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L’angolo del dialetto V

L’angolo del dialetto   V
Gennaio 19
19:04 2025

Il 12 gennaio si è tenuta a Colonna la Settima edizione del Viaggio nel dialetto intitolata “Tra ‘n muzzicu e ‘n atru. La manifestazione è stata promossa nell’ambito della 25ma Settimana della Cultura e di  fronte a un folto pubblico si sono avvicendati poeti che hanno declamato le proprie poesie scritte nel dialetto del Comune di provenienza.  Li proponiamo in questa bella pagina del nostro Controluce on line,  un poeta o poetessa alla volta.

Continuiamo con i dialetti di Carpineto Romano  e  romanesco con le due poesie recitate da  Sergio Lidano.

 

I cunti

“Frate’ accomme imo?”

“beh..frate’,..nzomma..

all’azzecca’ se fa  j’affanno…

e t’accorgi, doppo npo’ che puro a cammena’ te ve’ a  fatica

comme s’avicina la fine de

j’ anno te fe do cunti

a chello che remane della vita.

Frate’..però i cunti assosi’ n’ti gli po’ fa

besogna fassigli be’.. senno’ nte veto,

comme quando, la sera,

prima de colecatte repenzi alla giornata,

a chello che se fatto e dici…

“ntanto…manco oggi m’eo vestito…”

allora si…te rebatteno precisi.

  Sergio Lidano

 

Il detenuto e la farfalla

Un detenuto cor programma de reinserimento

sortiva ogni matina da galera pe’ andare a lavorare

la speranza che je tornasse er sentimento

di non sbagliare più

di non avere più male a che fare.

Così attraversava Roma co’ li mezzi

da Rebibbia cor metrò fino a Regina

poi pjava er tre davanti all’Ospedale

fino a Trastevere un giro da turista gnente male.

A quest’omo de scappà nun glie veniva

era tra i fortunati….

poi siccome che coll’anni stava avanti

dopo staccato preferiva fa l’inverso

e rientrava in de la gabbia senza Santi.

Dar finestrino sopra la rotaja

er monno je sembrava na tenaja

immaginando il giorno che sarebbe uscito

stava a metà tra contento e preoccupato.

Così seduto cor pensiero a galla

all’artezza de Manzoni sentì un fruscio

e dalla luce che cadeva sul sedile

vide poggiate due ali di farfalla.

Fuori era freddo non era la stagione

un po’ confuso l’omo pensò alla suggestione

forse uno scherzo de la vista

che con l’età ognuno se rattrista.

Poi guardò mejo quel colore bianco

quelle ali posate sul sedile

come due mani lunghe… un certo stile.

Non puntò l’occhio je sembrava poco delicato

lei non si mosse, ferma, leggera

rimase sospesa sullo sguardo trattenuto

dentro a quer tram forse di un’altra era

dentro un film in bianco e nero oppure muto

una pausa di tempo o una scena vera.

Qualche fermata prima della sua

la farfalla sparì senza rumore

l’omo ebbe ‘n sorriso dentro ar core

il suo guardare lieve così senza intenzione

alla farfalla aveva dato un’emozione.

Sergio Lidano

                               

 

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