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La scuola oggi, altrove

La scuola oggi, altrove
Novembre 06
10:14 2014

21-scuola-africaQuando riaprono le scuole, in qualsiasi Stato del mondo, dai più piccoli villaggi alle grandi città, si incontrano continuamente studenti di ogni età che vanno o che ritornano a casa dopo le lezioni. Sopratutto in molti Paesi ex-colonie inglesi o francesi, gli studenti si riconoscono subito perché sono lindi e ordinati, capelli ben pettinati, con indosso una divisa scolastica o un cravattino, e lo zaino in spalla.

Tutto molto British, per ironizzare, e in effetti se fossimo in un Paese europeo o negli Stati Uniti non ci sarebbe niente di strano. Ma pensate a un villaggio rurale in India, o a una cittadina africana: al contrasto tra la miseria e il degrado che caratterizzano tanti posti e questi studenti lindi e pinti. Strade polverose, sporcizia ovunque, e poi loro, bambini, ragazzi, giovani studenti con i libri in mano, seri e compunti. L’istruzione in questi Paesi rappresenta ancora un valore, forse una delle poche occasioni di riscatto per chi vive nella povertà più assoluta. Le famiglie lo sanno e insegnano ai figli l’importanza di studiare e di sfruttare al massimo questa possibilità. Le scuole dei villaggi più poveri spesso non hanno aule e neppure banchi; solo vecchi tappeti o semplicemente nuda terra, dove siedono gli alunni, e un ‘pezzo’ di lavagna che viene chissà da dove, per il maestro. Ma l’importanza di quello che stanno facendo, lì in quel momento, traspare da ogni gesto. Naturalmente alla fine delle lezioni i bambini indiani, africani, sud-americani, sono come i loro coetanei che vivono nei Paesi ‘ricchi’: corrono, giocano, si divertono. Mi è capitato in Madagascar e in altri Stati africani, incontrandoli per strada, di ricevere da loro ‘strane’ richieste: una penna, un quaderno, magari uno spazzolino per i denti.
La scuola in Italia non è tra le peggiori nel mondo, nonostante gli sforzi di alcuni ministri della Pubblica Istruzione; inoltre ancora è pubblica, obbligatoria e, almeno fino a una certa età, gratuita. Alcuni corsi sono stati stravolti, come il programma delle elementari (a 10 anni si sa tutto sui dinosauri ma si ignora dove stanno Venezia o Palermo); altri insegnamenti aboliti o passati a categoria last minute (geografia e storia dell’arte). Per fortuna chi insegna – o almeno la maggioranza – lo fa per e con passione, nonostante ‘questi lavoratori’ non vengano considerati fondamentali per lo sviluppo dell’individuo e della società tutta…

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