo format che sembra essere entrato nel cuore del pubblico, considerata la partecipazione e l’apprezzamento. Un match davvero all’ultima parola e all’ultima emozione, tra due donne che in sfere diverse hanno lasciato una traccia importante per tutti noi.

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