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La resa dei conti

Dicembre 29
15:29 2012

Politica, partiti, corruzione, sanità, lavoro, gli auguri per il nuovo anno arrivano con lo stesso allarme a cui siamo ormai abituati con l’arrivo delle perturbazioni (pioggia, neve, alluvioni, frane), così come Enzo Tortora, nella trasmissione TV “Portobello”, chiudeva le telefonate con la classica frase “Big Ben ha detto stop”.

Anche al Governo dei tecnici è stato indotto uno stop. A pochi mesi dal termine naturale della legislatura il PDL ha pronunciato la fatidica frase, il proprietario si riprende il suo giocattolo. Nell’anno tecnico trascorso vi è un dato di primaria importanza: l’Italia è tornata una nazione degna di rispetto a livello internazionale. In questo anno siamo riusciti ad archiviare situazioni come: il bunga bunga (diventato il saluto per ogni italiano all’estero); foto di capi dei governi europei con le corna; ricevimento di capi di governo con cucù a nascondino; discese dall’auto di rappresentanza parlando al telefonino disinteressandosi dei presenti; arrivare a raccontare barzellette alla conferenza congiunta tra rappresentanti dei governi. Ancora: Obama è un abbronzato e vi saluta; io sono il Gesù Cristo della politica, una vittima, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti; tra qualche mese me ne vado, vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta (in una telefonata del 13 luglio 2011). Questo non è che la punta dell’iceberg delle gaffes – o esternazioni – di Berlusconi. Non ha fatto un passo indietro, non è andato via, dopo aver illuso il suo mezzadro che fosse lui a dirigere l’azienda, è tornato con una confusione degna di un re-giullare.
Il ritorno del regnante ha dei termini ben definiti, quali: il mantenimento dell’attuale legge elettorale, con conseguente mandato ai proprietari di partito di nominare i propri sgherri; l’affossamento dell’accorpamento delle Province (già molto limitato) per mantenere posti politici con costi delle tasche degli italiani; lo stallo sull’asta delle frequenze TV, auto-regalo del precedente Governo per Mediaset e RAI in uso gratuito; la ricerca ostinata di una legge in grado di bloccare i processi in atto di Berlusconi. Ai tecnici è mancato il coraggio di affrontare i partiti sul loro terreno: azzeramento dei vitalizi e dei privilegi varati negli anni; riduzione dei parlamentari, comprese Province ed enti inutili; esclusione dei politici dalla gestione degli ospedali, scuole, aziende a partecipazione statale (da assegnare a manager con rendiconti annuali); ineleggibilità di persone con la fedina penale negativa (paradosso italiano). Quanto avremmo gradito un super decreto di legge da discutere e votare in Parlamento, facendo assumere ad ogni partito le proprie responsabilità, e se non approvato andare a casa a testa alta. Purtroppo questo coraggio si è visto solo per le pensioni e la riforma del lavoro. Per il resto piccoli interventi regolati dai burattinai del Parlamento. Prima di chiudere la legislatura, Monti si presenta alla FIAT. Tra le righe del suo discorso troviamo questa frase: «Un anno fa l’Italia era malata, serviva una cura forte, non una semplice aspirina… » Mi permetta Presidente: non solo supposte, anche dello sciroppo va bene.
La nazione delle promesse.
Noi Italiani viviamo con una memoria breve, in interessi che ci coinvolgono nell’attuale. Le campagne elettorali sono solo intenzioni di promesse, dai milioni di posti di lavoro, alla riduzione delle tasse e del cuneo fiscale sulle imprese. Dall’abolizione dell’ICI (ed ora IMU), già ridotta al minimo in precedenza, utile solo alle grandi proprietà, il cui risultato ultimo è stato la creazione di un buco economico non sostituito, generando una tassazione (IMU) raddoppiata nei rapporti della precedente ICI. Non dimentichiamo che da decenni si proclama la riduzione dei parlamentari, degli enti inutili, della riduzione del debito pubblico (la cui alimentazione principale sono gli sprechi, la corruzione, l’evasione fiscale).
Promesse, in una nazione che nonostante crisi e difficoltà riesce a camminare ed accettare tutte le arroganze dei politici. Un’infinità di messia che c’incantano con discorsi e proclami, politicanti di lungo corso con memoria breve, sono sempre loro che ci promettono e poi dimenticano di attuare. In realtà sono sempre loro che conducono la nave alla deriva. Per noi sarebbe opportuno non dimenticare, esprimendo il nostro dissenso (ognuno nelle sue libere idee) nei modi e tempi che la democrazia ci consente.

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