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LA SCOMPARSA DI LUCIO DE FELICI

LA SCOMPARSA DI LUCIO DE FELICI
Agosto 23
09:36 2020

“Un tipo simpatico, vulcanico, geniale. Dottore in scienze economiche e commerciali e attivissimo bancario; alle prese, tutto il giorno, con le cifre, che lo inseguono e bersagliano anche nel sonno. Occhialuto: con due baffetti romantici che gli ombreggiano il naso arguto, classicheggiante. Rumoroso. Recita sempre, anche quando vi parla ‘a tu per tu’. Eternamente sorridente e ridanciano…fuori di ufficio e quando è in vena. Se no, un temporale!”  Così, Amilcare Marescalchi presentava Lucio De Felici in occasione della pubblicazione de La stella di Kimberley, una commedia in tre atti che De Felici vedeva pubblicata nel 1955 su ‘Boccascena, Rassegna cattolica dello spettacolo’. Riportavo queste parole di Marescalchi, qualche anno fa, pubblicando una breve biografia di Lucio De Felici  (Autore arguto  e immaginifico, in Carità e cultura a Frascati tra Otto e Novecento, 2012) dentro una serie di personaggi che avevano dato lustro alle commedie e alle filodrammatiche in particolare negli anni ‘50 e ‘60 del Novecento.

Proseguendo nel ‘ritratto’ del nostro autore, Marescalchi aggiungeva: “E’ innamorato…della sua Arte: il ‘bacillo del teatro’ ce l’ha nel sangue, nelle ossa, nel cervello, nel cuore. E’ nato con lui: morirà dopo di lui”. Ed certamente le molte opere ‘teatrali’, ma soprattutto le numerose pubblicazioni anche storiche (a cui talvolta ebbi l’onore anche di essere chiamato a collaborare), sopravvivranno alla sua scomparsa, avvenuta a Frascati il 22 agosto 2020 alla venerabile età di 90 e mentre ancora si dava da fare per raccontare e scrivere.

Nato a Frascati, il 6 marzo del 1930, e sopravvissuto al bombardamento del ’43, da ragazzo aveva frequentato assiduamente l’oratorio salesiano di Capocroce ed era stato allievo del Liceo classico di Villa Sora e su entrambi i palcoscenici di quei teatrini aveva avuto occasione di recitare nelle filodrammatiche, rappresentando spesso anche alcune sue opere, in coppia con l’amico Vittorio Nigrelli. Allora le sue commedie e farse furono pubblicate dalle editrici LES, Elledici, Ancora…

      Fu soprattutto in quella che certamente è stata una stagione d’oro per le filodrammatiche locali, e cioè negli anni tra il 1940 e il 1956, ma più su questo versante del secondo dopoguerra, che Lucio De Felici espresse le sue doti più genuine di autore brillante ed interprete, facendo tesoro anche dei buoni ‘consigli’ e degli insegnamenti appresi dall’altro carissimo amico Tino Buazzelli, di cui De Felici ha scritto qualche tempo fa anche una pregevole biografia. Negli anni ’70, proseguendo nella sua passione teatrale, con l’Editrice Tusculum, pubblicò  alcune commedie sia nella ‘Collana Teatrale Moderna’ diretta da Italo Alighiero Chiusano nella Collana ‘Commediografi d’oggi’. Proseguiva anche nella pubblicazione di romanzi di prosa.
Nel 2006 aveva fondato il Centro Studi e Documentazioni Storiche. Come pubblicista, la sua firma, soprattutto per articoli di memorie tuscolane, era apparsa su diverse pubblicazioni e giornali locali.

 

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