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LA SANATORIA DELLE CARTELLE ESATTORIALI AL COMUNE DI ALBANO LAZIALE

LA SANATORIA DELLE CARTELLE ESATTORIALI AL COMUNE DI ALBANO LAZIALE
Febbraio 03
09:28 2023

Il 30 gennaio 2023 il consiglio comunale di Albano Laziale ha deliberato di non “azzerare” le cartelle esattoriali relative ai debiti fino a 1.000 euro scaturiti in larga parte dalle sanzioni per infrazioni al codice della strada.

Decisione del tutto condivisibile. Non è eticamente e politicamente accettabile che chi non ha assolto il proprio dovere venga condonato, mentre tanti altri hanno rispettato la legge pagando il dovuto. Va ricordato che la stragrande parte dei Comuni italiani ha fatto la stessa scelta di Albano Laziale.

Ma di cosa si tratta?

Si tratta di un provvedimento dell’attuale governo che ha introdotto il dodicesimo condono fiscale motivandolo sostanzialmente con il fatto che è più costoso recuperare il credito che il credito stesso. Vista la difficile congiuntura delle famiglie, il provvedimento annulla la sanzione e gli interessi, e lascia ai Comuni la decisione se dare seguito all’iniziativa del governo o di continuare ad esigere da Equitalia il recupero integrale del credito. Esperti del settore ritengono che tutta l’operazione sia un “regalo” a Equitalia e che, nei fatti, ben poca parte del credito entrerà veramente nelle casse dei Comuni.

La gestione della questione da parte del consiglio comunale mostra come la democrazia stia pericolosamente vacillando – e questo fatto dovrebbe preoccupare molto, visto che i regimi autoritari come quello cinese e quello russo sostengono di essere quelli vincenti e che la democrazia è in fase di dissoluzione ed è intrinsecamente inadatta a regolare la vita civile dei popoli.

Ma vediamo cosa è avvenuto nel consiglio comunale di Albano Laziale il 30 gennaio 2023. Oltre a gran parte dei consiglieri, sono presenti nella sala del consiglio di Palazzo Savelli due vigili urbani e un (dicasi uno) cittadino. Il presidente mette in discussione la delibera e apre il dibattito. Regola vuole che sia l’amministrazione comunale a illustrare la problematica nella figura dell’assessore al bilancio. Ma l’assessore al bilancio ad Albano Laziale non c’è. Allora l’illustrazione deve essere fatta dal sindaco, visto che detiene la delega al bilancio. Ma il sindaco non interviene. Qualcuno propone che sia il dirigente del settore, ma qualcun altro obietta. Alla fine prende la parola un consigliere di maggioranza che cerca di sostituirsi all’amministrazione comunale (di cui è il controllore). Al termine di una breve discussione, durante la quale risulta evidente che alcuni consiglieri non hanno ben studiato la materia, la delibera viene approvata (dopo che alcuni consiglieri di minoranza hanno lasciato l’aula) con 14 voti favorevoli, nessun astenuto e 4 contrari.

Guardando a questa poco edificante esperienza si possono fare alcune considerazioni.

I cittadini non sono di fatto interessati alla propria casa comune: uno solo su 40.000 si è peritato di ascoltare cosa veniva discusso e deciso. Disertano il consiglio comunale anche coloro che sono in qualche maniera attivi nella vita pubblica come i membri delle consulte del Comune, quelli del consiglio comunale dei giovani, dei centri anziani, delle varie associazioni professionali, dei comitati di quartiere, ecc. Verosimilmente i cittadini ritengono che la presenza al consiglio comunale sia una perdita di tempo – e ciò deve far seriamente riflettere, magari ricordando la famosa canzone di Giorgio Gaber “La libertà è partecipazione”.

La decisione della maggioranza, peraltro corretta, non è stata illustrata né dall’inesistente assessore al bilancio (non è stato nominato per motivi di equilibri elettorali anche se ve ne è assoluto bisogno) né dal sindaco, prova che non vi è traccia di una elaborazione del tema che giustifichi la proposta.

La minoranza ha perso l’occasione di dare il proprio fattivo contributo alla vita politica della città aiutando l’amministrazione a portare a casa qualche euro di cui c’è molto bisogno. L’argomento non è intrinsecamente divisivo e sarebbe stato quanto mai opportuno considerarlo bipartisan. Evidentemente ha prevalso una visione partitica, visto che la legge è stata voluta dal governo nazionale di destra-centro mentre la giunta di Albano Laziale è di centro-sinistra; è stato altresì ritenuto prevalente l’interesse di chi avrebbe potuto mettere da parte meno di un euro al giorno nel periodo 2010-2015 per pagare la multa, ma non l’ha fatto.

Insomma, tutto sommato la decisione è stata quella giusta, ma ancora una volta la democrazia mostra crepe che vanno assolutamente risanate a partire dai singoli cittadini, che si disinteressano della cosa pubblica, e con un grande impegno di coloro che li rappresentano e li amministrano – ne va del futuro della dell’Occidente libero.

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