“La vita è sogno”
Argentina (dal 20/04 all’8/05)
La resistenza al potere e la lotta al sistema imperante di P.P.Pasolini nella rivisitazione antifranchista di Calderon
Si conclude l’analisi sociale di F.Tiezzi sul disfacimento della famiglia con la terza parte onirica dell’attualizzazione del dramma storico-religioso di Calderon de la Barca:” La vita è sogno”. Questo Calderon fu l’unico dramma teatrale composto dal letteratofriulano di cui quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della morte, avvolta ancora nel mistero che è stato a più riprese studiato ed indagato nella cinematografia fino al recente “la macchinazione” con Massimo Ranieri. Il testo barocco-iberico della pièce, viene trasportato più unicamente sulla guerra civile spagnola dal 36 al 39, mantenendo i personaggi principali di Basilio, Rosaura e Sigismondo. La sua è una trascrizione onirica che rappresenta la disgregazione dei vari strati sociali dell’aristocrazia monarchica in cui Rosaura s’innammora del protagonista dell’opera, vecchia fiamma della madre, che scoprirà essere suo padre naturale, fino alla terza immaginazione in cui crede di essere una “paludata dama franchista del 1967 che tradisce il marito con il giovane studente rivoluzionario madrileno Enriquez.In questo frenetico precipitare nel baratro di sé stessi o dell’infernale società civile di centrodestra, non manca la sezione intermedia più brutale in cui lei è una prostituta, che viene accolta dalla comunità religiosa delle “Case del Pianto Divino”e che tesse un legame sentimentale con il ragazzo dei bassifondi di Barcellona Pablito, che risulterà essere suo figlio. Insomma, non difetta nemmeno l’introspezione psicosocianalitica dei personaggi che si dannano con amori incestuosi e sono l’emblema della consumistica e corrotta società repressiva.Tuttavia la più significativa testimonianza della rilettura didascalica del testo del”Siglo D’ORO, è la quarta in cui Rosaura è uno scheletro bianco vivente simbolo delle tante vittime del regime franco-nazista e l’analista, schiavo del sistema, vorrebbe cancellare questo suo sogno. Resta il valore perenne di questo scritto del 1906, di cui sono protagonisti principali: Sandro Lombardi come Basileus, Camilla Semino Favro nei panni di Rosaura e Francesca Benedetti detta regina smorfiosa. Le varie scenografie della reggia e degli ambienti proletari e borghesi sono stati disegnati da Gregorio Zurla, mentre la regia sarcastica e ironica è di quel talento speculativo di Federico Tiezzi.Si replica nello stabile di Roma fino all’8 maggio.
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