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La voce e la memoria – Interviste a personaggi del ‘900 è l’ultimo libro di Aldo Onorati, edito dalla EdiLet e curato da Marco Onofrio e Fabio Pierangeli. Il volume, come anticipa il titolo, è una raccolta di interviste a grandi personaggi del Secondo Novecento. Tra questi appaiono i nomi di Pier Paolo Pasolini, Carlo Levi, Armando Armando, Giorgio Petrocchi, Luigi Emery, Luigi Volpicelli, Giorgio Saviane, Dom Giovanni Franzoni, Lucio Dalla, Dario Fo, Domenico Rea, Roberto Rossellini, Piero Angela, Walter Mauro, Antonhy Quinn e tanti altri. Uomini distanti tra loro, talvolta, per interessi, posizioni politiche, religiose e culturali, ma accomunati tutti da una spiccata identità nel panorama di quegli anni: 1960 – 1989.

Ciò che stupisce e cattura, via via che ci si addentra nella lettura, non sono più i grandi nomi scritti in grassetto all’inizio di ogni colloquio tra intervistatore ed intervistato ma la vitalità, la profondità e la precisione delle informazioni che scaturiscono dalla conversazione. I protagonisti di ogni dialogo iniziano ricoprendo il ruolo del grande critico letterario o del regista, del teatrante, dello scrittore, del poeta, del musicista, ecc. per svelare, infine, se stessi in quanto uomini che pensano, vivono in una realtà sociale in cui non si può non operare delle scelte, lottare per un ideale o credere in una vocazione. L’intervista diviene, a volte, una confessione, una condivisione. Allora ritornano vivi e fulgidi, nella memoria dell’autore, certi particolari che rendono la lettura più intensa e la ricezione più emozionante: sembra di essere lì, accanto al giovane Onorati in attesa dell’impegnatissimo ma sereno, sorridente Carlo Levi. Sembra di vedere quei quadri nel suo salotto, che sembrano volerci abbracciare.

Allo stesso modo passeggiamo con Onorati e Baldini per la capitale e sentiamo sulla pelle e nello sguardo, quel “sole di Roma che trasforma l’inverno in primavera slargando le strade interminabili e varie”. Vediamo Piazza Colonna, in quel preciso istante, che “aveva un aspetto morbido e lieto, quasi assonnato.”

Ci sentiamo investiti e partecipi di ogni emozione perché Onorati ce ne fa dono. Egli ci inserisce dapprima, premuroso come un padre o il migliore tra gli amici, nella “situazione”, introducendo l’intervistato e il momento storico, e poi ci investe completamente di tesori immensi: le voci. Il racconto delle interviste e le opinioni, i temi proposti, gli argomenti affrontati, si fondono in un unicum che diviene pura ricchezza extratestuale, stimolo alla ricerca, sfida per il lettore e per la sua capacità di pensiero. Il lettore si trova a scoprire, di volta in volta, storie nuove o a dissotterrarne di vecchie, quasi dimenticate, come fosse caduto in una miniera di pietre preziose. I tesori che ci affida Onorati sono le parole. Le parole che diventano volti, tempi, spazi di riflessione, voci. Una polifonia disarmante e illuminante che culmina in una sola voce, quella della Memoria.

Marco Onofrio scrive nella prefazione: “Molte di queste conversazioni non sono semplici interviste… ma eventi che vogliono accadere tra due intelligenze disponibili a pensare, a contaminarsi, a trasformarsi, a cercare insieme una verità. (…) In genere è l’autenticità profonda dell’intervistatore a stimolare la creatività negli intervistati, inducendoli a mettersi in gioco. Spesso l’intervista riesce come l’incontro paritario di due spiriti liberi…”

“La voce e la memoria” costituisce un prezioso documento storico da consigliare a tutti ma da imporre benevolmente ai ragazzi delle scuole superiori e agli studenti universitari, affinché trovino nelle grandi domande del passato, una risposta al loro presente. Le orme di questi uomini tracciano un sentiero invisibile ma onnipresente nel tessuto della nostra memoria storica. “Se noi non conosciamo da dove siamo venuti, non riusciamo mai a capire dove dobbiamo arrivare” (dall’intervista di Dario Fo, citaz. di Gramsci).

Questo libro non è una risposta secca alla vita ma una catena di domande e di risposte aperte, seppur precise, seminate al vento del futuro. Ché ognuno ne raccolga un frutto, un fiore, una foglia, una zolla di terra, un sassolino, un granello di sabbia, una scheggia di conchiglia, un frammento di stella… In ogni caso troverà una speranza.