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Le camelie di Penelope

Aprile 10
18:00 2012

Punto centrale è stata la Villa Comunale che ha accolto l’inaugurazione (con Luca Sardella, che ha garantito una ripetuta finestra televisiva Rai prima e dopo l’evento, il sindaco Servadio, l’assessore Guglielmi ed altre Autorità), la mostra mercato di camelie e altre piante, il concerto della banda cittadina, esibizioni ginniche e spettacoli di danza e varietà. Anche quest’anno vi sono state le visite gratuite con bus navetta alle ville e casali adornate da piante di particolari dimensioni e qualità. Poi in ogni angolo della città punti di degustazione di specialità locali, gare gastronomiche, mostre di pittura, artisti di strada e spettacoli vari, intrattenimento e laboratori artistici per bambini, mercatino dell’antiquariato, concerto di musica classica in Cattedrale ecc.

Come si comprende è quasi impossibile dare il dettaglio delle occasioni e degli eventi sviluppati. Ci limiteremo a ricordarne ancora tre: la mostra di kimono all’interno di Porta Napoletana; l’inaugurazione, sempre in un locale della predetta Porta, dell’Enoteca Comunale, che sarà un punto di riferimento e di lancio per le numerose aziende vinicole locali ormai avviate verso alti livelli qualitativi; un approfondito ricordo-rassegna del poeta dialettale veliterno Alfredo Candidi, svoltosi sabato nella sala delle Lapidi del Palazzo Comunale e curato da Roberto Zaccagnini e Pasquale Larotonda con la collaborazione in voce di Romano Mastrogirolamo, Fabrizio Rinaldi e Wladimiro Sist. Ma la nota distintiva di questa edizione è stato l’accostamento tra le tradizioni locali e l’arte e la cultura giapponese. Il maestro Sergio Gotti, con la collaborazione del collega pittore e scenografo Cristiano Mancini, del validissimo artigiano Sergio Maciucco e di numerosi volontari ‘manovali d’occasione’, ha allestito nelle due piazze principali e lungo il Corso una scenografia di ispirazione giapponese con archi, una pagoda grande (all’interno della quale si è ripetuto il rito della vestizione del kimono) e circa 20 eleganti ‘pagodine’ adornate di camelie. L’allestimento ha riscosso l’apprezzamento unanime di cittadini e visitatori; purtroppo tanto impegno e dedizione nel tessere questa scena sono stati frustrati dalla inciviltà di alcuni ‘proci’moderni che nottetempo hanno pensato bene di danneggiare (dunque non Penelope che egregiamente aveva lavorato) alcune pagode, tagliando e rubando, in aggiunta, numerose piante di camelie. Non si parli di ragazzate o goliardia. È il segno triste della grettezza dei tempi che disconosce il bene comune e si propaga e ramifica in alto e in basso e viceversa, causando la crisi che viviamo, che non nasce per caso ma ha tali padri, che si credono molto furbi a segare il ramo sul quale sanno o non sanno di essere seduti. Ma Penelope continuerà la tela; prima o poi Ulisse arriverà, meglio se travestito da maestro buono; ma, per sicurezza, non buttiamo via l’arco.

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