Notizie in Controluce

La vocazione
Cesare De Marchi
9788807883545
Feltrinelli
€ 9,00 e-book disponibile N

Essere vocati per qualcosa in una società che non riconosce il merito e che corre per affermazioni spicciole che producono benessere immediato, è una iattura. Lo sa Luigi Martinotti, friggitore di patatine al fast food e prima posteggiatore comunale, interrotti gli amati studi a causa di un rovescio di fortuna (ma anche a causa di una certa idea di bellezza, certo non sua). Mentre frigge senza sosta, immagina l’impianto delle sue storie: l’incontro tra Papa Leone e Attila, poi l’approfondimento della figura di Carlo XII di Svezia suggeritogli dal caro amico Giuseppe, professore malato amante di giovani donne, affezionato cliente di Luigi quando questi, per un insperato colpo di fortuna, fu libraio in una libreria antiquaria.

Sullo sfondo una Milano appena percepita, la storia del protagonista con la bella e vitale collega Antonella, la frequentazione delle biblioteche pubbliche, lo scorrere dei giorni che si fa quasi lieve per chi guarda solo…al traguardo. Poi la svolta: oltre la delusione, il non voler vedere le carte ordinate da un destino cieco, pone rimedio la pazzia. Luigi cerca quella solidità economica che potrebbe porre fine alla sua schiavitù di friggitore e farne finalmente un intellettuale, come lo storico che ha incontrato poco tempo prima: appartamento in centro, vita fra Parigi e il sud America, molto anziano sì, ma realizzato. Il crimine gli si para davanti come ultima soluzione, specialmente ora che la sorte del caro amico Giuseppe gli pare segnata: ingiusta pure quella, in agguato per rubarti i giorni; ed ora che guarda con invidia malcelata i giovani rampolli che se ne vanno in biblioteca a perdere tempo e che avranno con tutta probabilità anche l’avvenire assicurato. La nebulosa si infittisce e poi si dispiega con la maestria narrativa di De Marchi, capace di far passare i casi più strani, quelli che più s’attagliano, si sa, ad ogni esistenza, come perfette parti di un disegno; l’azione ad un certo punto si sposta a Genova e qui l’autore ci ricorda ancora di più Nico Orengo (1944-2009), grande scrittore, ligure d’adozione (La curva del latte, La guerra del basilico). Il libro si mangia, quasi, per la fragranza d’una scrittura attenta che pare seguire le domande che s’addensano nella mente di chi legge, mentre il racconto prende piega da un capitolo all’altro in scene ben orchestrate. Perché leggerlo: una storia bella e attuale, ben calibrata fra quotidianità e pensiero, una riflessione sull’impossibilità di essere qualcosa/qualcuno solo con l’immaginazione. Le barriere (culturali, di classe) che caratterizzano anche questo nostro presente, in una società con non meno disparità di qualche decennio fa, senza opportunità, spesso, per chi avrebbe i numeri, figuriamoci per chi crede di averli nella propria solipsistica immaginazione e si ritrova a gestire una mole di rabbia convulsa. Rabbia dovuta, forse, alla perdita di una sana dose di obiettività, di giudizio distaccato, atteggiamenti vitali, certo, ma antitetici alla materia di un buon romanzo come questo. De Marchi oltre che narratore è traduttore e saggista. (Serena Grizi)