L’AMICHETTISMO E IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
La notizia è che nella prossima Legge di bilancio verranno destinati ulteriori 2,4 miliardi di euro al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Tali fondi verranno sottratti al “Fondo sviluppo e coesione” che ha tutt’altro obiettivo, ovvero lo sviluppo del Mezzogiorno (al momento in Sicilia vi è, tra l’altro, un grave problema di approvvigionamento idrico).
I 2,4 miliardi di euro potevano essere impiegati in altri settori dell’intervento pubblico in gravi difficoltà come la sanità, la scuola, la ricerca scientifica.
Vi sono due aspetti dell’intera vicenda su cui riflettere: le modalità con cui l’operazione viene condotta e i costi, diretti e indiretti, sostenuti dallo stato.
Il Ponte, per essere costruito, deve essere sottoposto alla verifica della Commissione tecnica dell’impatto ambientale (Via-Vas) del ministero dell’Ambiente. Se la valutazione d’impatto è positiva il ponte si fa, se è negativa il ponte non si fa.
Nel mese di settembre sono stati aggiunti alla Commissione 12 nuovi componenti che si aggiungono ai 36 già nominati nei mesi precedenti. Secondo il quotidiano La Repubblica tra i nuovi nominati “Emergono figure già attive in ambito politico, come l’ex candidata sindaca di Perugia, attualmente consigliera comunale per Fratelli d’Italia, e il vicesindaco di Pisa, che ricopre il ruolo di responsabile per le grandi infrastrutture e la rigenerazione urbana del partito in Toscana. Oltre a loro, sono stati nominati un consigliere comunale di Albano Laziale per Fratelli d’Italia, un ex membro dello staff di un ex ministro della Lega, un ex vice sindaco di una lista legata alla Lega.”
Ci si può chiedere se questi tecnici scelti direttamente dal ministro – figura politica e non certo un esperto di un settore così complesso come l’ambiente – non siano un esempio di “amichettismo” che si manifesta con l’assegnazione ai “nostri” di posizioni di potere e delle relative prebende e, soprattutto, se la loro militanza in partiti attualmente al governo non influenzerà le loro deliberazioni (il ponte si fa o non si fa). Un caso analogo è quello della nomina dei membri della Corte suprema che vengono scelti in piena autonomia dal presidente degli USA tra persone coerenti con le sue opzioni politiche, con grave pregiudizio per l’equità delle deliberazioni della Corte stessa (prima di terminare il proprio mandato Trump nel 2021 ne ha nominati tre di fede repubblicana).
Visto che i membri della Commissione riceveranno un compenso dell’ordine dei 70.000 euro l’anno e che più di recente la composizione del collegio è stata ulteriormente ampliata, si può stimare che il costo complessivo della remunerazione degli esperti si aggirerà intorno ai 4 milioni di euro l’anno.
Sarebbe opportuno che i cittadini avessero, nello spirito della trasparenza della pubblica amministrazione, adeguate informazioni sulle effettive competenze professionali dei membri della Commissione in relazione al compito affidato (il ministero dell’Ambiente non ha ancora messo a disposizione tali informazioni) e sulle loro prestazioni. Ciò consentirebbe ai cittadini di valutare se i 4 milioni di tasse per remunerare gli esperti sono ben spesi.
E prima invece com’era? Azzardo io: VGVALE!!!! Non sapete più quali spettri agitare contro il ponte. Perché siete solo razzisti contro Sicilia e Calabria