La sorgente dentro me
C’è una proprietà di famiglia in località Cone a Subiaco rimasta incontaminata, che ormai è diventato il luogo dell’anima per tutti i discendenti. Si va lì e si ritrova intatta la magia della propria infanzia e il tempo innocente e saggio degli avi.
C’è una sorgente che lì scorre da sempre ed è l’unica acqua potabile di un vasto territorio. Quella sorgente va curata come la vita stessa, è la vita stessa.
Da tempo ormai non posso andare a ritrovare materialmente quel luogo impervio e lontano da ogni forma di comoda viabilità – per via del mio cuore traditore – e allora quel luogo viene a me, senza neppure che io lo convochi.
Una ventina di anni feci una vacanza di quindici giorni in quella casetta tirata su dai trisavoli con le pietre e il legno e i coppi del posto, che resta ancora in piedi perché di generazione in generazione si è avuta cura del tetto. Lì non c’è luce, non c’è acqua se non quella della sorgente che si va a prendere a secchi nel folto del bosco e per cucinare si usa il camino o il fuoco all’aperto.
Fra tanta bellezza, ciò che più mi è rimasto impresso è la visione delle enormi ragnatele stillanti rugiada che al mattino ostruivano con la loro geometria miracolosa e brillante il viottolo in discesa che portava alla tenna. Affacciandomi appena sveglia sulla porticina di legno ultrastagionato della casetta e guardando davanti a me aspettando che si alzasse il sole, infilavo lo sguardo in questa lunga teoria di ricami di seta che la notte aveva ordito e il giorno avrebbe in parte disfatto, specialmente le tele più evolute, le più intricate, sospese al di sopra del suolo.
Immergendomi ne La sorgente dentro me di Armando Guidoni, sono tornata fisicamente in quel luogo, al miracolo di una filatura complessa e semplice e istintiva che riporta all’origine del sé dove tutto esiste e coesiste e detta le sue leggi, alle quali la poesia non si sottrae:
Un incerto uomo pensa
…inquieto
e scrive…
(…)
…colpito dallo scintillante enigma
dell’esistenza.
(…)
Non so capire
ciò ch’è inesprimibile
(…)
…il tempo inventato
rese quasi nulla
mia mente fanciulla
(…)
Or ch’è sera
lasciatemi sognar primavera
(…)
…vecchio albero
che dentro
ancor contiene
prim’anello
di sua vita
(…)
Germoglio del suo seme
“La vita modella, consuma, ma si rimane della sostanza di cui si è fatti” (Gaughin).
Maria Lanciotti
La sorgente dentro me
Ogni anima eccitata
emana melodia
Dal vago di mille anse
musica esce
s’unisce con altra musica
Virginal concerto
freschezza d’incontro
d’evanescenti vibrazioni
armoniose
piene d’essenzialità
Abbandonato
il capo reclinato
respiro la prima voluta
e il passato che torna
nel fumo che ovatta il pensiero
La realtà è un artificio
Si fissa nella mente
come miraggio d’un evento
nel privilegiato intelletto
Volute di fumo
si trasformano in roteanti anelli
Il più piccolo s’infila
…svelto
in quello grande
…pavoneggiante
che ignaro svanisce
mescolato in altro fumo
nella grande nuvola
della mente
dove i pensieri restano
…tutti
e di volta in volta riemergono
spinti da un piccolo anello
Un incerto uomo pensa
…inquieto
e scrive
Pensieri germogliano
dorati
e come nettare
sanguinano gocce
sul sospiro della luce
Goccia su goccia
il pensiero sgrana i dubbi
essudando poesie
Inizio a vedere me
attraverso il continuo rumore
dello sciabordio
delle onde di ritorno
delle mie emozioni
Desuetudine a percepire lo svanire
nell’impalpabile
d’ogni esterna realtà
Piccola ragione
motivo d’umana sofferenza
impedisce immersione nel silenzio
fa esplodere urlo del mistero
impedisce di vedere bimbesca ombra
Ho udito i miei figli urlare
Come polvere al vento
grida sparse
…che nessuno colse
Inusual causa
spinge a mettere sul foglio
inusual segreto
preziosa dimora del silenzio
Il pensiero sorge
e giace sul foglio
Come chimera subito rinasce
qual melodia
emersa da un rigo di notazioni musicali
Silenzio
Per un istante mi isolo
immerso nella mia idea
colpito dallo scintillante enigma
dell’esistenza
Pioggia battente cola sui vetri
Singolari figure pendono
si trasformano
Una calda tela bagnata
come ragnatela che trema
con la grazia delle cose appassite
…nella mia anima
Non so capire
ciò ch’è inesprimibile
ma che è in me
e mi sostiene
Non sono capace
d’attenuare il riverbero del mondo
entrare nella buia caverna
trovare i bagliori di me
Non lo comprendo
ma so ch’esiste
