Le bandiere di Claudio Marini, sofferenza e rinascita
L’Arte è la voce della Storia che corre sul filo della denuncia, ma anche della speranza ed è tanto più preziosa « in risposta alla crisi, per poter immaginare un domani diverso» dice il Sindaco Flavio Gabbarini visibilmente commosso al taglio del nastro. Ed è un chiaro manifesto di denuncia sociale e umanitaria la Mostra di Claudio Marini, che ripercorre gli ultimi trent’anni di avvenimenti bellici, luttuosi, fatti di mille soprusi, ingiustizie, sofferenze, ma anche di “voglia di far volare un aquilone in un cielo libero”, filtrati e raccontati attraverso le “Bandiere” delle nazioni più coinvolte. Bandiere come simbolo di giochi di guerra, di azione e sangue, nate, nella mente del pittore, come frutto di una commistione di ferinità e coscienza di un’etica della mente, una volontà testimoniale dura, spietata e senza riserve. «Le bandiere di C. Marini – dice il critico d’Arte Simongini nel simposio che ha preceduto la mostra – sono come un condensato che esce da un frullatore pronto a disperdersi al vento dell’Apocalisse, da cui nascerà il cambiamento ». Molte delle bandiere di Marini grondano sangue, perché ” La libertà che guida i popoli” è sempre tinta del rosso purpureo di migliaia di piccoli-grandi eroi senza nome, in un viaggio fantasmagorico di rossi, di blu, di gialli dai toni più accesi che vomitano tutto il tumulto e lo sdegno di chi non sa e non vuole arrendersi. Ma ecco che da quelle ferite nascono comete d’amore, sinuose scintille e infiniti volteggi di giostre architettoniche, proiezioni sovrapposte e gestualità informali che, fondendosi sulle tele, liberano quella forza visionaria che genera pathos. Un’empatia palpabile per tutto lo spazio espositivo molto ben curato intorno alla ‘Persona’ e alle sue significazioni. Tanti, tantissimi amici a brindare con lui sulla magnifica terrazza del Castello con vista mozzafiato sul lago di Nemi, in segno di condivisione e solidarietà, oltre che di ammirazione per un’Arte, come quella di Marini, unica e straordinaria.
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