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La saga dei Ferrero, da Pietro a Michele e oltre

La saga dei Ferrero, da Pietro a Michele e oltre
Febbraio 28
17:58 2015

Furgone Ferrero, filiale di Ciampino, piazza Trento e Trieste, 1957La storia prende l’avvio con la nascita di Pietro Ferrero a Farigliano (Cuneo), nel 1898. Intraprendente e creativo, prova ogni sorta di lavoro prima di approdare ad Alba, dove apre in via Rattazzi, nel 1942, un laboratorio dolciario. La zona è ricca di noccioleti di ottima varietà e l’idea di Pietro è di utilizzare tale risorsa locale per ottenere un prodotto nutriente e a costo contenuto, il «dolce degli umili».

Prova e riprova, sotto l’infuriare della seconda guerra mondiale, finché dai vari tentativi nasce un impasto cremoso a base di nocciole e cacao, facile da spalmare sul pane. Si chiamerà Giandujot e sarà la prima pietra di un impero destinato a conquistare il mercato mondiale. Nel ’46 nasce l’Azienda Ferrero, fondata da Pietro e dal fratello minore Giovanni, che in un battibaleno si espande, mediante una rete di distribuzione diretta: dalla fabbrica al rivenditore.
Tutto va per il meglio, quando la terribile alluvione del 1948 spazza via lo stabilimento e tutto sembra perduto. Ma ecco che avviene uno di quei ‘miracoli’ italiani che fanno grande la nostra storia. Dopo il disastroso evento, i dipendenti si presentano con i propri mezzi ai cancelli della fabbrica e insieme ai proprietari prendono a spalare fango e detriti, con la ferma e univoca volontà di risollevare l’azienda e rimetterla in moto. In poche settimane si ripristina la produzione e si riorganizza la distribuzione, l’azienda è salva. Ma un altro tragico evento, stavolta irreparabile, si abbatte sulla formidabile impresa: il 2 marzo 1949 muore Pietro, stroncato da un infarto, a 51 anni. Dolore e sconforto, ma anche stimolo a proseguire il progetto-sogno avviato da Pietro. Passa alla guida dell’azienda il fratello Giovanni, membro della Società in nome collettivo Pietro Ferrero & C. di Cillario Piera vedova Ferrero e Michele Ferrero.

Un mondo con Nutella
Michele, nato a Dogliani (Cuneo) nel 1925, è cresciuto fra gli impasti del laboratorio artigianale e ha preso parte a ogni fase dell’attività familiare. Formato alla dura scuola paterna, ne assume pregi e caratteristiche, che riversa alla fonte. La Cremalba e il Mon Chéri diventano i prodotti di punta che lanceranno la Ferrero oltre i confini nazionali. Nel 1956 apre il primo stabilimento estero, in Germania, con 5 dipendenti che salgono presto a 60.
Il successo travolgente è frutto di un impegno senza limiti e soste, e forse troppo va a pesare sulla resistenza fisica di Giovanni, che muore d’infarto nel 1957, a 52 anni. Il Gruppo Ferrero passa sulle spalle del giovane Michele, che vi profonde le migliori qualità – umane e imprenditoriali – ereditate dal fondatore e ampliate dalla personale visione di industriale talentuoso.
Tic Tac, Estathé, Rocher sono tutti prodotti di sua invenzione, ma ad acchiappare il cuore di grandi e piccini furono i Kinder Sorpresa, un piccolo dono alla portata di tutti, per una Pasqua che durasse tutto l’anno. Ma fu la Nutella, presentata ufficialmente nel 1964, a conquistare prima l’Europa e presto l’intero globo. «Che mondo sarebbe senza Nutella» lo slogan ripetuto in tutte le lingue dai golosi dell’inimitabile crema di nocciole, elaborazione di quel Giandujot che segnò il primo importante passo della piccola industria dolciaria sorta nel cuore delle Langhe.
Rilevante la pubblicità dei prodotti, affidata a Carosello degli anni d’oro, di presa immediata e di irresistibile fascino: il Gigante Amico e Jo Condor entrano a far parte del linguaggio quotidiano. Non per niente a Michele Ferrero viene attribuito il merito di ‘grande comunicatore’, che sa anche servirsi dei moderni canali e dei migliori pubblicitari. Le cifre che riguardano il colosso dolciario piemontese fanno testo, una crescita esponenziale incredibile, ma poco si sa del vissuto dei suoi fautori, fondatori dirigenti e dipendenti, il cui valore giunge a noi attraverso i risultati del loro discreto operare.

Gratitudine e riconoscimenti
Una bella storia tutta da raccontare, che subisce uno strappo gravissimo il 18 aprile 2011, quando Pietro Ferrero, primogenito di Michele e delegato in carica, muore d’infarto a 47 anni in Sudafrica, dove si trovava per lavoro. Con lui c’era il padre, ancora sulla breccia a 86 anni. L’azienda trema pericolosamente, ma regge all’infausto evento. Immediatamente viene comunicato il nuovo assetto: subentra Giovanni Ferrero (classe 1964), già da tempo al fianco del fratello Pietro nella conduzione del Gruppo. Pietro lascia la moglie e tre figli piccoli, una grande speranza per il futuro.
Michele Ferrero, l’uomo più ricco d’Italia e al 30° posto nel mondo, si trasferisce a Montecarlo ma Alba resta il luogo in cui tornare. Vi torna a 89 anni, accolto nella camera ardente allestita in fabbrica, una ‘fabbrica dal volto umano’ come da lui sempre concepita. Scompare così il patriarca che univa in sé tradizione e innovazione, capace di trasmettere la sua eredità con l’esempio di tutti i giorni, che fa ricca la storia dell’imprenditoria italiana. Se n’è andato il 14 febbraio 2015, festa di San Valentino; i suoi funerali si sono svolti mercoledì 18 febbraio fra le lacrime e la gratitudine di migliaia e migliaia di collaboratori ed ex dipendenti, e il riconoscimento delle autorità.
Chi scrive ha avuto il privilegio di lavorare per e con Michele Ferrero negli anni Cinquanta, nella filiale di Ciampino, in piazza Trento e Trieste. Un’esperienza lavorativa e di vita di cui fare tesoro ed essere viva testimonianza.

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