Laboratorio di lettura e interpretazione favole
Nei giorni 25 e 26 novembre si è tenuto, presso la colorata sede di Emergency a La Lima nell’Alto Pistoiese, l’incontro tra i volontari di tutt’Italia del gruppo scuola di Emergency interessati a partecipare al laboratorio di lettura e interpretazione favole con l’attrice Elisabetta Salvatori. Ad organizzare l’incontro sono stati principalmente Pia e Ermanno del gruppo dell’Alto Pistoiese. I partecipanti venivano da Roma, Milano, Fanano e varie parti della regione Toscana. Nella giornata di sabato i volontari hanno ricevuto una calda accoglienza dal gruppo dell’Alto Pistoiese. Si è tenuta poi una discussione sul lavoro portato avanti nelle scuole materne ed elementari. Durante la riunione si è ribadita all’unanimità la necessità di un laboratorio (come quello che c’è stato) che illustrasse le strategie migliori per raccontare le fiabe: molti infatti hanno espresso le loro difficoltà nel presentare ai bambini le fiabe pubblicate per Emergency da Carthusia, difficoltà dovuta alla mancanza di strumenti appropriati per rivolgersi ai più piccoli e al non evidente raccordo tra il contenuto della favola e lavoro dell’associazione. Si è giunti così alla conclusione che il modo più efficace per parlare di Emergency ai bambini sia non solo quello di spiegare che ha raccontare le favole sono stati i bambini degli ospedali di Emergency, ma soprattutto quello di evidenziare le peculiarità del luogo da cui provengono le fiabe. Questo è stato già sperimentato dai gruppi: Ermanno ha riportato l’esempio di un cartellone in cui i bambini di una quinta elementare hanno disegnato tutti gli elementi che fanno parte del paesaggio cambogiano. I bambini hanno chiamato il cartellone ‘Il villaggio dei diritti’, essendo stato realizzato in seguito ad un discorso basato sui diritti che faceva notare ai bambini come le strutture che nel nostro paese sono scontante in altri posti non lo sono. In questo modo i bambini hanno sognato e disegnato una Cambogia senza mine e dove ci fosse tutto il necessario. Sul tema dei diritti i bambini di una scuola elementare dell’Alto Pistoiese (Giulio, uno di loro, era presente anche in sede) hanno realizzato anche delle bellissime cartoline. E’ stata riportata in quest’ambito anche l’esperienza del gruppo di Milano che, ad esempio, per raccontare la favola afgana ai bambini ha usato spezie varie. Sottolineando la provenienza delle favole si ribadisce uno degli obiettivi di Emergency nelle scuole che è quello di diffondere una cultura di pace: il bambino viene a contatto con un’altra realtà e impara a capire che esistono culture diverse dalla sua e che bisogna conoscerle e rispettarle per vivere in pace.
Per quanto riguarda invece la ricerca del modo migliore per rivolgersi ai bambini, durante la giornata di sabato si è cercato di capire quali sono ‘i trucchi del mestiere’. E’ stata fatta presente l’importanza di legare il gioco alla fiaba: Carmine ha raccontato di come si siano divertiti i bambini di una elementare di Milano nel disegnare ognuno una fiamma su di un cartellone, con relativa frase, per rappresentare il fuoco. Il coinvolgimento dei bambini implica comunque dei limiti per non rischiare che il gioco prenda il sopravvento. Ma oltre al gioco sono stati evidenziati altri aspetti importanti per catturare l’attenzione dei più piccoli: l’intonazione della voce, la scansione dei tempi, il supporto delle immagini (quest’ultimo metodo viene già sperimentato dai gruppi).
Domenica 26 si è passati all’aspetto più ludico: sono state rappresentate e narrate le 4 favole che i bambini degli ospedali di Emergency ci hanno raccontato: ‘L’albero incantato’, ‘Chi è il più forte’, ‘Il ragno e il gallo’, ‘Gurnatalla e il gigante senza nome’. Questo lavoro è stato possibile in seguito ai preziosi suggerimenti dell’attrice Elisabetta Salvatori. Elisabetta ha mostrato prima di tutto la sua dote d’incantatrice narrando tre favole: il primo incanto è stato il silenzio creatosi al momento della narrazione’eravamo dei fogli bianchi ammutoliti e la favola si scriveva su di noi durante la recitazione. L’attrice ha raccontato la favola di Gianni Rodari ‘Lo gnomo tre bottoni’, una favola giapponese di Yuichi Kimura dal titolo ‘In una notte di temporale’ e’Il topolino Armando’, storiella di origine francese. Elisabetta entrava in scena portando delle valigie chiuse per richiamare la curiosità dei più piccini, dentro le valigie vi era lo scenario della favola in miniatura. Le valigie perché le fiabe vengono sempre da lontano, custodi di un’antica saggezza. Le valigie di Elisabetta sulla scena erano bocche che si aprivano e parlavano magicamente da sole o nascondigli per menti che amano rimpicciolirsi (siano esse adulte o bambine) e trasformarsi, come Alice, entrare in questo ‘paese delle meraviglie’, popolato da topi e gnomi e tutto ciò di più piccolo e delicato sfugge alla comprensione immediata, alla nostra mano di giganti che pensiamo di possedere il mondo e di servircene per i nostri scopi’entrando nella dimensione fantastica della favola entriamo anche in quella della vita e ne apprezziamo di più la sua magia, perché come insegna Emergency l’immaginazione più bella e fantastica si può realizzare.
Elisabetta Salvatori è nata a Viareggio nel 1963 e vive a Forte dei Marmi, in una casa che ospita il piccolo Teatrino dei Favolanti, con una sua programmazione teatrale aperta al pubblico. Racconta favole per bambini e storie per adulti tratte da episodi veri, trascritti poi per il teatro. Alcuni testi sono in ‘versiliese’. E’ approdata al teatro proprio grazie alle sue favole che, raccontate durante una cena a casa di un’amica, subito catturarono l’attenzione di Andrée Ruth Shammah (teatro milanese Parenti, ex Pierlombardo). Era il 2000 e da allora Elisabetta Salvatori ha realizzato vari spettacoli per bambini e per adulti, presentandoli in molteplici città, rassegne e teatri italiani. Ha curato per 10 anni una rassegna per bambini Fiabe a teatro in Versilia. Nel raccontare le sue storie viene spesso accompagnata al violino da Matteo Ceramelli.
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