La sorpresa dei poeti augustei
Molto del merito è da ascrivere a Ciro Gravier (ottimamente supportato dal Direttore della Biblioteca Leonardo Ciocca) che ha scelto, introdotto e commentato in maniera equilibrata, con mirati e contenuti accenni alle storie e alla metrica, brani dei poeti dell’età augustea, Lucrezio, Catullo, Virgilio, Orazio, Tibullo, Properzio, Ovidio: tutti del primo secolo a.C. e contemporanei dell’Imperatore legato a Velletri per le sue origini. Brani dal De Rerum Natura, dall’Eneide, il famoso Carpe diem e altri che, oscillando tra epica, pene d’amore e considerazioni filosofiche, hanno scoperto la freschezza attuale di questa grande lirica che è anche grande musica, come curiosamente si nota nella ‘ballata’ dai Tristia di Ovidio tradotta in rima da Giacomo Zanella.
Hanno dato vita ai poeti i lettori del gruppo “Perché la voce” diretti da Pasquale Larotonda e Marina Viganelli, che trovano nel continuo affinamento del gruppo la conferma della bontà dell’intuizione di partenza e del serio lavoro. L’evento si è svolto nelle sale del Palazzo Cinelli in via del Comune dove è situato il prezioso Fondo Antico e l’Archivio Storico. In una sala erano esposte rare edizioni (dal xv al xix secolo) dei testi dei poeti poi ascoltati.
C’è stata anche musica reale: i Maestri Marco De Santis e Antonio Segneri hanno eseguito negli intermezzi brani per chitarra classica (trascrizioni di spartiti per liuto) coevi alle edizioni esposte. La sala, non molto ampia, non è riuscita ad accogliere tutto il pubblico presente ed è stato un peccato. Ci auguriamo che, a prescindere dall’occasione contingente, letture simili si possano ripetere anche per confermare o svelare agli occhi di molti che gli ‘ostici’ e ‘barbosi’ poeti latini sono spesso più vivi e brillanti di noi e di alcuni nostri menestrelli.
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