raggio immenso
La mia ragione
ha necessità di fantasia e illusioni
ch’ella sopprime
La consapevolezza veleggia sull’inconscio
il pensiero sull’emozione
Il verbo poetico nasce da profonda emozione
e ancor più profonda ne sprigiona
Sovente
cresce di grado
si solleva sui bagliori
verso l’assoluto
Incapace di scintillanti follie
adattevole ingegno ad imitazione predisposto
spesso scivola in cupe malinconie
poi
ingenuamente
insegue esterni stimoli
per fuggire da esse
In quel luogo crollano l’emozioni
di poi aver generato le passioni
V’è di lor ricordo vivo
in intimo punto profondo
e nulla al ver va diminuendo
Fra un’emozione ed un’azione
c’è l’oscuro del mio corpo
Un tempo creai
il verbo sempre
il verbo mai
Fu in quel momento
che tempo inventato
rese quasi nulla
mia mente fanciulla
L’eterno è in me
Lui sa che la mia esistenza non ha tempo
Il corrente
abbraccia la memoria dell’avvenuto
Con il suo sogno
allaccia l’attesa del venire
Il mio pensiero
incendiato dal mondo
attorno a me
era
Ora
immagine concreta
sorgente dentro me
risveglia i miei pensieri
dissolve impotenza d’essere
discioglie il dolore
Vorrei non cercare fuori
ch’indica me
Vorrei ascoltare rumore di me
che vien da dentro
intimo
singolare
esclusivo
Vorrei sentire origine d’essenza
specchio del futuro
sicuro luogo
ove riflesso di me
sempre sarà
Mi vedo
solenne e fiero
da dura realtà ferito
Ogni luogo
trasuda solitudine e coraggio
ancor di più
il vicino mare
e la sua eterna voce
incalzata dal vento
precipitato in mia vita
Un effetto senza nome
riveste i pensieri
dissolve i dubbi
costruisce
sommessamente
la via
Il sorriso protegge
da singhiozzi e afflizioni
ognun che aspetta
liberarsi’l mar
ch’all’orizzonte il ciel sovrasta
Là dove il turbine
flettendo dolente ala
rende più forte il volo
scopro
l’ inesprimibile capacità di esistere
E il sottil affanno
resta costante
avvolto da purezza
isolato dal mondo
che passa
S’aggiunse…
rumor di passi
e tocco di campana
Evanescente apparve
tutt’attorno a un balenio
di perle
dentro a un sorriso
il sogno
Qual bolla variopinta
osservo il mio sogno
…intatto
Il respiro trattengo
nel timor dello svanire
astratto
All’adorato rifugio
senza ormai più fiato
faticosamente giungo
colmo di silenzio
Torno laddove
né tempo
né indugio
né uomo indorato
né dolore albergava
Qual genio veloce
me si libra lieve
e cade fin quando
aggrappato a bordi dolenti
riprende l’ascesa
scendendo nell’imo profondo
a conquistar il vertice
dei primi momenti
Or ch’è sera
lasciatemi sognar primavera
Parte dei pensieri
ch’emergono in me
sembra non appartengano
a me
il mondo esterno penetra
accende turbamenti
Ma la notte
germoglia il frutto
interno
d’ansiose visioni
folli allucinazioni
Nel silenzio della notte
avverto il sangue gorgogliar
nella gola
con ritmo incerto
dal cuore guidato
e dai miei pensieri
La notte si burla
con le ore
con i miei sogni
finché il mattino
brucia la pelle
pone fine
al dolce dialogo… senza parole
Il sogno
è fantasia che lenisce la ricerca di me
Il pensiero
disegna l’immaginazione
la finzione
si rincorre nell’ignoto
i sospiri dell’angoscia
riempiono l’illusione del vuoto
con colori irreali
alla ricerca…
del silenzio assordante
Freddo pungente
e lavoro pesante
non coprono il desiderio
…ancor vivo
di vedere l’alba
d’ascoltare il silenzio
Nel momento del risveglio
alla fine del sogno
mirabile è il nuovo giorno
pieno del tuo segno
Un altro giorno ancor germoglia
un altro giorno ancor finirà
allorché avvertirò bisogno
di vivere il passato
d’assaporare il sogno
Il secco vento d’autunno
passa tra i monti
porta con sé e raduna
crocchi di foglie vocianti
Comunicano al mondo
il messaggio dell’amore
Vedo il volto
d’un vecchio uomo
…rugoso
come corteccia d’un vecchio albero
che dentro ancor contiene
prim’anello di sua vita
Solamente
un’infinito fa
m’illuminai di te
Quando cesserà il tempo
umida terra su me stesa
coprirà mio corpo
tra strati sottili di pioggia
percossa da ali d’un airone
…che reclama l’alto
Germoglio di vita cresce
insieme a germoglio di morte
Germoglio del suo seme
son sorto creatore
d’altre intime creature
Ho sempre navigato
nel mare dei miei dubbi
Alfine di mia vita
ho appreso con vigore
gioiosa certezza
del mio amore
freschezza
Vorrei sentirmi
vestito di luce
alla fine del giorno
21 dicembre 2006
Armando Guidoni
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