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LE 58 DONNE CHE HANNO VINTO IL NOBEL

LE 58 DONNE CHE HANNO VINTO IL NOBEL
Novembre 16
15:15 2020

Un bello articolo di Agnese Malatesta, pubblicato dal canale Lifestyle di ANSA.it lo scorso 11 Novembre, tratta un soggetto molto importante ma di scarsa attualità tra i promotori della cultura. La biografia delle 58 donne che hanno vinto il premio Nobel, dal momento della sua istituzione ad oggi. E’ a queste donne eccezionali che la storica testata femminista NoiDonne, dedica l’Agenda 2021. E’ titolata NOBELdonne, è acquistabile online e racconta i loro successi e i loro percorsi segnati spesso da discriminazioni di genere.

Marie Curie, la più popolare, è colei che di premi Nobel ne ha ricevuti ben due, nel 1903 e nel 1911. Ma per lo più le 58 donne premiate finora dall’Accademia Svedese sono pioniere sconosciute, spesso dimenticate. Scienziate, scrittrici, attiviste di cui raramente c’è traccia nei libri, vivono in un’ombra immeritata ed ingiusta.

Come la biochimica ceca, naturalizzata statunitense, Gerty Cori, prima donna premio Nobel per la medicina nel 1947. Premio che condivise con il marito e un collega per le scoperte sul glicogeno, in particolare per una via metabolica chiamato “ciclo di Cori”. Non fu facile per lei iscriversi all’università, in un’epoca in cui nelle scuole femminili non si insegnavano materie scientifiche. Riuscì comunque a superare il test di ammissione all’università grazie all’aiuto di una professoressa. In seguito dirà che quel test è stato l’esame più difficile affrontato in vita sua.

Nel 1909, ad otto anni dalla nascita del premio, una scrittrice svedese, Selma Lagerlof, riceve il Nobel per la letteratura. La prima donna ad avere il riconoscimento in questa categoria: bisognerà poi aspettare 17 anni perché una collega, l’italiana Grazia Deledda, ricevesse lo stesso premio. Lagerlof fu autrice di numerosi romanzi e racconti sulla vita e i costumi del suo Paese; divenne poi membro dell’Accademia Svedese e a lei è intitolato un asteroide, 11061 Lagerlof. Il suo volto compare sulla banconota da venti corone svedesi.

Prima donna a ricevere il Nobel per la pace, nel 1905, fu l’aristocratica austriaca Bertha Von Suttner. Scrittrice, la sua opera principale “Giù le armi”, fu pubblicata nel 1889. Von Suttner fu soprattutto un’attivista pacifista. La sua effigie compare sulla moneta austriaca da 2 euro. Von Suttner scriveva: “…disarmo totale di tutto le nazioni e istituzione di una corte d’arbitrato per risolvere i conflitti internazionali facendo ricorso al diritto e non alla violenza”.

Premio per la letteratura nel 1938 a Pearl Sydenstricker Buck. Statunitense, figlia di missionari della chiesa presbiteriana, passò l’infanzia in Cina dove subì con la famiglia atti di razzismo. Educata da una tata cinese, considerò il cinese la sua lingua madre. Il suo romanzo più famoso, “La buona terra”, le valse anche la medaglia di riconoscimento dell’American Academy of Arts and Letters. Negli Usa si dedicò al rispetto dei diritti umani e diede vita ad una fondazione per l’assistenza dei bambini asiatici. Fra le sue opere, anche cinque romanzi che pubblicò sotto lo pseudonimo maschile di John Sedges.

Dorothy Crowfoot Hodgkin Nobel per la chimica nel 1964, deve il premio alla passione per la chimica, nata dopo aver ricevuto in dono dalla mamma, per il sedicesimo compleanno, un libro sulla cristallografia a raggi X. Con le sue ricerche contribuì alla conoscenza di strutture di fondamentali biomolecole, come il colesterolo e l’insulina. Il Nobel le su assegnato per le ricerche sulla vitamina B-12. E’ stata una donna impegnata anche per il diritto allo studio e la pace nel mondo; nel 1987 ottenne il Premio Lenin per la pace grazie all’attivismo per il disarmo. Nel 1935, il Premio Nobel per la chimica era andato ad una figlia d’arte: Irene Jolio-Curie, figlia dei coniugi Curie e della famosa Maria. Anche di lei, si parla comunemente poco.

E’ Cilena la prima donna latinoamericana a ricevere un premio Nobel per la Letteratura, 1945: Gabriela Mistral (pseudonimo di Lucila de Maria del Perpetuo Socorro Godoy Alcyaga), scrittrice, poetessa e femminista. A causa della situazione politica del Cile agli inizi del secolo scorso, ebbe non pochi problemi a soddisfare la sua passione che era l’insegnamento. Fu contrastata anche per la sua attività contro il maschilismo dell’epoca.

