La variante morettiana
Nanni Moretti, grande regista che ha spesso tallonato l’immenso e fantasioso Fellini, nel suo “Ecce Bombo” ha creato un capolavoro artistico col monologo di Michele, quello del “mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo …”. Una analisi ironica, forse sarcastica, sull’indolenza esistenziale moderna a confronto con l’alto dubbio di Amleto. Ora è arrivata la pandemia, finalmente il vaccino e in ultimo il certificato vaccinale obbligatorio per avere ingresso a molte attività comprese quelle di lavoro; tutto al fine di limitare i contatti e il diffondersi delle cosiddette varianti. Poteva essere un percorso più o meno apprezzabile o opinabile considerati vantaggi (pare ai più moltissimi) e svantaggi (sembra molto limitati). Sennonché sono nati i partiti dei No Vax e dei No Green Pass. A questo punto si sono verificate le condizioni ideali perché nascesse e venisse alla ribalta una nuova categoria umana molto agguerrita. È formata dal ceppo base dei Bastian Contrari, specie sempre esistita (forse in parte e in alcuni momenti tutti lo siamo) ma purtroppo è stata fortificata e resa pericolosa dall’incrocio con la variante dei Morettiani decisi, quelli che hanno risolto il dubbio di Michele. Loro vanno per farsi notare e si fanno ben notare. Politici, professori e giornalisti, scelgono la tesi e la corroborano di “Libertà”, “Costituzione” e altri termini e accenni che lasciano intendere che loro la sanno più lunga di tutti gli altri politici, professori, giornalisti e del povero volgo ignorante che si è fatto infinocchiare dai vaccini e soggiogare dalla costrizione del certificato. Ma forse non si accorgono che potrebbero essere loro prigionieri dell’eccesso di intelligenza e della voglia di uscire dal gregge quando pare invece accertato che è proprio il gregge che protegge. Ed è ben strano che persone spesso di grande valore e intelligenza in più campi del sapere tutto sommato si appiattiscano su posizioni da orecchianti del diritto da bar dello sport. Dove siano il complotto subdolo del vaccino, la violazione della libertà e della Costituzione è ben difficile capirlo. Forse sono nascosti dietro qualche ego smisurato o proprio nella luce della ribalta. E forse alcuni grandi filosofi, storici, saggisti e qualche ordinario politico dovrebbero soffermarsi sul fatto che anche il diritto, pure esso antico di millenni, è una cosa seria e complicata. Non basta leggere i titoli che fanno comodo e rimanere in superficie. Per esempio l’enunciato dell’articolo 3 della Costituzione è piuttosto semplice e accattivante e formalmente non fa una piega ma poi, come la stessa Corte Costituzionale chiarisce costantemente “occorre adeguarlo agli svariati aspetti della vita sociale, anche al fine di conseguire i risultati additati dal comma 2 dello stesso articolo 3”. Nella sostanza bisogna assicurare parità di trattamento quando uguali siano le condizioni oggettive e soggettive alle quali le norme si riferiscono, più semplicemente condizioni uguali devono essere trattate allo stesso modo ma condizioni differenti possono/devono essere trattate in maniera differente. Alla luce di questo la pretesa discriminazione del Green Pass risulta una solenne bufala perché infatti la norma disciplina, opportunamente, situazioni totalmente differenti, quella del vaccinato (o tamponato) e quella di chi non lo è. Per quanto riguarda l’articolo 32 della Carta circa il diritto alla salute individuale e collettiva e all’eventuale trattamento sanitario obbligatorio disposto per legge la confutazione delle pretestuose argomentazioni dei No Vax risulta dalla semplice lettura del testo. Allora si dirà, perché tanto clamore e stridio di unghie sugli specchi? Si può pensare in alcuni casi all’ansia da ribalta e al “ve lo dico io come stanno le cose”; in altri si deve ragionevolmente pensare al “cui prodest”. E si intravvede qualche tesi politica.
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