La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig
Kasparov disse una volta che ‘Gli scacchi sono lo sport più violento che esista’. Se trovate questa affermazione esagerata significa che non avete mai letto la La variante di Lüneburg, romanzo di esordio del goriziano Paolo Maurensig. Con uno stile asciutto, fatto di periodi brevi, con un ritmo incalzante che poco a poco appassiona il lettore, Maurensig ci conduce per mano in un inferno che ha la forma di una scacchiera.
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. Semplice incidente? Suicidio? Oppure un omicidio? Niente di tutto questo. La risposta è un’altra: si tratta di una mossa di scacchi.. Partendo da questo fatto di cronaca Maurensig ripercorre gli eventi a ritroso conducendoci fino a una delle pagine più buie della Storia: il nazismo e la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio. A distanza di venti anni dal loro primo incontro i due protagonisti, uno l’antitesi dell’altro, si rincontrano nel lager di Bergen Belsen. La storia ha fatto il suo corso trascinandoli in parti opposte della barricata: uno è un ebreo deportato, l’altro un ufficiale delle SS. Ma la vita, pur portandoli su binari diversi, non è riuscita a scalfire l’innata passione per gli scacchi. Così, ancora una volta faccia a faccia, arriva il momento di porre fine ad una partita che va protraendosi oramai da troppo tempo. Una partita che riassume in sé il significato di uno scontro tra due diverse civiltà, due diverse ideologie, due diverse culture. E’ giunto il momento che uno dei due prevalga sull’altro. Ma a quale costo verrà sancito il vincitore? Ed il vincitore, potrà davvero ritenersi tale?
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