La ricerca di una logica del postmoderno
Gioia Pace, studiosa di Dante e di letteratura italiana moderna e contemporanea, ha pubblicato con i tipi di Morrone (pp. 120, € 15) un interessante saggio che principalmente i giovani, gli studenti, e i docenti naturalmente, dovrebbero studiare. Si tratta di Tabucchi e la categoria della memoria, nella cui prefazione il prof. Alessandro Masi, Segretario Generale della “Società Dante Alighieri”, indicando la sostanza del volume, ne delinea il piano di lettura: quale ruolo riveste la letteratura nelle nostre vite e nello sviluppo del pensiero nella nostra società?
Infatti, Gioia Pace dichiara che per Tabucchi la missione di ogni intellettuale e di ogni scrittore è quella di instillare dubbi, perché la perfezione – o la certezza di avere la ricetta della verità in mano, aggiungo io – produce dittatori o quanto meno le ideologie che divengono ‘mistica’. «La capacità di dubitare è molto importante per Tabucchi», scrive Gioia Pace, tanto che lo ritiene quasi un fatto fisiologico: bisogna dubitare nelle religioni fondamentaliste che non ammettono dubbi; dei regimi politici imposti; di ogni estetica di perfezione che non dia spazio alle domande. Lo scrittore e l’intellettuale hanno l’obbligo di porre degli interrogativi, in un tempo di risposte rassicuranti e bugiarde, e dove la moda imperante è quella di seguire la logica del vincitore. Ma la letteratura deve anche conservare la memoria dei fatti, una memoria lunga, contrapposta a quella breve dei media. Oggi, tempo di velocità in ogni campo, la letteratura deve essere un ripensamento e un rallentamento della fuga che porta verso il nulla del pensiero.
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