La procura della repubblica di Velletri chiede il rinvio a giudizio per Alfredo Galli
La procura della Repubblica ha stabilito di essere di fronte ad una chiara ipotesi di reato – l’abuso di ufficio – e il dato politicamente più rilevante è che sia stato chiesto il rinvio a giudizio del vicesindaco di Labico, Alfredo Galli, il quale ricopriva l’incarico di sindaco al momento in cui si sono svolti i fatti.
Nella richiesta di rinvio a giudizio il sostituto procuratore ipotizza che Galli avesse dato disposizioni per fornire cinque pasti giornalieri ad una struttura privata in violazione del capitolato d’appalto, procurando in tal modo un ingiusto vantaggio patrimoniale al privato a spese dell’ente pubblico.
Il gruppo Cambiare e Vivere Labico ha atteso pazientemente la conclusione delle indagini prima di tornare sull’argomento, nel rispetto del lavoro della polizia giudiziaria e della magistratura. Ora che le indagini preliminari si sono concluse e che un primo pronunciamento è stato espresso dagli organi giurisdizionali ci sentiamo di poter manifestare la nostra soddisfazione perché adesso è chiaro che vi sia stata una gestione impropria ed illecita delle risorse pubbliche. Una gestione che si teme non sia circoscritta al solo episodio di cui si sta occupando la magistratura, ma che possa riguardare un vero e proprio “sistema di potere” all’interno dell’amministrazione labicana.
Spetta evidentemente all’autorità giudiziaria stabilire quali siano le responsabilità penali, ma è innegabile che tutta la vicenda è caratterizzata da ambiguità e reticenze ed è stata gestita con superficialità ed arroganza dall’allora sindaco Alfredo Galli. Va ricordato, infatti, che la segnalazione alla magistratura è giunta dopo un’aspra polemica in consiglio comunale, durante la quale la maggioranza, anziché riconoscere le proprie responsabilità, aveva duramente attaccato l’opposizione, con un manifesto del gruppo Rinnovare per Labico, accusandola finanche di non voler aiutare i meno abbienti.
Auspichiamo che la maggioranza decida finalmente di fare luce su un così poco edificante episodio, rispetto al quale i cittadini labicani si attendono doverose risposte, anziché lo stizzito e insolente silenzio dell’ultimo anno.
Labico, 8 dicembre 2009
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