La vecchia Befana
La vecchia Befana, per lo più alquanto bruttina, veniva spesso raffigurata a cavallo di una scopa e con una gerla (o un sacco) in spalla che se ne volava per il cielo stellato nella notte del 6 gennaio di ogni anno, passando attraverso i camini e lasciando qualche giocattolo e qualche dolciume, nelle calze appositamente lasciate da riempire, unitamente a quel poco di carbone che ogni bambino comunque si sarebbe meritato.
E’ noto che ‘Befana’ deriva da Epifania, nel ricordo di quando il Bambino Gesù si mostrò ai Re Magi orientali che gli offrirono doni caratteristici e significativi delle loro zone di provenienza. E così anche nei nostri paesi il 6 gennaio era il giorno dei doni e regali.
Raffigurazioni della Befana in quel giorno erano talvolta esposte nei negozi di giocattoli, straordinariamente aperti per mezza giornata nella giornata festiva, qualora qualche genitore si fosse scordato di fare regali ai propri pargoli. Una delle raffigurazioni più note a Frascati era quella del negozio dei Lippi, e il buon don Fernando, salesiano, ne conservò il prototipo ‘semovente’ nella sacrestia della chiesa di Capocroce fino a non molti anni fa.
La modernità ha cacciato la vecchia befana che non può certo girare con l’antiquata scopa quando c’è l’aspirapolvere e nemmeno girare col sacco in spalla sostituito da Amazon e compagni. E, poi, dove sono più i camini, sostituiti da canne fumarie e termosifoni?
Ma oggi, con la crisi economica che dura da anni e con le vendite alquanto carenti, qualche commerciante nostrano vorrebbe riscoprire la ‘vecchia’ befana, con la scusa che gli innumerevoli cloni di Babbo Natale (Santa Claus, San Nicolaus) – migranti per tutto l’orbe terraqueo senza porti chiusi o frontiere – abbiano anticipato anche…le vendite natalizie e quindi sostituito e fatto defungere la cara vecchietta benefica. Ma se proprio la vogliamo dire tutta, chi è che ha commesso questo femminicidio befanesco? Non sono stati forse anche certi commercianti e botteganti che ormai, domeniche e feste comandate o meno, tengono sempre aperte le loro botteghe?! E così si è perso non solo il senso della Festa ma anche le antiche (buone) tradizioni. Non si vuol per caso vendere anche a Natale (e normalmente all’ingresso di tutti i negozi e rivendite non c’è forse il rosso pupazzo biancobarbuto di ‘babbo’ natale che uniforma ormai usi e costumi mondiali?
E non è sempre il consumismo e il commercio che anche dalle nostre parti sguazza tra le vendite delle orripilanti maschere dell’Halloveen forestiero? Una ‘festa’ (?) che viene per lo più alimentata da esagitate e frivole mamme (e talvolta anche maestre, un po’ meno le nonne) che travestendo i propri pargoli da scheletri, mummie e quant’altro, cercano di esorcizzare la morte e l’aldilà, anticipando di qualche mese l’ufficialità di un carnevale (peraltro ormai perenne!). Chissà se costoro, frequentando magari qualche volta i cimiteri – quelli veri – possano essere riportate a…più serie riflessioni.
Ma d’altronde nell’epoca odierna, tra cantilene ‘rappiste’ (dei vari ‘rapper’ nazionali e internazionali) che hanno sostituito (in peggio) le buone antiche filastrocche dei bambini, e tra cinematografici mostri extraterrestri ed alieni satanici in continue saghe di guerre stellari, (che tra l’altro, ma meno avveniristiche, si combattono già nel nostro mondo), non ci accorgiamo che migliaia di alberi sono stati abbattuti dal vento in Trentino, che l’Australia brucia da giorni, che la siccità e il deserto avanzano, che Venezia è sommersa dall’acqua alta, e così via. Ma abbiamo ancora una Speranza: che le varie piccole Grete dei nostri giorni abbiano il sopravvento sui vari personaggi con gli occhi foderati di prosciutto, perché dopo tutto, alla fine, volenti o nolenti, dobbiamo concludere seriamente che… il futuro è dietro di noi!
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