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La presidente, nel Lazio fughe pazienti. Danni per economia e immagine

Maggio 02
17:52 2018

“La Conferenza delle Regioni approvi rapidamente la proposta di accordo per la compensazione della mobilità sanitaria in modo da restituire ai pazienti la libertà di scelta del luogo di cura e risanare la sanità del Lazio, danneggiata per troppi anni nell’economia e nell’immagine”. A lanciare l’appello è Jessica Faroni, presidente di Aiop Lazio (Associazione italiana ospedalità privata), che punta il dito contro le politiche degli ultimi anni relative ai territori in Piano di rientro: “Otto anni fa una legge scellerata ha bloccato i fuori regione nel Lazio: oggi registra più fughe che arrivi tra le prime cinque regioni italiane per cittadini che migrano in cerca di cure altrove”.

Nell’ultima riunione dei governatori è infatti slittata ancora l’approvazione delle matrici ai fini del riparto delle risorse per il Servizio sanitario nazionale e la proposta di accordo interregionale per la compensazione della mobilità sanitaria per il triennio 2014-2016, punti che però dovrebbero ricevere il via libera nella prossima Conferenza. “E’ abissale la differenza tra i pazienti laziali che migrano per curarsi in altre regioni e i pochi che scelgono di venire da noi – afferma Faroni – E ad essere danneggiata è la sanità del Lazio: la minore mobilità in entrata rispetto a quella in uscita pregiudica le strutture che appaiono meno attrattive. Si dice che la gente non viene nel Lazio perché i nostri specialisti non sono bravi, non è vero, lo impedisce lo Stato”.

Le conseguenze si riflettono anche sui medici innescando così un circolo vizioso senza via di uscita. “I medici percepiscono un compenso con percentuali nettamente più basse rispetto ai colleghi di altre regioni – osserva la presidente Aiop – Per questo non è raro che decidano di emigrare, portandosi fuori dal Lazio anche i pazienti che evitano lunghissime attese. In questo modo nel corso degli ultimi anni il Lazio ha perso centinaia di milioni di euro e le previsioni per il prossimo triennio sono di altre centinaia di milioni. Per questo è necessario sbloccare la mobilità sanitaria interregionale, per permettere al Lazio di tornare ad attrarre pazienti da altre regioni e garantire una libera concorrenza basata sulla qualità”.

“La Regione Lazio sforzandosi ha messo a disposizione 20 milioni di euro per tutte le strutture – ha sottolineato ancora la presidente Faroni – E’ un primo passo, ma c’è ancora molto da fare. Trovo assurdo che un paziente possa andare a curarsi a Parigi e non a Roma e trovo assurdo parlare di medicina transfrontaliera quando poi viene bloccata la mobilità in Italia. Il cittadino deve essere lasciato libero di scegliere dove curarsi e le strutture laziali devono poter crescere e dimostrare la propria qualità. Anche perché – conclude Faroni – ci sono intere regioni che fanno il bilancio sulla mobilità, cosa che a noi è stata impedita per otto anni”.

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