La tubercolosi oggi – 1
La tubercolosi è percepita come una malattia del passato. Ma come dimostrano i dati epidemiologici italiani, ed ancor di più i dati su scala mondiale, la tubercolosi è ben lontana dall’essere stata debellata
Cos’è la tubercolosi. La tubercolosi (TB) è una malattia infettiva contagiosa causata da un batterio Mycobacterium tuberculosis (mb) scoperto il 24 marzo 1882, dal microbiologo tedesco Robert Koch. (Ciò gli valse l’assegnazione del premio Nobel nel 1905). La TB riguarda soltanto le malattie causate dal Mycobacterium tuberculosis, dal M. bovis o dal M. africanum. Sebbene si distinguano 5 varietà di bacillo tubercolare (umano, bovino, aviario, murino, degli animali a sangue freddo).
Dati epidemiologici.
Nel mondo- Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno 8,8 milioni di persone si ammalano di tubercolosi (TB) e oltre 1,6 milioni ne muoiono. Nonostante esistano da oltre cinquanta anni farmaci efficaci per la cura della TB, il numero dei nuovi casi nel mondo è in costante aumento (+1% anno). Circa l’80% di tutti i casi mondiali di TB è concentrato in soli 22 Paesi. Due terzi sono in Asia e oltre un quarto in Africa. Il resto del mondo si divide i rimanenti, registrando anche i più alti tassi di tubercolosi resistente e multi-resistente (MDR e XDR-TB, i casi definiti “Estremamente resistenti”), concentrati soprattutto in Europa dell’Est. Tra i 22 Paesi prioritari, la Russia si colloca ai primi posti come numero di casi.
In Italia– Da tempo in Italia la tubercolosi è percepita come malattia del passato. Tuttavia, come dimostrano i dati recenti, questo è falso. Ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi e questo numero non accenna a diminuire, soprattutto nelle grandi città dove i valori sono addirittura triplicati. La concentrazione dei gruppi a rischio nelle grandi città impone un più accurato controllo della malattia. In questi ultimi anni si è avuto un sostanziale cambiamento nella distribuzione della malattia per fasce di età, tanto che oggi sono i soggetti giovani ad esserne più colpiti. Questo indica l’esistenza di trasmissione nella popolazione generale. Non mancano in Italia casi di TB/HIV e di forme resistenti agli antibiotici (MDR e XDR-TB), due forme gravissime di tubercolosi che prevedono trattamenti lunghi, costosi e non sempre efficaci. Nel terzo Millennio si perdono ancora giovani vite a causa della tubercolosi, ciò è intollerabile. In un Paese ad alto reddito come l’Italia, il controllo di queste forme di TB deve essere una priorità, per evitare la trasmissione e l’insorgenza di nuove forme ancora più gravi. Vi sono, tuttavia, dubbi relativi all’attendibilità di questi dati; in Lombardia, infatti, uno studio di capture-recapture, basato su segnalazioni di laboratorio e schede di dimissione ospedaliera, ha evidenziato una sottostima del 32 per cento. L’Italia vanta una grande tradizione nella cura e controllo della Tubercolosi. Tale tradizione, che è ben conosciuta dalla comunità medica nazionale, è considerata – a torto – un vanto del passato. Forse non tutti sanno che gli Italiani sono tra i migliori esperti al mondo nel controllo della malattia.È presente sul territorio nazionale Stop TB Italia Onlus che potrebbe essere definita la “nazionale italiana” per il controllo della TB.
Cosa fa “StopTB-Italia ONLUS” Associazione italiana per la lotta alla TB nel mondo
– Erogazione di fondi ad Istituti e Centri d’Eccellenza attivi nella ricerca scientifica ed operativa nel campo della tubercolosi.
– Raccolta fondi destinati ad Istituzioni operanti nel campo della TB o persone fisiche.
– Supporto a programmi di ricerca operativa in Paesi ad alta incidenza, condotti sotto l’egida di Centri di Eccellenza operativi nel controllo della tubercolosi. Attualmente sono in corso progetti in Burkina Faso e Mozambico per il rafforzamento della rete di laboratori per la diagnosi tubercolare.
– Parziale supporto economico a pazienti con tubercolosi evidentemente svantaggiati.
– Comunicazione ed informazione: pubblicazione di volantini e brochure.
Perché la tubercolosi è un problema oggi. La diffusione della TB è oggi strettamente correlata al problema della farmaco resistenza e alla mancanza di campagne di prevenzione adeguate. Inoltre, se un tempo la TB era considerata una malattia di riattivazione nell’anziano, oggi colpisce fasce sociali deboli quali i giovani immigrati o i soggetti HIV positivi. Il repentino aumento dei casi di tubercolosi associata ad HIV e di quelli resistenti ai farmaci di prima e seconda linea (MDR e XDR-TB) non solo peggiora il già drammatico quadro epidemiologico, ma rende il controllo della tubercolosi una priorità sanitaria mondiale. Nel 2004 i decessi di pazienti coinfettati TB/HIV sono stati almeno 250.000. La presenza di tubercolosi resistente ad almeno isoniazide e rifampicina (i due farmaci più efficaci di prima scelta), è stata riscontrata con certezza in 102 dei 109 Paesi in cui è in atto una sorveglianza da parte dell’OMS. I casi XDR sono stati osservati in una ventina di Paesi, Italia compresa. Il rapporto dell’Oms rivela anche che un decesso di tubercolosi su quattro è correlato all’Hiv, il doppio di quanto era stato calcolato in precedenza. Nel 2007, secondo le stime, si sono verificati 1 milione e 370 mila nuovi casi di tubercolosi tra le persone affette da Hiv. Per migliorare il raggiungimento dei propri obiettivi e per rafforzare lo sforzo globale sul fronte della capacità diagnostica e di trattamento, l’Oms assieme a molte altre organizzazioni internazionali ha lanciato, a inizio 2006, un nuovo piano globale contro la Tb e una strategia “Stop Tb” articolata in sei punti.
(Continua)
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento