Notizie in Controluce

La sfida dei Borghi

Dal libro di Mirco Buffi – “Momenti Monticiani” edito dall’Associazione Culturale Photo Club Controluce

Agosto
Tra le tante feste popolari che si svolgono a Monte Compatri, un’attenzione particolare la merita La sfida dei Borghi. Di recente organizzazione, questa festa nasce da una serie di eventi casuali; ma l’idea già da anni si era affacciata nelle menti di alcuni monticiani. Ad esempio sappiamo che il povero Calisto Mastrofini, presidente della nostra banda musicale Corpo Folkloristico Compatrum, dal 1970 al 1996, anno in cui perse la vita in un tragico incidente sul lavoro, negli anni ottanta dello scorso secolo, aveva studiato la suddivisione del paese in borghi e addirittura aveva sviluppato un progetto di stemmi e colori per ogni borgo; anche alcuni amici del Gruppo Giò, poi staccatisi per costituire l’associazione Amici per Monte Compatri, fecero lo stesso lavoro, senza però arrivare, come d’altronde Calisto, alla piena concretizzazione della loro iniziativa. Doveva essere poi Stefano Carli, un giovane noto per il suo grande spirito di iniziativa e attaccamento al suo paese, a realizzare il sogno di una gara tra i vari borghi di Monte Compatri. Ma andiamo per ordine.

Eravamo agli inizi del 1993, quando l’amico Franco Giardino, esponente degli Amici per Monte Compatri, un giorno mi dice: “Ma è mai possibile che a Monte Compatri non si riesca ad organizzare una festa con la collaborazione di tutte le associazioni esistenti!” La constatazione di Franco mi ferì un poco, perché anch’io, allora come ora, facevo parte di una associazione, il Photo Club Controluce, ed era come se mi avesse detto: “Tra le persone (me compreso quindi) non c’è spirito di collaborazione; ognuno viaggia egoisticamente per la propria strada senza pensare a qual è il vero bene per il paese…ecc. ecc.”. Allo stesso tempo però, dovetti riconoscere che in parte aveva ragione, così ne parlai con gli altri soci del Photo Club ed invitammo tutte le associazioni operanti in ambito comunale ad una riunione per vagliare la fattibilità di una collaborazione. L’iniziativa ebbe un buon esito, soprattutto per il grande impegno profuso dal nostro presidente di allora, il già citato Stefano Carli, con la fattiva collaborazione di alcuni soci e degli esponenti degli Amici per Monte Compatri, di cui ricordo Leandro Pitolli, Vincenzo Dominicis e Franco Giardino che già conosciamo. Il lavoro si concretizzò con l’organizzazione e realizzazione, nell’estate dello stesso anno, della prima Sagra della ciambella e vino.

Fu un successone, anche perché a rendere più interessante e divertente la festa il comitato organizzatore propose antichi giochi popolari, ormai praticamente scomparsi, come la meccanica (corsa dei cerchi), la corsa delle conche e la corsa delle botti; ma anche giochi più conosciuti come la briscola, gli scacchi, la dama, la pallavolo ecc. Tutto ciò, questo riscoprire il passato, rafforzò la volontà di creare finalmente i borghi di Monte Compatri, al fine di dare vita ad un palio cittadino. Nel frattempo, in occasione di una fiera, invitai a Monte Compatri il Gruppo Arcieri del Falco di Roma, per dare una dimostrazione della loro antica disciplina, che per fortuna oggi è solo sportiva. L’idea piacque, furono invitati anche alla Sagra, che si tenne ancora per due anni. Poi Stefano, Vincenzo e tutti gli altri decisero di dare uno stop alla manifestazione e si buttarono anima e corpo nella realizzazione dell’antico desiderio: la Sfida dei Borghi.

Furono creati inizialmente quattro borghi: Borgo Ghetto, Borgo le Prata, Borgo San Michele e Borgo Missori, a questi nel 1999 si aggiunse Borgo Pantano, dell’omonima frazione.

Fui contattato, a questo punto, per far tornare gli Arcieri del Falco con lo scopo di aprire una scuola anche nella nostra cittadina: l’idea maturata era quella di finalizzare la sfida in una gara di tiro con l’arco. Mi ricordai però che Claudio Carmignani, un nostro socio, era un cultore di questo sport. Claudio ci portò tutti a una scuola che aveva la sua sede ai Pratoni del Vivaro. Lì, Stefano e gli altri appresero i primi rudimenti. Poi ci fu una svolta decisiva: il gruppo di amici ebbe in concessione un terreno dall’Abbazia di San Silvestro e allestirono un campo di tiro. Furono ricontattati gli Arcieri del Falco e uno di loro, Roberto Cedro, si prestò con entusiasmo a tenere dei corsi a Monte Compatri.

La prima gara di tiro con l’arco tra i quattro borghi avvenne nello stesso giorno della presentazione: l’otto settembre 1996, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Castagno e vinse Borgo le Prata.

Il 15 agosto dell’anno successivo si svolse la prima edizione della Sfida dei Borghi. Per determinare l’ordine di tiro dei contendenti, come da regolamento ancora vigente, i borghi si affrontarono in una serie di giochi preliminari: calcetto, pallavolo, corsa con i cerchi (meccanica), corsa con le conche, pilaccia, braccio di ferro, tiro alla fune e scherma. Il diritto a tirare per primo lo conquistò Claudio Transerici, detto Barry, di Borgo Ghetto. La sfida consiste nel centrare un disco del diametro di circa 10 centimetri posto ad una distanza di 25 metri. Oltre a Barry, si contesero quel primo trofeo, uno scudo in pelle e argento finemente lavorato, Cesare Radica per Borgo Missori, Silvio Missori per Borgo San Michele e Franco Camponeschi per Borgo le Prata, ed alla fine fu proprio quest’ultimo ad aggiudicarsi la prima edizione della Sfida dei Borghi. Nel 1998 vinse Borgo Ghetto, nel 1999 Borgo San Michele, nel 2000 Borgo Missori, nel 2001 la manifestazione non si svolse (?), nel 2002, infine, il Palio se lo è aggiudicato nuovamente Borgo Le Prata ancora con Franco Camponeschi.

La festa comprende anche una sfilata di circa 200 persone vestite con abiti del XVII secolo e la ricostruzione storica della visita del cardinale Scipione Borghese al suo feudo di Monte Compatri che nel 1613 fu elevato a Principato.

Cos’altro dire della Sfida dei Borghi? È una manifestazione popolare di cui Monte Compatri va fiera, e a ragione; è un evento che non solo nel giorno del suo svolgimento, ma nell’arco di tutto l’anno, rafforza l’attaccamento dei monticiani alla propria storia e alle proprie tradizioni; è una festa che esce dalle mura del nostro paese e lo porta nel mondo vicino e allo stesso tempo porta il mondo vicino dentro le nostre mura.

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