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L’apprendimento sociale di Alfred Bandura

Dicembre 01
15:08 2012

Alfred Bandura è uno psicologo canadese famoso per le sue ricerche sull’apprendimento sociale che non avverrebbe solo in presenza di una relazione diretta con gli oggetti o con i problemi da risolvere ma anche attraverso l’osservazione di un modello, di un’esperienza indiretta. Egli approfondisce le tematiche legate agli apprendimenti individuali e quelli che hanno cause connesse a fattori contestuali mettendo in luce che l’aggressività è un comportamento che può essere appreso attraverso l’osservazione di un modello.

Per confermare questa ipotesi attraverso un metodo scientifico crea il famoso esperimento detto della “bombola Bobo”, che prevede la formazione di due gruppi di bambini. Il primo viene messo in una stanza con una persona adulta che prende a calci e pugni un pupazzo gonfiabile alto circa 1,20 m. Il secondo viene messo in un’altra stanza e non assiste a nessun episodio di aggressività. Successivamente i due gruppi vengono messi insieme in una stanza con giochi neutri e giochi aggressivi e si è verificato che il gruppo che aveva assistito al comportamento aggressivo tendeva maggiormente verso comportamenti aggressivi. Da tale ricerca si deduce che i fattori contestuali hanno un ruolo fondamentale nell’apprendimento e che il comportamento aggressivo dei bambini può essere modellato, cioè appreso per imitazione. Le ricerche condotte da Bandura hanno portato a importanti risultati in tanti settori scientifici e contribuito a migliorare la ricerca nel campo della scuola e alla luce di questi risultati si pensi al ruolo importante, diretto e indiretto, che può avere un insegnante nei confronti degli allievi. Un altro importante concetto approfondito da Bandura è la teoria dell’autoefficacia che si riferisce alla percezione di riuscire ad affrontare un compito o una situazione problematica con successo. Secondo l’autore il sentirsi efficaci, infatti, aumenta l’impegno e la persistenza di fronte a un problema e, invece, chi si sente poco efficace ha paura di fallire e quindi tenderà a scegliere compiti più facili da svolgere e persisterà poco di fronte alle difficoltà. Bandura distingue tre caratteristiche del concetto di autoefficacia: la generalità che si riferisce all’applicazione in contesti diversi, alla forza riferita alla convinzione di poter riuscire e, in ultimo, al livello di autoefficacia che si percepisce tra due estremi di nessuna e massima percezione di controllo. Le fonti dell’autoefficacia secondo Bandura sono l’avere svolto con successo compiti similari, avere visto altre persone riuscire a svolgere quel compito con successo e credere di potervi riuscire gestendo in modo positivo il proprio livello di stress. Agendo su queste fonti si può migliorare il senso di autoefficacia percepito, nell’apprendimento si possono inserire insegnamenti strategici per fare sentire l’allievo efficace, contenendo l’ansia attraverso meccanismi cognitivi come la ristrutturazione delle aspettative o le credenze eccessive. I cambiamenti nel livello di autoefficacia percepita derivano quindi da cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali.

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