Fra le “dimenticate” d’eccellenza, l’immunologa francese Francoise Barré-Sinoussi, premio Nobel per la medicina nel 2008, ricevuto insieme al più noto e citato Luc Montagnier, per lo studio sull’Hiv.

Nel 2004 è stata Wangari Maathi, prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”. Una donna che ha creato un movimento di donne in difesa dell’ambiente in Africa e ha piantato milioni di alberi.

Da ricordare anche la biologa statunitense, Carol W. Greider – Nobel per la Medicina nel 2009 per gli studi sull’invecchiamento delle cellule- che è riuscita a seguire la passione per lo studio nonostante le difficoltà dovute alla dislessia e all’emarginazione e denigrazione subita a scuola.

Perseguitata dalle leggi razziali, e nonostante tutto scienziata superba, Rita Levi-Montalcini, la seconda italiana insieme a Grazia Deledda ad aver ricevuto un premio Nobel. Ottenne nel 1986 quello per la medicina per aver scoperto il fattore di accrescimento della fibra nervosa, noto come NGF.Fu nominata senatrice a vita nel 2001 e fu ammessa, prima donna, alla Pontificia Accademia delle Scienze. E’ a questa donna che NoiDonne dedica l’Agenda 2021, in vista del decennale della sua scomparsa nel 2022.

Più recentemente, nel 2020 ben quattro donne hanno ricevuto il premio Nobel. Nell’ordine Andrea Ghez per la fisica, Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna per la chimica, Louise Glück per la letteratura.

Ma sono tante le donne che hanno dato lustro alla conoscenza umana, Nobel o non. 

Il soggetto delle donne nella scienza è stato trattato in più occasioni da Gabiella Greison: fisica, scrittrice, drammaturga e attrice teatrale. Ma soprattutto divulgatrice di talento, autrice di romanzi di successo come “L’incredibile cena dei fisici quantistici” e “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (Bollati Boringhieri editore). Gabriella Greison è stata ospite e animatrice del Seminario “Monologo Quantistico”, organizzato da Velletri 2030 con il sostegno della Mondadori Bookstore, sabato 19 Marzo, 2016. Meriterebbe più attenzione da parte dei promotori della cultura a livello locale.

Nel suo libro “Sei donne che hanno cambiato il mondo”, Greison ci ha raccontato la storia (e l’unicità) di sei donne scienziate e protagoniste del Novecento: Marie Curie, Lise Meitner, Emmy Noether, Rosalind Franklin, Hedy Lamarr e Mileva Maric. Nell’ordine, la chimica polacca che non poteva frequentare l’università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito Albert Einstein.

Sono sei storie magnifiche. Non sempre sono storie allegre e non sempre sono a lieto fine, perché sono racconti veri, di successi e di fallimenti. Ma è grazie a queste icone della scienza novecentesca e al loro esempio che abbiamo avuto poi altre donne, che hanno fatto un po’ meno fatica a farsi largo e ci hanno regalato i frutti del loro sapere e della loro immaginazione. Dietro di loro sempre più donne si appassionano alla scienza, e un domani, in numero sempre maggiore, saranno libere di regalarci il frutto delle loro brillanti intelligenze.

Le sei eroine raccontate da Gabriella Greison non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini. Sono quelle che hanno dato alla scienza e a tutti noi i risultati eclatanti delle loro ricerche e insieme la consapevolezza che era possibile – era necessario – dare accesso alle donne all’impresa scientifica. Non averlo fatto per così tanto tempo è un delitto che è stato pagato a caro prezzo dalla società umana.

L’anno 2020 è stato l’anno della riscossa per le donne laureate Nobel nella scienza, una laureata Nobel per la fisica e due laureate Nobel per la chimica. A tal proposito, tenuto conto che in Italia persistono ancora difficoltà di accesso delle donne alle carriere tecniche e scientifiche la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emanato lo scorso 16 giugno un Avviso Pubblico per il Finanziamento di Progetti di Promozione di Educazione nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) denominato STEM2020. In considerazione che il permanere della situazione di emergenza determinata dalla pandemia da Covid-19 e le conseguenti misure adottate dal Governo determinano notevoli difficoltà nello svolgimento delle attività progettuali, è prorogato dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021 il termine di scadenza dei progetti ammessi.  Tutti i dettagli sul sito Istituzionale del Dipartimento per le Pari Opportunità  http://www.pariopportunita.gov.it/

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