La tubercolosi oggi – 3
1882: Koch scopre il bacillo della Tubercolosi!!
Robert Koch (1843-1910), scienziato tedesco, fondò la moderna batteriologia medica isolando gli agenti responsabili di una serie di malattie infettive, identificandone anche i vettori animali. Nel corso della sua lunga carriera si dedicò, alla messa a punto di tecniche e protocolli sperimentali per l’isolamento, la coltura e l’uccisione dei microrganismi patogeni; descrisse il rapporto esistente tra il bacillo del carbonchio e il decorso della patologia da esso causata. Del 1882 è la scoperta del bacillo della tubercolosi, chiamato in suo onore “bacillo di Koch”. Nel 1884 isolò il vibrione del colera, identificando nell’acqua contaminata il principale mezzo d’infezione, nel 1891 fu chiamato a dirigere l’Istituto delle malattie infettive di Berlino, che ancora oggi porta il suo nome. Finalmente nel 1905 in riconoscimento di tutte le sue importantissime scoperte, gli fu conferito il premio Nobel per la medicina.
La tubercolosi, è una malattia antichissima, di cui si è trovata traccia persino nelle mummie egizie, nel 400 a.C., curata da Eurifone di Cnido con il latte materno e più avanti nel 100 a.C. con l’oppio, che sembrava il miglior rimedio contro la tosse dei tisici. Nei secoli recenti, dal tocco dei re taumaturghi fino ai cambiamenti climatici, tante sono state le ricette più o meno fantasiose che nei secoli hanno cercato di guarire i malati di tisi, ma solo, nel 1944, dopo circa sessant’anni dalla sua scoperta, grazie agli studi di Waksmann su neomicina e streptomicina, la tubercolosi cominciò ad avere una vera e propria terapia.
Un po’ di batteriologia.
I Micobatteri appartengono al genere Mycobacterium (dal greco micete e bastoncino), ordine Actynomicetaceae, classe Schizomycetae; famiglia Mycobacteriaceae che comprende il solo genere Mycobacterium con una quarantina di specie metà delle quali prive di interesse pratico. Tra le specie Micobatteriche di maggior interesse clinico si annoverano: M. tuberculosis, M. bovis e M. africanum, responsabili delle affezioni tubercolari nell’uomo.
L’agente eziologico della Tubercolosi è il M. tuberculosis ma forme tubercolari possono essere causate anche da M. bovis ed in alcuni Paesi africani, da M. africanum e M. leprae.
I micobatteri sono microrganismi aerobi (sopravvivono solo in presenza di ossigeno) o microaerofili sono in grado di utilizzare ossigeno, ma solo a concentrazioni ridotte (nell’ordine di micromoli), immobili (I batteri possono essere mobili o immobili, e la motilità è dovuta alla presenza di appendici filamentose, dette flagelli o ciglia, che possono variare per posizione, numero e lunghezza), asporigeni (si riproducono senza l’ausilio di spore). Possono essere presenti sul suolo, nell’acqua e possono parassitare alcune specie animali che fungono pertanto da serbatoio. La morfologia è quella tipica di bacilli allungati delle dimensioni di circa 2-5 µm, un po’ incurvati, presenti talora in forme cocco-bacillari con un diametro trasverso di circa 0,2- 0,5 µm.
M. tuberculosis è un bacillo assai resistente agli agenti fisici e chimici, naturali ed artificiali; si può considerare il più resistente tra i batteri patogeni non sporigeni. Sopravvive a lungo, anche per molti mesi, nell’ambiente esterno all’essiccamento specialmente se contenuto in materiale organico ed al riparo dalla luce. Resiste al calore secco a 100°C per 2 ore, a lungo nelle soluzioni acide ed alcaline. E’ inattivato in poche ore dalla luce solare diretta, in 30 minuti dal calore umido a 60°C, in 4 ore dalla formalina al 3% e dal cresolo all’1% ed in pochi minuti dalla tintura di iodio. La causa della resistenza di M.tuberculosis a trattamenti prolungati con agenti chimici come alcali e fenoli sembra essere l’elevato contenuto di lipidi nella parete cellulare.
La collocazione dei micobatteri in relazione alla colorazione di Gram è priva di interesse e non del tutto certa; i più li considerano Gram positivi.
Le colonie di Micobatteri possono presentare una pigmentazione di colore variabile dal giallo all’arancione intenso, dovuta alla produzione di cristalli di carotene; le specie che possiedono questa proprietà si distinguono in: “fotocromogene” (per le quali la formazione di pigmento richiede la luce) e “scotocromogene” (per le quali il pigmento si forma sia alla luce che al buio); esistono anche specie nelle quali la pigmentazione è assente o sporadica e sono definite “non cromogene”.
In generale i Micobatteri possono essere suddivisi in due gruppi principali:
– “a crescita lenta” (si osservano colonie dopo, almeno, sette giorni) e
– “a crescita rapida” (si osservano colonie in meno di sette giorni).
Presumibilmente la crescita lenta di molte specie Micobatteriche è, almeno in parte, conseguenza della natura idrofobica della loro superficie cellulare, che rende le cellule piuttosto impermeabili ai nutrienti (le specie con un contenuto di lipidi inferiore crescono, infatti, più velocemente).
M.tuberculosis è la specie più rappresentativa del genere Mycobacterium, responsabile della maggior parte delle infezioni tubercolari nell’uomo, ha una struttura complessa, costituita da: Proteine, Lipidi, Complessi polisaccaridici che fungono da antigeni ed inducono la comparsa di anticorpi circolanti; non produce tossine ed i processi della malattia sono soprattutto il risultato di reazioni di ipersensibilità ritardata verso gli antigeni Micobatterici; la virulenza di M. tuberculosis è stata correlata alla formazione di strutture dall’aspetto di lunghi cordoni costituite da catenelle di batteri, aggregate lungo i lati ed intrecciate tra loro; questo particolare tipo di accrescimento è riconducibile alla presenza sulla superficie cellulare di un glicolipide caratteristico: “cord factor”.
Micobatteri atipici o non tubercolari (MOTT. myc. other than tuberc.): costituiscono una categoria molto estesa di Micobatteri il cui carattere ubiquitario ne comporta la possibile presenza nell’aria (ambiente), nel terreno, nelle acque ed in alcuni animali (domestici e non) ove si mantengono allo stato saprofitico. Ne è segnalata anche la presenza sulle pareti delle piscine, negli acquari domestici, nei condizionatori d’aria. Il contatto può pertanto avvenire per via aerogena, per via digestiva (alimenti inquinati), per diretto contatto sulla cute. Èinoltre possibile la trasmissione interumana da individuo portatore o malato ad individuo sano. Sono più di 50 le specie “atipiche” sinora individuate. (continua)
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