Lavoro, Iniziativa Comune scrive al ministro Bussetti: “Valorizzare i mestieri”
l portavoce Tiso: “Investire sulla scuola è importante, ma non basta. La Pubblica Istruzione prenda in seria considerazione la questione e si adoperi per proporre “pacchetti” di studio pratico-formativi, soprattutto al fine di coinvolgere i tanti giovani disoccupati, che in Italia sfiorano il 40%”.
“Iniziativa Comune” – gruppo di Cooperazione e Proposte, composto da “Radici” (Raggruppamento corpi intermedi nessuno tocchi le radici), “Confeuro” (Confederazione degli agricoltori europei e del mondo) e “Soggetto giuridico” (Organismo di aggregazione intercategoriale e coinvolgimento dei cittadini) – ha scritto una lettera al Ministro della Pubblica Istruzione, Marco Bussetti, chiamando in causa la scuola pubblica e interpretando l’insoddisfazione dei cittadini per la scarsa attenzione a un segmento che sta diventando sempre più proibitivo, anche perché nell’era dell’informatica sembra essere più facile “rintracciare un ago nel pagliaio” che un idraulico, un elettricista, per non parlare di un fabbro, muratori ed altri “artisti del tutto fare”. “Riteniamo sia il caso – spiega il portavoce di Iniziativa Comune, Rocco Tiso – che la Pubblica Istruzione prenda in seria considerazione la questione “mestieri” e si adoperi per proporre pacchetti di studio pratico-formativi, soprattutto al fine di coinvolgere i tanti giovani che forse avrebbero bisogno di stimoli, di un minimo di prospettive che, tra l’altro, la Costituzione rimarca, ragion per cui è auspicabile un intervento concreto delle Istituzioni”. Il target è costruire un filo conduttore che impegni Scuola, Ricerca e Promozione del Lavoro. A tutto questo si aggiunge la costatazione che molti giovani, al termine della scuola, non sanno ancora come muoversi. Si pensi che al Sud del Paese ci sono Comuni dove la percentuale di ragazzi che nulla fanno, rasenta il 70%.
“Bisognerebbe agire anche sul piano socio-culturale perché – continua Tiso – i mestieri sono come le lauree, con la differenza che elettricisti, idraulici, muratori, cuochi, parrucchieri, tecnici Ict e grafici, a due anni dalla fine degli studi hanno un tasso di inserimento lavorativo del 75-80%. Con un occhio attento anche a prevenzione del disagio giovanile e lotta alla dispersione scolastica, occorre aprire le porte con piani di recupero speciali anche a quelli più svantaggiati, scoraggiati, di cui si dice che non abbiano talento, premiando la voglia di fare”. Certamente anche le iniziative di tipo misto, Scuola-Lavoro, sono da prendere nella dovuta considerazione anche perché i mestieri di un tempo sono cambiati, vanno rivisti in chiave innovativa, moderna e tecnologica. “Resta il fatto che – concludono da Iniziativa Comune – al Dicastero dell’Istruzione, nell’ultimo quarto di secolo, sono cambiati diversi titolari e, nonostante le pindariche riforme, il livello culturale dello Stivale resta sotto ogni minima soglia di sopportazione, mentre la disoccupazione giovanile in media, nel Belpaese, si è attestata intorno al 38-40%. Proprio i cambiamenti decantati e mai condivisi, dovrebbero spingerci tutti a riflettere, discernendo che è ancora detto che è il sole a girare intorno alla Terra”. Messaggio chiaro alle istituzioni.
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