La violenza degli sgomberi colpisce nell’indifferenza i bambini Rom
Milano. La violenza degli sgomberi colpisce nell’indifferenza i bambini Rom
Gruppo EveryOne: “E’ una tragedia che avviene nell’indifferenza generale. Chiediamo ancora al Presidente Fini di aiutarci a fermare la pulizia etnica a Milano” Milano, 9 febbraio 2010. Nemmeno il gelo ha fermato l’ordinanza comunale di abbattere le poche baracche in zona Lorenteggio dove si erano accampate alcune famiglie, tra cui 7 bambini, dopo avere subito due sgomberi nell’arco di una sola settimana. Intorno alle 8,30 di questa mattina gli operatori della nettezza urbana hanno intimato ai genitori Rom e ai loro bambini di uscire al freddo, di portare via le poche cose che erano riusciti a salvare durante gli sgomberi, perché le loro “case di fortuna” sarebbero state abbattute. E così è stato. Una delle famiglie, quella con più bambini, ha trovato rifugio per il momento nella autovettura di un conoscente per cercare di proteggersi dal freddo. Ci si chiede come riusciranno a passare la notte questi bambini se tutti i Centri di Accoglienza che il Comune si è “vantato” di avere allertato, sono pieni e impossibilitati ad accoglierli.
Quest’ennesima violazione dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia va a sommarsi allo sgombero di un insediamento di cento persone, di cui 50 bambini, eseguito questa mattina in via Vaiano Valle. “Abbiamo sollecitato un intervento dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani,” afferma in una nota il Gruppo EveryOne, che segue da vicino alcune delle famiglie sgomberate, “e contemporaneamente abbiamo depositato una denuncia per abusi contro l’umanità presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia. Sappiamo che il Presidente della Camera Gianfranco Fini – cui hanno inviato lettere con richiesta di un intervento a tutela dei Rom anche alcuni parroci del capoluogo lombardo – si sta impegnando per evitare il prosieguo delle operazioni di purga etnica a Milano. A lui, che è rimasto fra i pochi a non aver sacrificato sull’altare della convenienza politica e personale i diritti dei più deboli, chiediamo tuttavia di agire, secondo le sue funzioni, con la massima urgenza, perché la condizione di salute e di precarietà degli sgomberati è assolutamente tragica”.
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