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Le affinità elettive, la dama e gli scacchi

Le affinità elettive, la dama e gli scacchi
Febbraio 20
07:30 2014

renzi berlusconi20 febbraio 2014 – Il presidente incaricato Renzi sta riflettendo sulle sue consultazioni ormai concluse e sulla formazione del governo. Proveremo a formulare qualche pensiero sugli attori e sopra lo sviluppo della vicenda. Gli attori principali sono solo due, il mattatore Silvio e l’attor giovane Matteo. Intorno alcuni caratteristi e molte comparse, e sullo sfondo un regista espertissimo e di poche concessioni.

I protagonisti si guardano allo specchio, anzi col cannocchiale, girandolo a piacere, l’uno per allontanare, l’altro per avvicinare l’immagine. Ed è certo che tra i due vi è affinità, non quella complessa raccontata dal grande scrittore tedesco, ma più prosaicamente quella rappresentata da una tempra ed un carattere indomiti e spregiudicati. L’abbiamo maliziosamente definita elettiva perché ‘galeotto’ è stato l’accordo per spartirsi il bottino: assassinando il complice Beppe e strangolando i bambini – angelini, casini, montini … – nella culla. Le armi, le stesse, tutte da distrazione di massa: facondia, presenza, promesse tanto più efficaci quanto più stratosferiche. E poi una pianificazione scientifica. Basta ricordare l’accurato cuginicidio dell’Enrico, avvenuto col versamento di dosi quotidiane di veleno nel non accorto orecchio. Altra affinità la coerenza o continuità che dir si voglia: l’uno che non smette mai di curare i propri affari e di risorgere, l’altro che persegue la missione dei capi del partito democratico di scoperchiare la tomba del primo per favorirne la resurrezione, e gioiosamente corre a sfracellarsi contro il muro di cinta del campo dei miracoli. Va però riconosciuto un merito al giovin attore: di aver operato il salvataggio del defunto a carte scoperte. Operazione che viene da lontano, con l’omaggio di Arcore, e prosegue elegantemente coi colloqui a quattrocchi, ricambiati da una opposizione ‘responsabile’. Dunque, a veder bene un capolavoro politico: essere approdati ad una nuova larghissima intesa, tra gli osanna delle rispettive truppe portate in giro sul campo di battaglia ad aspettare la guerra già bella e pacificata sottobanco. A questo punto chiamiamo in gioco la dama e gli scacchi per azzardare una previsione. Nell’alternativa dei due giochi potrebbero finire le affinità tra i due attori. In verità sembra che il Matteo prediliga la dama, dove si gioca a catena, si mangia velocemente e subito si conclude. Il volpone Silvio ama di più gli scacchi: si può anche perdere qualche fante all’inizio, poi in compenso ci si può spolpare re e regina, e se sono fiorentini è una goduria. Visto che abbiamo scarrocciato verso l’azzardo, vorremmo tornare al paragone letterario. Questo nascente governo Renzi primo (tutti lo danno per certo) potrebbe rappresentare per il sindaco d’Italia, alla stregua del romanzo di formazione, appunto un governo di formazione. Irrobustitosi a scavalcare trabocchetti e schivare scogli, prenderà il mare con un governo d’altura, “ricco dei tesori accumulati per strada” come dice il poeta. Se poi troverà Itaca al primo colpo, tutti si rallegreranno: i servi fedeli e qualche sciocco scroccone che si purificherà col giusto castigo.

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